La notizia della catena di alberghi del Salento che ha deciso di non prendere più prenotazioni e di chiudere tra una quarantina di giorni dopo aver ricevuto una bolletta dell’elettricità da 500mila euro (contro i 100mila dello scorso anno) sta mettendo in apprensione ovviamente anche gli alberghi di Sanremo e del comprensorio.
I gestori delle strutture ricettive matuziane confermano che, se non cambieranno le cose immediatamente, il rischio è che non ci siano alberghi aperti nel corso dell’inverno oppure saranno davvero pochissimi. “Il costo gestionale - ha detto il presidente di Federalberghi, Silvio Di Michele – non può essere sopportato se l’albergo non viaggia a pieno regime. Se quest’estate abbiamo tenuto botta ai rincari del 400% dell’energia senza dimenticare gli altri, ora rischiamo di chiudere a breve e riaprire solo in occasione del Festival. Ci sentiamo soli e nessuno ci sta dando una mano e, quindi, non ci resta che arginare i danni e sperare nel futuro”.
Le bollette del periodo estivo sono triplicate per gli alberghi, rispetto alle stagioni passate: “Fortunatamente – ci ha detto il Direttore dell’hotel Nazionale di via Matteotti – sono arrivate in un momento di forte lavoro e, quindi, non hanno inciso gravemente sui conti. Il problema si sposta su quelle del periodo invernale, quando ci sono meno clienti e le tariffe sono più basse, la situazione non sarà sostenibile nel medio-lungo periodo. Stiamo lavorando sui bonus, anche se bisognerà capire quanto le bollette incideranno sui bilanci. E non dimentichiamo gli altri costi, sui quali pesano le spese di elettricità e gas, come ad esempio la biancheria a noleggio, le lavanderia, le materie prime e altro”.
I problemi sono ben chiari per gli imprenditori del settore ma, ovviamente anche per il personale: “I dipendenti saranno messi in cassa integrazione o licenziato – prosegue Di Michele – ma comunque saranno sulle spalle dello Stato che, in tempi normali erano invece su quelle dell’albergatore. Non stiamo capendo il motivo per cui ci si vuole far male a tutti i costi, in una situazione che deve essere risolta in breve tempo, altrimenti si rischia il collasso”.
Un caso quindi che si estende dall’imprenditoria al rischio sociale che vedrebbe migliaia di dipendenti senza un lavoro e senza un sostentamento in un momento in cui anche le bollette di casa stanno decisamente aumentando. “Oggi, nel momento in cui accendo il riscaldamento – va avanti il presidente di Federalberghi – con un doppio salasso sulle bollette, non conviene restare aperti perché si andrebbe in totale perdita. Anche la città ci aiuta poco, visto che se per puro caso qualcuno viene a trascorrere il weekend, trova tutto chiuso e ci troviamo ad essere poco attrattivi”.
A Christian Feliciotto abbiamo chiesto quali prese di posizione sono previste: “Per quanto riguarda Federturismo-Confindustria ci siamo visti con l’Assessore regionale competente. Un fattore positivo riguarda le facilitazioni per l’installazione di pannelli fotovoltaici, con la possibilità di avere contributi in merito. Noi, ad esempio, siamo sempre stati limitati dalla sovrintendenza che ci ha detto no, per la vicinanza del Casinò”. Non che con il fotovoltaico si risolva il problema della corrente elettrica e del riscaldamento ma, per un’azienda che può ammortizzare più facilmente il costo iniziale, l’investimento su un impianto del genere può dare una mano.
Quindi cosa pensate di fare nell’immediato futuro? “Stiamo monitorando la situazione – termina Feliciotto - con molta attenzione e, se si deve tenere duro due o tre mesi ok. Ma se questo diventerà la norma non si riesce ad andare avanti. Aumentare i prezzi non ha senso perché terremo le camere vuote e non ci sarebbe lavoro, tenuto anche conto delle tasse e delle spese fisse. E senza dimenticare eventuali casse integrazioni o licenziamenti che andrebbero a creare un vero problema di carattere sociale. La preoccupazione risiede anche nel fatto che, siamo certi, non sarà mai il ritorno ai prezzi precedenti, pure se ci saranno interventi pesanti a livello nazionale ed europeo”.
La situazione è difficile anche per le strutture più grosso, tra cui il Royal, il 5 stelle lusso di Sanremo: “Anche noi abbiamo ricevuto bollette triplicate – dice Marco Sarlo, manager della struttura matuziana - ma, tra febbraio e marzo lo avevamo previsto. Il lato positivo riguarda l’aumento dei ricavi dell’alta stagione ma oggi andiamo verso la bassa, con tariffe più basse e con bollette altissime. Il rischio di non sopravvivere c’è e anche il Royal è preoccupato anche se sono previsti tre mesi di lavori, pur non tirando giù le serrande del tutto. E il pensiero va a gennaio, quando apriremo per il Festival con i due mesi successivi di bassissima stagione e scarsi ricavi. Gli alberghi devono comunque essere in funzione e il riscaldamento riguarda migliaia di metri cubi”.
“Aprire e chiudere un albergo – prosegue - costa e non dimentichiamo che c’è il problema del personale, al quale devi anche garantire una assunzione di 9/10 mesi. Con i costi triplicati abbiamo sentito i problemi nei mesi ‘buoni’ ma ora, almeno fino a maggio andiamo nel difficile. Forse converrebbe tenere chiuso, ma cosa facciamo, chiudiamo al Festival? Certo, siamo tutti preoccupati già adesso ma, facendo i budget del prossimo anno non sappiamo nemmeno quanto andremo a spendere e se le bollette aumenteranno ancora. Penso anche alle strutture più piccole che vivranno una situazione pesantissima. Quest’anno – termina Sarlo -abbiamo avuto una fiammata di presenze e, riducendo il margine di utile, non sappiamo come potremo fare nei prossimi mesi. Lo Stato deve intervenire sui costi dell’energia perché, altrimenti, si ritrova con milioni di persone i cassa integrazione”.
Sul fronte prenotazioni per i prossimi mesi la situazione è di stallo: “Alcuni alberghi – dice Di Michele – hanno stoppato le prenotazioni, anche se le richieste sono poche. Non sappia quello che potremo fare, visto che le prospettive sono di un ulteriore aumento del 60% per le bollette su quelle già altissime arrivate negli ultimi mesi. I consulenti energetici delle strutture ci stanno consigliando di chiudere a fine ottobre, anche se rimane l’amaro in bocca per il fatto che chi si sta arricchendo sono ovviamente le aziende che vendono energia”.
Il tutto sulla base del fatto che, nei mesi scorsi, il ‘Tavolo del Turismo’ aveva sostenuto a spada tratta la destagionalizzazione ma, al momento, gli investimenti fatti lasciano il tempo che trovano.