Quello che era un legittimo timore, anche sulla base di accadimenti degli scorsi anni, è stato certificato con studi, simulazioni e modellizzazioni.
L'uscita dal tunnel di Tenda, sul lato francese, è a rischio valanghe, anche di grande intensità. Valanghe che cadrebbero inevitabilmente all'imbocco del tunnel e sul ponte a scavalco della frana, quello sul Rio della Cà. Con gravi conseguenze.
Ad occuparsi dei rilievi, commissionati da Edilmaco e Anas, è stato lo Studio diretto dal geologo Andrea Valente Arnaldi, che opera a Torino, Sanremo e Bra. Necessario, quindi, realizzare delle opere difensive, stimate in circa 6 milioni di euro, che si aggiungerebbero ai circa 255 già computati per l'opera.
"Non erano mai stati fatti studi specifici su questo - spiega il geologo Valente Arnaldi. Edilmaco ci ha affidato l'incarico: abbiamo valutato diversi parametri, tra cui i volumi delle masse nevose, le traiettorie, arrivando alla conclusione che il rischio è concreto ed è necessario, quindi, procedere con le opere di difesa, da realizzare sul versante francese, a circa 1800 metri di quota. Si tratta di filari di reti di protezione modulari della lunghezza totale di sette chilometri, da ubicare nelle zone di distacco, per contenere il fenomeno sul nascere".
Interventi necessari, senza se e senza ma, per la sicurezza degli utenti e delle opere. Il progetto esecutivo dovrebbe essere pronto per la prossima primavera. Il costo verrebbe suddiviso tra i due Paesi, Italia e Francia.
"Parliamo di una cifra che sposta di poco il costo totale - evidenzia ancora il professionista. E che non dovrebbero in alcun modo incidere sui tempi di realizzazione. I nostri studi non lasciano dubbi sulla necessità di realizzare questi paravalanghe".
La notizia ha, comprensibilmente, allarmato il territorio, che teme nuovi rallentamenti e la richiesta di ulteriori analisi e valutazioni, soprattutto da parte francese. Non mancheranno richieste di chiarimenti e ulteriori rassicurazioni.
Il commissario straordinario per il Tenda bis ingegner Nicola Prisco lo aveva detto a settembre, quando aveva guidato i giornalisti all'interno della galleria bis. Ai microfoni di Targatocn aveva infatti dichiarato: "Questo è un cantiere in salita, le difficoltà ci saranno fino alla fine, noi ce la metteremo tutta per rispettare il cronoprogramma. I problemi sono quotidiani, ma c'è la collaborazione dell'impresa a risolverli".