Attualità - 05 ottobre 2022, 11:50

Dichiarazioni di Suetta sulla Meloni, Sardine Ponentine: "Vescovo si contrappone al magistero di Papa Francesco"

"La sfida secondo noi è rimanere ancorati ai valori della democrazia e in special modo della libertà e dell’uguaglianza, che sono parole che risultano vuote senza la fraternità"

Dichiarazioni di Suetta sulla Meloni, Sardine Ponentine: "Vescovo si contrappone al magistero di Papa Francesco"

"In quanto Sardine non desideriamo dire per forza anche la nostra, come altri partiti e movimenti politici del territorio. Noi non siamo un partito. Noi siamo solo un gruppo di persone e cittadini del Ponente Ligure. Non abbiamo identità precise ideologiche e tantomeno principali riferimenti religiosi. Promuoviamo la cittadinanza attiva come pratica politica, credendo nella cura della comunità come principale valore, a tutela della dignità, del bene comune e del benessere collettivo. Vediamo nella libertà di espressione del vescovo Suetta un'importante e precisa ingerenza da parte di una Chiesa che non è quella di Papa Francesco. Magari ci fosse la possibilità e la libertà di espressione anche nella nostra chiesa locale. Noi non ci contrapponiamo al pensiero del vescovo ma desideriamo porre l’attenzione sul fatto che forse è lo stesso vescovo che si contrappone al magistero di Papa Francesco". Con queste parole le Sardine Ponentine commentano le dichiarazioni del vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta, in un'intervista concessa al quotidiano nazionale ‘Libero’, a commento delle ultime elezioni politiche.

"Il vescovo affermando di essere contro il 'politicamente corretto' si esprime in un modo decisamente 'politicamente scorretto'. Sappiamo che la Chiesa non è una struttura democratica, ma il nostro Paese è una democrazia e ha, nella sua complessità, una propria dimensione etica e culturale. Non intendiamo contrapporci alle sue affermazioni con citazioni del Magistero della Chiesa o con brani del Vangelo, perché, più che altro, sappiamo che sono completamente inutili. Abbiamo capito che il vescovo Suetta non accetti 'la fine dell’era costantiniana' (fine del modello di relazioni e dinamiche fra Chiesa e potere sovrano) ed è molto preoccupato per la 'svolta antropologica' intrapresa con vigore dal pontificato di Papa Bergoglio e non ha nessuna intenzione di dialogare veramente e confrontarsi con chi la pensa diversamente da lui" - aggiungono.

"Il problema, invece, secondo noi, ha due teste: quella di un conservatorismo che si preoccupa solo della buona salute di vecchie dinamiche, dei mercati e non di conservare il giusto posto dell’umano e quella di un riformismo servile e monco. Una tenaglia infelice che congiura alla «sottomissione» della buona politica a orgogliosi e presuntuosi leader che ha drammaticamente abiurato al 'principio di responsabilità'. Per questo oggi più che mai la 'P' maiuscola di una politica davvero buona è sorella gemella della 'P' maiuscola della partecipazione" - continuano - "La sfida secondo noi è rimanere ancorati ai valori della democrazia e in special modo della libertà e dell’uguaglianza, che sono parole che risultano vuote senza la fraternità: elemento fondamentale, guarda caso, di ispirazione proprio cristiana che richiama solo foneticamente 'Fratelli d’Italia'. Quindi sinceramente preferiamo, almeno, stare al passo di Papa Francesco, che cammina accanto a tutti coloro che hanno occhi liberi per affrontare le paure, ad accogliere i soli, a stare accanto ai poveri, ma bisogna anche capire che contemporaneamente c’è da smontare la fabbrica di muri, delle solitudini, delle paure, delle miserie e delle contrapposizioni. Ed è un lavoro che va fatto, va cominciato a fare, insieme, senza procurare altre divisioni. Proprio adesso".

Redazione

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