Attualità - 07 aprile 2022, 09:50

Rivieracqua: negati gli accordi sindacali sottoscritti, la solidarietà del CimAP ai lavoratori

"Si tratta della stessa dirigenza - evidenzia il CimAP - che in Amaie ha avallato gli aumenti tariffari illegittimi, costringendo l’azienda matuziana a deprezzarsi di circa 3,5 milioni di euro ed ora ha l’onere di guidare il servizio idrico integrato dell’intera Provincia".

Rivieracqua: negati gli accordi sindacali sottoscritti, la solidarietà del CimAP ai lavoratori

Il Coordinamento dell’acqua pubblica imperiese (CimAP) solidarizza con i lavoratori che si sono visti negare gli accordi già sottoscritti tra le Organizzazioni sindacali ed Amaie, proprio durante il delicato passaggio in Rivieracqua e una fase che li ha visti dover moltiplicare gli sforzi per sostenere l’operatività della società consortile.

"Si tratta della stessa dirigenza - evidenzia il CimAP - che in Amaie ha avallato gli aumenti tariffari illegittimi, costringendo l’azienda matuziana a deprezzarsi di circa 3,5 milioni di euro ed ora ha l’onere di guidare il servizio idrico integrato dell’intera Provincia. Non vorremmo che i vertici di Rivieracqua stiano già anzitempo adattandosi ad un’idea privatistica ed arrogante di gestione del servizio e dei lavoratori, da sfruttare fin quando utili per aumentare i profitti ed un peso nella conduzioni delle relazioni, ovvero da quando l’Assemblea dei Soci, rinnegando il percorso fin qui svolto, ha trasformato Rivieracqua, decretando la fine del servizio in house e aprendo la strada ai privati. Ma crediamo veramente che la gestione privatistica, guidata dalla crescita, dalla concorrenza e dalla competitività sia la soluzione per un bene essenziale di una comunità? Fin da prima della vittoria referendaria, che ha sancito l’acqua fuori dal mercato e sottratta alle logiche dei profitti, un esito eluso e troppo spesso disatteso, sosteniamo una gestione non affidata ad un pubblico burocratizzato e tecnicista, o ancor peggio al vissuto di un carrozzone clientelare, bensì ad un nuovo modello di pubblico basato sulla partecipazione dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali".

"La crisi economica - prosegue - la crisi eco-climatica, la crisi di democrazia sono la conseguenza di un mondo in vendita dove si produce, finanche i servizi essenziali, non per i bisogni della popolazione, ma per vendere e consumare. Come se la pandemia non avesse evidenziato i fallimenti del mercato e la necessità di una inversione di rotta, il governo Draghi accelera nell’approvazione del disegno di legge sulla concorrenza che si prefigge una nuova ondata di privatizzazioni di beni comuni fondamentali, dall’acqua all’energia, dai rifiuti al trasporto pubblico locale, dalla sanità ai servizi sociali e culturali".

"Per parte nostra - termina il CimAP - continueremo ad insistere per realizzare la difesa dei beni comuni a partire dall’acqua. Per affermare l'idea che l'acqua è un diritto umano universale e che solo una reale gestione pubblica, partecipata e trasparente può garantire questi principi".

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