Attualità - 14 novembre 2022, 15:19

Vallecrosia: allarme dell'associazione 'Grazie Don Bosco', Magliano "Serve unità di intenti con le istituzioni"

“I bandi sono ottimi opportunità uniche che permettono per pochi anni di fare cose che diversamente non si potrebbero fare, ma poi occorre rimboccarsi le maniche e pensare a strategie che permettano di continuare a fare del bene".

Vallecrosia: allarme dell'associazione 'Grazie Don Bosco', Magliano "Serve unità di intenti con le istituzioni"

L’associazione ponentina ‘Grazie Don Bosco’, che si occupa da 11 anni di servizi educativi nel territorio compreso tra Bordighera e Ventimiglia, lancia l’allarme per l’assenza di un piano unico tra le associazioni e gli enti pubblici, per poter avvicinare gli interessati ai corsi e ai progetti che vengono organizzati e finanziati.

“Nel 2011 abbiamo iniziato questa avventura – evidenzia Marco Magliano, operatore pedagogico dell’associazione - sono passati 12 anni nei quali mai abbiamo fatto mancare il nostro supporto, la nostra presenza nelle necessità dei vari enti che ci hanno coinvolti nelle urgenze che di volta in volta si sono presentate. Urgenza è una parola chiave che spesso si usa in antitesi a prevenzione: quest'ultima invece è la nostra parola chiave, perché fondativa del carisma salesiano al quale apparteniamo e a cui guardiamo per ogni nostro intervento. L'urgenza costa, tanto! Sia in termini economici, sia in termini di fatica umana. La prevenzione costa, vero, ma una piccola goccia che permette di non dover correre ai ripari successivamente. Nei giorni scorsi ho letto l'invito di alcuni consiglieri comunali di Bordighera a estendere l'attività di educativa di strada, strumento di prevenzione principe, anche ai comuni vicini a Vallecrosia, comune che per primo ha sposato questa nostra progettualità e sostenuta per 4 anni e che ha coinvolto più di 100 ragazzi”.

Magliano sottolinea come l’attività non è più attiva nemmeno sul comune di Vallecrosia: “Due anni fa – dice - senza che io ricevessi alcuna comunicazione specifica, l'attività non è stata rifinanziata. Il comune di Vallecrosia è uno degli enti con cui meglio lavoriamo e che ci ha sempre sostenuto. Resta una piccola attività legata al progetto ‘Space’, finanziato dalla fondazione ‘Con i bambini’ e portata avanti su questo territorio insieme alla Fondazione Somaschi Onlus che però è molto legata ai contesti scolastici, che spesso sono oberati e non riescono a star dietro a tutte le proposte, o non comprendono le opportunità fino in fondo e quindi rinunciano ai fondi o si affacciano alle progettualità quando purtroppo sono al loro ultimo anno. Al liceo Aprosio, ad esempio, siamo riusciti ad attivare un servizio di sostegno e supporto pomeridiano totalmente gratuito cui hanno aderito per ora più di 30 ragazzi. A questo progetto va aggiunto ‘ConTeSto’, promosso da Salesiani per il sociale e finanziato da un bando ministeriale che si rivolge ai ragazzi delle scuole medie: lo scorso anno scolastico abbiamo accolto 35 ragazzi tra Vallecrosia e Roverino”.

“I bandi sono ottimi – prosegue - opportunità uniche che permettono per pochi anni di fare cose che diversamente non si potrebbero fare, ma poi occorre rimboccarsi le maniche e pensare a strategie che permettano di continuare a fare del bene. Occorre pensare a delle strategie di distretto che mettano in rete le risorse e colleghino domande ed offerte. Con altri due bandi stiamo finanziando un centro di educazione al lavoro che può ospitare fino a 20 ragazzi tra i 16 e i 20 anni che né studiano né lavorano, i cosiddetti NEET, e fornire loro delle competenze base su alcune professioni (parrucchiere, meccanico, giardiniere, sartoria, cucina). Il costo annuale a ragazzo da sostenere sarebbe di soli 300 euro di compartecipazione che possono essere divisi tra famiglia ed ente, al momento non ci sono iscrizione se non forse due. Un'ennesima occasione persa? Negli ultimi 4 anni stiamo portando sul territorio più di 200.000 euro di progettualità legate alla dispersione scolastica, disagio giovanile e prevenzione in genere... mi duole dire che per far partire questi progetti occorre veramente tantissima fatica o perché non ci si crede, o perché le varie segreterie hanno già tanto altro da fare, o perché, siccome è gratis, vengono inseriti ragazzi che in realtà non vanno bene per questi progetti, ma hanno bisogno di altro. La prevenzione ha anch'essa vari livelli e occorre valutare bene chi inserire dove al fine di non sprecare risorse e dare il giusto supporto. È una situazione estenuante che porta ad un consumo di energie ed entusiasmo immenso. Per poter lavorare e possibilmente farlo bene occorre costantemente rimodulare, spesso svendere il proprio operato che non è fatto mai in modo approssimativo, ma da professionisti e volontari preparati. Non mi sento di dire che ci siano colpevoli o vittime, ma sicuramente da parte nostra e credo da parte di molti attori del terzo settore c'è tanta fatica”.

“Quali soluzioni? Il dialogo schietto e sincero – termina Magliano - scevro da dietrologie di ogni sorta. Chi lavora nel sociale raramente lo fa per arricchirsi, molto più spesso lo fa perché capisce che c'è un bisogno e vuole porre rimedio a qualche torto. Quindi costruiamo questa rete di cui si parla tanto, che non poggi solo sulla benevolenza di poche persone, ma che sia delle istituzioni e degli enti. Io non mi sento a servizio mio o solo della mia realtà, mi sento a servizio della comunità e non sfruttare ciò che si offre e le opportunità che si creano credo sia un peccato mortale! Da parte mia e dell'associazione che mi onoro di rappresentare rinnovo la disponibilità e chiedo se esiste qualche altro ente che come noi sperimenta queste difficoltà di parlarci, unirci, formulare insieme nuove strategie. Il nostro territorio è già povero di risorse per i giovani, non facciamo spegnere anche le poche che ci sono rimaste”.

Redazione

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