Politica - 29 luglio 2022, 20:52

Sanremo: in Consiglio comunale la pratica di Rivieracqua divide la maggioranza e spacca il PD

I consiglieri comunali del PD Giorgio Trucco e Alessandra Pavone votano in maniera differente rispetto alla posizione della segreteria cittadina. Mario Robaldo invece vota contro la pratica presentata dall'Amministrazione.

L'intervento di Mario Robaldo

L'intervento di Mario Robaldo

Come era nelle previsioni della vigilia la pratica su Rivieracqua, con il passaggio da società consortile a società per azioni, ha evidenziato una spaccatura da un lato nella maggioranza del Comune di Sanremo e dall’altro all’interno dello stesso Partito Democratico. Il nodo centrale riguardava la possibilità dell’ingresso nella società di un socio privato. Già nel pomeriggio il segretario cittadino del PD Maurizio Caridi, che in serata ha assistito alla seduta del consiglio comunale insieme ad Anna Russo della segreteria provinciale (vedi foto in gallery), aveva diffuso un comunicato stampa in cui aveva puntualizzato la ferma contrarietà a questa possibilità. Tesi che si è andata a scontrare con il voto favorevole alla pratica espresso in aula dai due consiglieri comunali del PD Giorgio Trucco e Alessandra Pavone non in linea con la posizione del partito. Questo ha quindi evidenziato una diversità di vedute su un tema così importante nella maggioranza (con il voto contrario di Mario Robaldo) e interno al Partito Democratico (con lo scollamento tra i due consiglieri comunali e la segreteria cittadina)

Abbiamo scollinato i momenti difficili  passato, in cui si parlava anche di fallimento della società – ha detto in fase di illustrazione della pratica l’assessore Massimo RossanoOra, con un grande impegno, siamo a dare un ulteriore apporto non solo in termini umani ma anche organizzativi e di studio. Gli uffici del Comune si sono prodigati per portare a termine un grande lavoro di costituzione dello statuto insieme ai tecnici giuridici della società. Tutti gli altri Comuni guardano questo appuntamento per prendere spunto e portare anche nei propri consigli un passaggio obbligato. Noi abbiamo sempre fatto di tutto per evitare il fallimento, tenendo un occhio alla tariffa che è soggetta al controllo da parte dell’Autorità Statale”.

Il primo a prendere la parola è stato Mario Robaldo, esponente storico del PD ed ex segretario cittadino, che già in passato aveva preso distanze su alcune linee politiche tanto da definirsi indipendente. Nel proprio intervento ha motivato il voto contrario alla pratica, andando quindi contro le indicazioni della maggioranza. “Non si è fatto nulla per evitare questo passaggio che ormai appare obbligato – ha esordito - Su questa pratica ho intenzione di dire la mia, con il mio voto, assumendomene la responsabilità e chiedendo scusa al sindaco e alla maggioranza. Metto a disposizione le mie dimissioni, perché so quello che rappresenta votare contro la maggioranza. Si potrebbe dire molto su come si è arrivati negli anni a questo punto, se ci siano stati degli incapaci o dei 'tanto capaci'. Non ho mai votato contro l’indirizzo della maggioranza. Questa volta ritengo però che vada fatto perché dal 2011, ovvero dal momento del referendum, mi sono schierato apertamente per l’acqua pubblica. In passato avevamo anche votato un ordine del giorno per cercare di trovare un’altra strada. Siamo arrivati in questa situazione perché bisognava dimostrare che era l’unica strada, quando invece la Riviera Trasporti la salviamo vendendo un pezzo di terra. La differenza è che l’RT vende biglietti a chi utilizza i bus e compra i ticket, l’acqua viene invece venduta a tutti come bene essenziale. Io non sono a priori contro il privato, ma l’acqua è un bene che arriva dal cielo e su di essa non si deve speculare. Noi, pur mantenendo una percentuale, con l’ingresso di un privato non conteremo più niente. Questa non è la politica dei cittadini. Il mio non è un voto contro l’Amministrazione o il sindaco, ma è la denuncia di una situazione”. Un intervento appassionato, dal quale è emersa tutta la sua amarezza su come questo iter sia stato portato avanti e sull’andare contro la propria maggioranza.

Su questa pratica non è sovrano il sindaco o la Provincia o la Regione ma lo è il consiglio comunale – è intervenuto Andrea Artioli di Liguria Popolare, rivolgendosi poi ai consiglieri di maggioranza - Questa sera rappresenta il funerale del mandato che avete ricevuto dagli elettori. Il 28 ottobre abbiamo votato un ordine del giorno a favore dell’acqua pubblica. Oggi mi sono sentito con l’ex sindaco Leone Pippione, che ha ricordato come Sanremo abbia speso milioni di euro per l’acqua”. Artioli ha poi parlato del proprio parere chiesto dell’avvocato Cocchi, respinto dal Commissario ad Acta di Rivieracqua. “Siamo sicuri o è meglio andare e verificare ulteriormente con un esperto che sia esterno? Perchè tutta questa fretta? Il sindaco, che ho conosciuto come un combattente, sta ‘gettando la spugna con dignità’ come dice una nota canzone. Perchè ha cambiato idea dal quel 28 ottobre? L’unica cosa che è cambiata è che da una perdita siamo andati in utile, che credo cresca ancora il prossimo anno. Come segnale si poteva inoltre chiedere la sede principale a Sanremo, invece neanche questo. Noi ci rivolgeremo anche alla magistratura, perché non possiamo assistere a scippi possibili o potenziali del bene pubblico”.

