“Agnesi, Un’antica famiglia ligure” (Fusta Edizioni) il libro-ricerca dello scrittore e saggista imperiese Enzo Ferrari presentato nel 'Salotto letterario' di OliOliva la festa dell'olio nuovo terminata ieri sera, ha travalicato i confini della provincia di Imperia e della Liguria.
Per la prima volta, infatti, il volume recava la fascetta con la dicitura della menzione ottenuta la scorsa settimana a premi letterari 'Augusto Monti' che sono stati consegnati nella prestigiosa cornice del castello di Monastero Bormida in provincia di Asti.
"Per l’interessante e approfondito lavoro di ricerca condotto su una prestigiosa famiglia di imprenditori italiani dell’industria alimentare" è la motivazione.
Non nuovo a lavori storici di questo genere, Ferrari racconta, in forma di diario, le vicende storiche degli Agnesi e i risvolti economici e sociali dell’omonimo Molino/Pastificio.
L’iconico slogan 'Silenzio parla Agnesi' è entrato da tempo nel baule dei ricordi, così come l’immagine del veliero che solca i mari alla ricerca del miglior grano per produrre la miglior qualità di pasta. Il molino/pastificio Agnesi di Imperia, collocato alla foce del fiume, in prossimità del porto, è ormai chiuso da diversi anni, quando la produzione è stata trasferita dai nuovi proprietari a Fossano, provincia di Cuneo. Ma la storia della fabbrica e le vicende della famiglia continuano a destare interesse, non solo tra gli imperiesi, ma altresì in coloro che hanno memoria della qualità e delle caratteristiche di questa pasta che, come recitava una pubblicità, ha “un gusto inconfondibile e cresce tre volte in cottura”.
"Associare, però, la parola 'Agnesi' a un semplice pacco di spaghetti - dice Enzo Ferrari - è forse un po’ riduttivo. Agnesi, oltre che famoso e celebrato marchio industriale, è il nome di un’antica famiglia ligure originaria fin dal Cinquecento di Pontedassio, che ha avuto la giusta intuizione di investire capitali e lavoro prima nell’attività molitoria nella stessa Pontedassio, per trasferirsi, dopo il terremoto del 1887, a Oneglia, impiantando prima un molino e poi un pastificio, ingrandito e migliorato nei decenni successivi, in una continua sfida con i mercati italiano ed esteri, superando egregiamente difficoltà e imprevisti".
La ricerca è basata su materiali di archivi pubblici e privati anche originali: foto e cartoline, ma altresì lettere, documenti contabili, cartine, disegni.
La narrazione abbraccia un periodo lungo di oltre due secoli e termina con il 1990, all’uscita definitiva della famiglia dall'azienda, per il subentro della multinazionale francese Danone. Il prosieguo, in quanto cronaca, volutamente non interviene nel testo.