Attualità - 18 gennaio 2022, 12:00

Sanità, anche in provincia di Imperia lo 'Zitromax' è sparito dalle farmacie. Barla: “Andiamo avanti con gli equivalenti, ma occorrono rifornimenti”

Con l'aumento dei contagi, a causa della variante 'Omicron', c'è stata in tutta Italia la corsa all'acquisto di questo antibiotico che, però non serve a curare il covid-19: scaffali vuoti in tutto il ponente

Sanità, anche in provincia di Imperia lo 'Zitromax' è sparito dalle farmacie. Barla: “Andiamo avanti con gli equivalenti, ma occorrono rifornimenti”

Anche in provincia di Imperia è introvabile lo 'Zitromax'. Si tratta del farmaco che, seppure non indicato ufficialmente nelle linee guida e in via viene comunque usato nella terapia per il Covid-19. Scelta questa criticata da tantissimi medici e virologi, ma con l'aumento dei contagi a causa della variante 'Omicron' l'antibiotico è sparito dalle farmacie di tutta Italia. 

Ed è sparito anche da quelle imperiese come ha confermato al nostro giornale Elvio Barla, presidente provinciale Federfarma. “Sì anche da noi è introvabile e per adesso stiamo andando avanti con gli equivalenti, ma anche questi scarseggiano. L'augurio è quindi che presto aumentino i rifornimenti sia per lo Zitromax che per i farmaci equivalenti”. Al nostro giornale infatti, sono state numerose le segnalazioni da parte dei cittadini proprio in merito alla mancanza di questo tipo di farmaco. 

Federfarma nazionale nei giorni scorsi ha provveduto ad inoltrare una segnalazione all’Agenzia Italiana del Farmaco proprio per evidenziare la carenza di Azitromicina e per capire quali sono le possibili soluzioni da prospettare alla cittadinanza. C'è stata una vera e propria corsa all'acquisto, nel mese di dicembre, ma come evidenziato nelle linee guida dell’Aifa non esistono studi relativi all’utilizzo dell’Azitromicina nella terapia Covid, né da sola né in combinazione con altri farmaci». In poche parole non serve per curare il Covid-19, ma è andato a ruba. 

Secondo le linee di indirizzo per l’uso terapeutico dell’Azitromicina, pubblicate sul sito dell’Aifa, “la mancanza di un solido razionale e l’assenza di prove di efficacia nel trattamento di pazienti Covid-19 non consente di raccomandare l’utilizzo dell’Azitromicina, da sola o associata ad altri farmaci con particolare riferimento all’idrossiclorochina, al di fuori di eventuali sovrapposizioni batteriche. L’uso dell’azitromicina per indicazioni diverse da quelle registrate può essere considerato esclusivamente nell’ambito di studi clinici randomizzati. Gli usi non previsti dalle indicazioni autorizzate e non raccomandati, restano una responsabilità del prescrittore e non sono a carico del sistema sanitario nazionale”. 

Ci troviamo di fronte quindi ad una situazione che comporta vari grandi problemi. Il primo è che l’Azitromicina non cura il Covid-19 e di conseguenza il suo abuso, da parte di chi non ne ha bisogno, ha due conseguenze negative. Da una lato infatti, si sottrae a chi ne ha realmente bisogno per curare le infezioni batteriche delle alte e basse vie respiratorie e quindi si mette a rischio lo stato di salute di tanti e dall'altro si 'appesantisce' ulteriormente il problema dell’antibiotico-resistenza. L'Italia infatti è la nazione con la più alta percentuale di utilizzo di antibiotici di tutta Europa e supera, ad esempio, circa 5 volte la Germania e la vicenda 'Zitromax' dimostra, purtroppo, ancora una volta questo primato.

Angela Panzera

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