Il libro “Una vita in poesia”, in uscita per Natale ed edito da Istituto Storico Resistenza ed età contemporanea e a Lecca Associazione Culturale della Valle Impero, è la fedele riproduzione di un dattiloscritto originale trovato negli archivi del compianto don Luigi Morelati per anni parroco di Cristo Re. Il suo autore è ignoto.
Il libro, ed il dattiloscritto, contiene 100 poesie che descrivono la vita del suo autore che potrebbe esser nato a fine ‘800: ha partecipato come Alpino alla Grande Guerra:“Distesi, immoti sulla nuda terra, tra sterpi e rovi stanno i soldati aspettando la morte”, una esperienza di immani sofferenze che lo segnerà per tutta la vita. Sposato, rimane vedovoe perde anche l’unica figlia che gli ispira una poesia che è un grido di dolore pari solo a quello che prorompe dal teatro di guerra.Ha vissuto diversi anni in Alta Valle Impero, sicuramente a Conio con moglie e figlia:“Una camera avevo e una cucina, piccole, disadorne ma ben pulite. Sufficienti per riscaldar tre cuori nel proprio nido.”; molte le operein cui decanta le bellezze del nostro entroterra.
Emerge da diverse composizioni la sua partecipazione alla Resistenza.
Ha trascorso la seconda parte della vita ad Imperia: “Dal Capo San Maurizio alla scogliera della Galeazza, è un brillio un groviglio di bagliori come se il firmamento, tutto intero, fosse sceso in mare.”; tante le poesie sul mare, sui pescatori, sulle fabbriche e su luoghi della sua Oneglia.
E’ evidente nelle sue opere la scelta di stare dalla parte degli ultimi: una delle poesie sembra proiettare il lettore, oggi, fra i migranti sul greto del Roya.
Quando sente approssimarsi la fine si sofferma sul Mistero della Morte vissuto come ultimo grande viaggio, e detta disposizioni per le sue esequie: “Non vestirmi con l’abito migliore appena morto; dallo al primo che passa sulla porta”.
Il ritrovamento del dattiloscritto originale dal titolo ”Impressioni e Quadri” nei carteggi del compianto don Luigi Morelati (per decenni parroco di Cristo Re e responsabile dell’Orfanotrofio Istituto Charitas),fa pensare che fossero amici.
La pubblicazione del libro non nasconde la speranza che qualche lettore di “Una vita in poesia” che lo ha conosciuto ne sveli l’identità.