Politica - 07 settembre 2022, 19:11

"No all'astensionismo e coerenza con i principi cattolici": le parole del Vescovo Suetta contestate da Gimelli (Agedo)

“Mi pare che interventi di tal specie non facciano bene né alla società civile, alla quale Lei si rivolge con un linguaggio datato ed escludente, né al dibattito interno alla Chiesa che, dall’esterno, sappiamo essere profondo e complesso".

"No all'astensionismo e coerenza con i principi cattolici": le parole del Vescovo Suetta contestate da Gimelli (Agedo)

“L’occasione delle elezioni politiche Le ha dato modo, anche questa volta, di interpretare il ruolo di attivista politico invece di quello di presule di Santa Romana Chiesa e di fare così una lezione di dottrina ai credenti della sua diocesi allo scopo di influenzare pesantemente le loro scelte di voto alle prossime politiche”.

Interviene in questo modo il sanremese Fiorenzo Gimelli, presidente nazionale di Agedo, in risposta al Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, che nei giorni scorsi aveva invitato ad andare a votare il 25 settembre prossimo (QUI). “Parlo di attivismo politico – prosegue - a ragione in quanto già nel 2018 Lei addirittura firmò per le candidature delle liste del ‘Popolo della famiglia’ che, nonostante il suo autorevole supporto, non andò oltre lo 0,6% dei suffragi. Oggi il Suo riferimento politico è ben più solido ma, ancora una volta, Lei esorbita dalle sue funzioni e competenze. Qui non mi riferisco tanto alle argomentazioni che fanno riferimento a note della Con-gregazione della Dottrina della Fede del 2002 e quindi fortemente datate, o agli argomenti portati a supporto: ‘(...)Non può e non deve sfuggire come alcuni programmi elettorali proposti per la consultazione del prossimo 25 settembre siano in assoluta contrapposizione con la dottrina cattolica e con la Chiesa per la presenza di punti come, ad esempio, le istanze della ideologia gender, il suicidio assistito o l’eutanasia, il cosiddetto riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne (sotto quest'ultima espressione spesso si intende l'appoggio e la diffusione della pratica dell'aborto e la lotta all'obiezione di coscienza dei medici e degli infermieri):(….)’.

“Su questo – prosegue Gimelli - molto si potrebbe dire ma non mi interessa entrare in questa sede in contraddittorio con chi, utilizzando un ruolo di grande influenza, parla ex cathedra con l’unico scopo di fare propaganda politica. Voglio invece chiarire e sottolineare che l’ideologia gender non esiste mentre esistono persone omosessuali e persone con varianza di identità di genere, varianti naturali della persona umana, come ci spiegano l’Istituto superiore di Sanità in Italia e le massime autorità scientifiche di tutto il mondo. Per queste persone, la diffusione continua di queste fake news, di carattere squisitamente ideologico e non scientifico, è un vero impedimento alla vita in quanto sottrae loro di-ritti fondamentali (mentre non li esenta dai doveri di tutti) generando discriminazioni ed isolamento sociale e fomentando un clima di odio che spesso si concretizza in azioni violente. Il rilievo che le faccio è relativo ai limiti, ben noti peraltro, che un ministro del culto di una chiesa concordataria dovrebbe rispettare, sempre, e in particolare durante il periodo preelettorale, quello della non ingerenza. Le ricordo che un politico cattolico di grandissimo spessore quale Alcide De Gasperi disse ad un Papa come Pio XI che, come cattolico, baciava l’anello ma come Presidente del Consiglio esigeva rispetto”.

“Esistono norme precise che chiunque può leggere in tutti i seggi elettorali e che sono assolutamente antiche e fanno riferimento addirittura ad un D.P.R. del 30 marzo 1957, n. 361 che all’Art. 98 recita ‘(...)Il pubblico ufficiale, l'incaricato di un pubblico esercizio, l'esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse, si adopera a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli nell'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000 (...)’. Lungi da me il voler insegnare ad un Vescovo il suo mestiere e/o entrare in un campo, quello della fede e della Chiesa, in cui non ho nessuna competenza, ma quando si attuano comportamenti volti ad influenzare la campagna elettorale in modo così smaccato, in uno stato non confessionale, non mi è possibile il silenzio. La verità rende liberi, quella di fede e quella derivata dalle conoscenze tecniche e scientifiche? Ricordare Galileo non mi pare del tutto fuori luogo ma qui si preferisce fare riferimento all’antropologia. Qui non si tratta di ‘libertà di espressione’ sacra e inviolabile in paesi democratici quanto delle modalità (lettera pastorale finalizzata alle elezioni sul sito della Diocesi) che dovrebbero far insorgere chiunque abbia a cuore una normale dialettica politica, in primis i par-titi, anche quelli che potrebbero trarne un vantaggio. Non sappiamo se Lei riuscirà nel suo intento di influenzare il risultato elettorale, le esperienze precedenti non vanno a suo favore. Certo la tentazione è stata forte!”

“Mi pare che interventi di tal specie – termina Gibelli - non facciano bene né alla società civile, alla quale Lei si rivolge con un linguaggio datato ed escludente, né al dibattito interno alla Chiesa che, dall’esterno, sappiamo essere profondo e complesso. Noi ci battiamo non contro, ma per una società inclusiva che comprenda, apprezzi e valorizzi il pluralismo delle identità e non le mortifichi in nome di una verità di fede imposta contro ogni evidenza e brandita come una clava”.

Redazione

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