“Si susseguono incontri istituzionali sul futuro della linea ferroviaria Ventimiglia-Cuneo con importanti annunci di novità e sviluppi positivi. Pur apprezzando le volontà espresse, riteniamo che una linea di questa importanza, internazionale, strategica, necessaria, ora abbia bisogno di vere ‘meraviglie’. Dobbiamo rilevare la carenza e mancanza di una regia, di un’agenda precisa con una pianificazione chiara di messa in ordine e di sviluppo della linea, manca una visione unitaria. Troppe competenze distribuite tra i due Stati e le tre Regioni”. Ad affermarlo è l’Associazione a sostegno della linea ferroviaria Ventimiglia- Cuneo (AGB) che continua: “Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti: la linea funziona a senso unico, dal Piemonte alla Liguria, con orari sballati. La velocità di crociera è ancora ridotta con tempi di collegamento sopra la norma. Malgrado le risorse impegnate per ripresa dopo la tempesta Alex, la linea ferrata non è ancora in sicurezza. La gestione del traffico ferroviario è regolato da una Convenzione internazionale scaduta da 10 anni. Le stazioni ferroviarie, esempio di architettura storica, sono in stato di semiabbandono o abbandonate, a partire dalla centrale di Cuneo”.
“Nel frattempo la confusione regna sovrana e ognuno esprime la propria desidera, a partire da richieste di servizi navette interne tra borghi, pagati da Pantalone. La Regione Piemonte è l’unica che mantiene l’onore garantendo il necessario finanziamento e il funzionamento minimo. La Regione Liguria ha perso l’unico sostenitore, con l’elezione al Senato di Gianni Berrino. La Regione Paca non rilevata. Infine i nostri sindaci, liguri e piemontesi, presenti a macchia di leopardo, con interessi diversi, a volte troppo ‘di bottega’. Sul fronte nazionale mai visto un deputato francese su un binario e quelli italiani sono appena stati eletti. Questa è la nostra ferrovia meravigliosa ma ‘senza meraviglie’, il resto è noia. Serve una conferenza programmatica per discutere di futuro, della nuova programmazione europea, di rilancio della ferrovia, delle opportunità che ci offre il Patto del Quirinale, di una gestione europea”.