Sit-in di protesta, nel pomeriggio, a Ventimiglia per chiedere l’apertura di un centro di accoglienza per i migranti. Oltre 100 persone, tra semplici cittadini, forze sindacali dei lavoratori, esponenti di partito e associazioni di volontariato hanno preso parte alla manifestazione di protesta che si è svolta in piazza Sant’Agostino per sollecitare l'immediata riapertura di un centro di prima assistenza.
Lo scontro tra Francia e Italia per la questione migranti e i maggiori controlli da parte delle autorità francesi alla frontiera della città di confine, sia a Ponte San Ludovico sia a Ponte San Luigi, preoccupano i cittadini che chiedono: “Rispetto per le persone in cammino. Rispetto per i residenti e i lavoratori”.
Alla manifestazione era presente anche l’ex sindaco e attuale consigliere regionale, Enrico Ioculano, che ha così commentato la situazione: “La volontà è quella di aprire una riflessione sull’apertura del centro di accoglienza o di prima assistenza. C’è la necessità di mantenere l’equilibrio dei diritti tra chi è di passaggio e vive sotto i ponti e chi risiede a Ventimiglia, che ha diritto di vivere o lavorare in una città che si presenta in modo dignitoso. Dobbiamo trovare la volontà politica per la riapertura di un centro e spero che se ne possa parlare al più presto”.
Con lui pure il segretario provinciale del Pd, Cristian Quesada: “Arrivati a questo punto è chiaro a tutti che è necessario la riapertura di un centro perché a patirne è la città ma anche i migranti stessi sul piano umano. Fino a quando il centrodestra ha governato la città con il centro aperto, la città viveva una situazione migliore di quella odierna. Come Partito Democratico abbiamo deciso di appoggiare quest'iniziativa e far aprire un dialogo per la riapertura del centro”.
Anche Franco Ventrella, segretario cittadino di Forza Italia concorda sull’apertura del centro: “Secondo me non è la soluzione ideale ma è quella che darebbe il minor danno per la città, per evitare che tutte queste persone vaghino senza meta e che avrebbero comunque un punto di riferimento. Per noi è importante che si apra il centro perché, quando era funzionante, le problematiche in città erano minori ed è un dato inconfutabile”.
Presenti perfino le confederazioni sindacali. Anche Antonietta Pistocco della Cisl chiede l’allestimento di un centro di accoglienza: “Noi sindacati e come Cisl Imperia lo chiediamo per queste persone che non possono essere lasciate, nel freddo dell’inverno, sotto i ponti o sul fiume Roja. Dare un ricovero per qualche giorno a chi è in cammino ci sembra una scelta umanitaria per dare sollievo alle persone ma anche per la città, che ha bisogno di avere un’accoglienza decorosa per residenti e turisti. Lasciare la gente in balia di sé stessa non è certo un bel biglietto da visita per la città”.
Fulvio Fellegara, segretario provinciale della Cgil, sottolinea: “Chiediamo a gran voce quello che chiediamo dal 1° agosto del 2020 quando il vecchio campo è stato chiuso. Non si può non riconoscere un minimo di dignità alle persone in cammino ma anche perché è stato creato un danno a chi vive e lavora a Ventimiglia. Le attività vivono da anni i problemi per un'assenza istituzionale perché le persone che continuano ad arrivare si sparpagliano per la città. Oggi è tornato d’attualità il tema ma noi lo diciamo da sempre e serve farlo in fretta e bene”.
Al sit-in anche Oscar Matarazzo della Uil: “È ormai da troppo tempo – ha detto - che chiediamo attenzione su questa vicenda, abbiamo provato con tutte le parti interessate, è necessario censire chi arriva a Ventimiglia, dandogli anche modo di rifocillarsi e comprendere come può o meno muoversi, non si possono più tollerare morti senza nome verso le nostre frontiere. Anche il tessuto economico di Ventimiglia ne sta gravemente risentendo e c'è bisogno di ricomporre un giusto equilibrio”.
Cristian Papini, responsabile della Caritas Intemelia, dichiara: “Sarebbe una soluzione, quella del centro, ma bisogna fare in fretta perché arriva l’inverno. La situazione al momento rimane stazionaria con gli stessi numeri e le persone che, in un modo o nell’altro riesce a passare”.
Matteo Lupi, presidente della Spes, aggiunge: “Siamo in tanti, con le associazioni del territorio provinciale e non solo che lavorano per sopperire all’assenza del centro di accoglienza. Siamo qui per chiedere di ridare dignità alle persone in transito e un intervento per la città che è in sofferenza e deve affrontare il problema, sentendo la solidarietà delle istituzioni locali”. Alla manifestazione sono intervenuti anche Dario Trucchi, presidente cittadino di Confcommercio, e Vera Nesci, ex assessore della città.
Attualmente la città di confine sta vivendo un'emergenza umanitaria, con persone accampate sotto il ponte di Roverino e migranti che dalla Francia vengono "rispediti" in Italia. Una situazione che i ventimigliesi temono possa peggiorare. "La mancanza di un centro di prima accoglienza ha creato alla città di Ventimiglia danni enormi i cui destinatari impotenti sono stati la cittadinanza, le imprese del tessuto economico cittadino e le centinaia di persone disperate, accampate per le strade cittadine alla mercede della criminalità organizzata e di bande di delinquenti che sfruttano la situazione dei migranti" - evidenzia Confesercenti provinciale -"Un’emergenza umana segnalata dalla nostra associazione più volte. Da ultimo abbiamo chiesto al nuovo governo nazionale un intervento immediato, con bambini, donne e uomini costretti a soggiornare per strada senza alcun servizio al freddo e alla pioggia, senza assistenza, a volte oggetto di sfruttamenti e di violenze. Il centro va riaperto nel più breve tempo possibile per il bene della città e per la grave situazione di emergenza umanitaria, anche in prossimità della stagione fredda".