Ha quindi perso la parola il sindaco Alberto Biancheri che ha ripercorso dell’iter amministrativo. “Il nostro lavoro in questi anni è stato di evitare il fallimento di Rivieracqua – ha detto - Eravamo circondati da Comuni che avevano altre aspirazioni. La situazione finanziaria ad oggi ha un indebitamento 56 milioni di euro, 46 milioni dei quali saranno da coprire (per gli altri ci saranno delle azioni). Abbiamo fatto di tutto per evitare il fallimento della società perché sarebbe stato un disastro. Ricordiamoci che Rivieracqua è stata commissariata proprio per i grandi problemi che aveva. Se l’obiettivo era quello di darla ai privati, in passato c’erano tutte le condizioni per una revoca perché non stava in piedi. Non ci sono ora le condizioni politiche, rispetto al novembre 2021. Ricordo un mio intervento all’assemblea dei sindaci, in cui proponevo una riflessione proprio sul discorso dell’ingresso del privato, chiedendo la possibilità di fare un mutuo tra i Comuni per pagare l’indebitamento. Solo così sarebbe stato possibile fare un passo indietro. Quel giorno però, a parte uno o due sindaci, non c’è stato nessuno che abbia accettato. Nessuno lo ha voluto fare e in maniera anche molto dura. Per questo dico che non c’è la volontà politica per trovare le risorse necessarie e non ci sono quindi purtroppo più i presupposti per tornare indietro. Oggi la cosa peggiore sarebbe quella di non scegliere”.

Tutti eravamo a favore dell’acqua pubblica, ma oggi la situazione è cambiata – ha preso la parola Simone Baggioli di Forza Italia - Alle imprese sono stati congelati i compensi e ancora oggi aspettano di ricevere quanto dovuto per i lavori eseguiti. Le notizie sono preoccupanti per la continuità della società stessa. Sposo quello che ha detto il consigliere Robaldo, ma bisogna scontrarci con la realtà dei fatti che dice che Rivieracqua non è in grado di pagare le imprese mettendole in difficoltà. Bisogna quindi fare delle scelte. A malincuore voterò favorevolmente questa pratica”.

13 anni fa mi ero occupato dell’acqua pubblica – è intervenuto Eugenio Nocita - Oggi mi posso quindi trovare in difficoltà a votare questo ordine del giorno. Il Commissariamento è arrivato perché le varie Amministrazioni Comunali che si sono succedute non hanno preso a cuore questa società, portandola in lidi sicuri. Il privato che verrà a dare 40 o 50 milioni di euro, non li regalerà, ma vorrà avere un profitto, e questo avverrà con un aumento delle tariffe. I sindaci del passato hanno lasciato per strada possibili strade che avrebbero evitato questa soluzione. Io non voterò contro, ma annuncio che uscirò dall’aula".

Molto attesi gli interventi dei due consiglieri comunali del Partito Democratico che con il proprio voto favorevole alla pratica, hanno espresso un parere diverso da quello della segreteria cittadina. “Pur ribadendo l’importanza del risultato del referendum e dell’importanza che l’acqua rimanga pubblica essendo un bene primario – ha detto Giorgio Truccoritengo che il passaggio di questa sera sia necessario, anche se doloroso. Il mio voto sarà quindi favorevole. Ci sarà il tempo per discuterne ancora e fare ulteriori valutazioni. Credo che si debba dare il pieno appoggio al sindaco Biancheri e a chi ha cercato di salvare una società pubblica da un fallimento”.

Siamo chiamati a votare la trasformazione di Rivieracqua da società consortile a società per azioni – è intervenuta Alessandra Pavone - L’ordine del giorno non rappresenta una sorpresa, ma un passaggio già discusso e valutato come necessario. L’assise è già stata chiamata in due occasioni ad esprimersi sul punto, rappresentando di fatto già un voto favorevole a quello per il quale oggi siamo chiamati. La prospettiva diversa sarebbe stata quella del fallimento, con una gara per gestione a terzi e la conseguente totale uscita della parte pubblica. Il voto di oggi è quindi di responsabilità e di segnale per un nuovo modo di gestire, non essendo più percorribile quello precedentemente scelto in house. Servono infatti investimenti per il servizio da dare ai cittadini”.

Tutto siamo orientati verso un’acqua pubblica, ma bisogna guardare in faccia la realtà – ha dichiarato per la maggioranza Lorenzo Marcucci - Prendiamo coscienza e non illudiamo i cittadini. Non siamo felici che un partner privato entri nel capitale sociale, ma stiamo facendo tutto il possibile per difendere il pubblico visto che il 51% rimarrà in capo al pubblico. Se la società fallisse si andrebbe infatti ad una gara che porterebbe l’interezza della società ad un privato”.

La situazione debitoria non si risolve andando a chiedere prestiti – ha aggiunto Umberto BelliniStante la situazione attuale, voto con coscienza la pratica. Vediamo di mettere la rete idrica della nostra provincia al passo con i tempi”.

La pratica è stata infine approvata a maggioranza, con i soli voti contrari di Mario Robaldo, Andrea Artioli e Piero Correnti, mentre Eugenio Nocita ha lasciato l’aula al momento della votazione. Assenti Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle.

Federico Marchi

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