Politica - 17 maggio 2022, 09:39

Privatizzazione dell'Ospedale di Bordighera, Azione "Nessuno la vuole ma non c'è il coraggio di dirlo. Da noi una proposta diversa"

E' quanto dicono da Azione, il Segretario provinciale Carlo Biancheri e il responsabile del comparto sanità, Paolo Puppo

"Oggi siamo nella situazione tragicomica in cui nessuno vuole più la privatizzazione, né ASL, né i privati e nessuno ha il coraggio di dirlo per paura delle penali". E' quanto dicono da Azione, il Segretario provinciale Carlo Biancheri e il responsabile del comparto sanità, Paolo Puppo, intervenendo sulla situazione dell'Ospedale Saint Charles di Bordighera che dovrebbe essere affidato ai privati. 

"La gara d’appalto ha sempre avuto un punto debole, ossia l’obbligo da parte dei privati di mantenere un servizio di Pronto Soccorso, attività che per definizione non può essere remunerativa in alcun modo. - analizzano i due rappresentanti del partito di Carlo Calenda - La pandemia ha poi acuito il problema chiarendo anche ai più sprovveduti che non serve un posto dove medicare le piccole ferite ma occorre un vero e  proprio caposaldo della medicina di urgenza per un notevole bacino di utenza . In più il recente Decreto ministeriale ha istituito gli Ospedali di Comunità e dove mettere un ospedale di comunità se non nel Saint Charles?"

Azione ha da tempo presentato la sua Proposta che prevede  un ospedale “diffuso” sul territorio della Provincia di Imperia che possa contare per la medicina di urgenza sui 3 ospedali già esistenti a Imperia, Sanremo e Bordighera, senza che quest'ultimo venga privatizzato. "I nosocomio possono contenere anche gli ospedali di comunità. Per la medicina di elezione servirebbe un nuovo ospedale ad alta tecnologia realizzato nel territorio dell’ex Ospedale di Bussana (Sanremo ndr), senza problemi di espropri e di nuove opere logistiche  e anche se esistono vincoli storici, questi, dalla lettura delle tavole del p.u.c. di Sanremo, paiono interessare solo il fabbricato principale, mentre paiono non essercene sui fabbricati retrostanti" - affermano Biancheri e Puppo.

"Teniamo inoltre conto che la presenza di un. vincolo storico non significa non poter destinare ad altro uso il fabbricato principale, occorre solo concordare con la Soprintendenza un progetto rispettoso della storicità dei luoghi. - proseguono - Tanto per fare un esempio lo stesso vincolo lo troviamo su alcuni fabbricati delle caserme Revelli di Arma di Taggia, ma non per questo si rinuncerà a ridefinirne le destinazioni d’uso".

"Azione chiede quindi che si prenda coscienza dei cambiamenti indotti dalla pandemia e si abbia il coraggio di rinunciare ad un progetto che ormai non interessa più nessuno.  I milioni di morti provocati dal Covid ben giustificano un cambio di idea senza che nessuno si senta in colpa" - concludono.

Stefano Michero

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