Attualità - 21 agosto 2022, 06:24

Sanremo: quando dare lo smartphone ai figli? Domande e risposte con la psicologa Vanessa Feiler e le insegnanti Paola Revello e Clara Carbonetto

"...non dimentichiamoci che ai genitori non è richiesta perfezione, non preoccupiamoci se “quella volta gli ho detto di darmi tregua e che non lo sopportavo più”, capita. Facciamo attenzione, però, ad essere quanto più possibile affidabili, coerenti, capaci a chiedere scusa".

Vanessa Feiler

Vanessa Feiler

"Rispondiamo alle domande che rappresentano delle sfide per genitori felicemente imperfetti".

A parlare sono una psicologa sanremese, la Dott.ssa Vanessa Feiler, laureata presso l’Università San Raffaele di Milano, Paola Revello e Clara Carbonetto, insegnanti con titolo montessoriano presso la scuola primaria Maria Montessori dell’Istituto Comprensivo Sanremo Levante e coordinatrici della scuola estiva “L’albero dei gufi”.

"Nella nostra esperienza professionale abbiamo modo di incontrare e conoscere i genitori, oltreché i loro figli. Non di rado, discutendo con loro sulle varie sfere di sviluppo dei loro piccoli, ci imbattiamo in modi di pensare e di educare molto diversi tra loro che, senza che ce ne vogliano, non sempre risultano funzionali al raggiungimento delle principali tappe evolutive in modo sano ed adeguato" - aggiungono. 

"Abbiamo pensato
- proseguono - di raccogliere le domande che i genitori ci pongono più frequentemente per dare delle risposte che tengano sott’occhio e coniughino il benessere psicologico dei bambini ed i principi delle scienze dell’educazione, ritenendo fondamentale dare il nostro contributo nella promozione della salute dei nostri bambini, con lo scopo di prevenire eventuali disagi negli adolescenti e giovani adulti di domani".

Come gestire l’utilizzo dei dispositivi digitali?
"Questa domanda é senza dubbio tra le più gettonate, i dispositivi digitali sono una risorsa relativamente nuova e i nostri figli sono tra i primi a farne uso già da molto piccoli. Noi riteniamo che strumenti di questo tipo non siano affatto da demonizzare, ma che sia necessario esigere, dagli adulti in primis, una preparazione sul loro uso corretto. Viviamo, ormai, in un mondo sempre connesso e i nostri figli imparano a maneggiare la tecnologia prima e meglio di noi: si tratta di una risorsa utile solo se noi siamo in grado di monitorare la frequenza e i domini di utilizzo dei devices. Ecco delle linee guida: evitiamone l’uso prima dei 3 anni; cerchiamo di concederne l’utilizzo per non più di 30 minuti al giorno fino al termine della scuola primaria; fissiamo chiare regole di utilizzo (momento della giornata, orari); non permettiamone l’uso prima di andare a letto; non utilizziamoli come soluzioni a comportamenti problematici o per noi frustranti; supervisioniamone sempre l’utilizzo; forniamo lo smartphone personale non prima dell’inizio della scuola secondaria di primo grado"

Come favorire la costruzione dell’autostima?
"Sentiamo spesso parlare di autostima, ossia della percezione che abbiamo di noi stessi e delle nostre capacità, che ci permette di affrontare le nuove sfide con un atteggiamento più o meno positivo. L’autostima ha radici profonde, inizia a strutturarsi ancor prima dell’inizio del percorso scolastico, quando l’idea che abbiamo di noi coincide con ciò che le nostre figure di riferimento ci dicono di noi. Per questo motivo é fondamentale che come genitori evitiamo continue critiche, comunichiamo gli aspetti negativi in modo costruttivo e solo se si tratta di questioni rilevanti. Dare giudizi negativi su aspetti secondari, far notare piccole mancanze, paragonare le prestazioni con quelle dei compagni impediscono la costruzione di una sana autostima. Da genitori dovremmo rappresentare una voce benevola che enfatizza le capacità e i punti di forza, pur mantenendo una certa oggettività nel giudizio. Ricordiamoci di far sentire al nostro bambino che noi pensiamo che possa farcela!"

Come affrontare i compiti delle vacanze?
"Molti genitori lamentano difficoltà nell’affrontare i compiti estivi insieme ai loro figli e, più in generale, i compiti assegnati per casa anche nel corso dell’anno scolastico. Partiamo col dire che non abbiamo formule magiche per rendere questa attività esclusivamente piacevole e priva di lamentele, ma è possibile seguire alcuni accorgimenti semplici per non trasformare il lavoro a casa in uno scenario drammatico: pianifichiamo insieme, magari con l’aiuto di un calendario creato con il bambino, i momenti da dedicare ai compiti; scegliamo quali giorni tenere completamente liberi per lo svago (ad esempio il fine settimana); definiamo insieme il momento della giornata (ad esempio la mattina) possibilmente prima dell’attività ludica; evitiamo continui richiami “a vuoto” o punizioni, lasciate, al contrario, lo spazio sufficiente per lo sviluppo dell’autonomia e del senso di responsabilità".

Come aiutare i bambini nella gestione della paura?
"È comune che i bambini durante lo sviluppo sperimentino alcune paure, non allarmatevi subito! La paura è un’emozione primaria e funzionale che ci permette, già da piccolissimi, di sperimentarci nel mondo e di evitare i pericoli. Ecco come sostenere i nostri figli: spieghiamo loro che quella che stanno provando è un’emozione utile, che ci aiuta ad evitare situazioni pericolose; invitiamo i bambini ad esprimere ciò che provano, compresa la paura, per poterne parlare insieme, utilizzando anche canali espressivi alternativi come il disegno o il gioco simbolico; non minimizziamo le paure che ci raccontano, ma pensiamo insieme a soluzioni per affrontarle; leggiamo con loro libri in cui si tratti questo tema, in modo da favorire l’identificazione del bambino con i protagonisti e la scoperta di nuove strategie".

"Quando le paure persistono per un arco di tempo superiore ad uno/due mesi, il bambino esprime forme di disagio (richiede costanti rassicurazioni, ricerca contatto e presenza continua) e le paure iniziano ed essere troppo ingombranti nella quotidianità potrebbe essere il caso di rivolgersi ad un professionista per richiedere un consulto psicologico".

"A concludere, non dimentichiamoci che ai genitori non è richiesta perfezione, non preoccupiamoci se “quella volta gli ho detto di darmi tregua e che non lo sopportavo più”, capita. Facciamo attenzione, però, ad essere quanto più possibile affidabili, coerenti, capaci a chiedere scusa, capaci ad apprezzare nostro figlio per ciò che è e non per ciò che fa, ad accettare che questo figlio cresca e abbia sempre meno bisogno di noi, a lasciargli spazio, facendoci trovare sempre".

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU