Ormai è cosa certa: la Rai non ha mai preso in considerazione l’ipotesi di un rinvio del Festival 2022. La kermesse andrà in scena, come previsto, dall’1 al 5 febbraio, proprio a ridosso di quello che, secondo gli esperti, sarà il picco della nuova ondata pandemica.
Non sarà come la settimana festivaliera ‘muta’ del 2021, ma il rischio che la città possa non rispondere a pieno alla chiamata è più che concreto: gli eventi collaterali sono ad altissimo rischio, così come tutto il carrozzone che ha sempre accompagnato il Festival sino al 2020.
Qualche giorno fa le associazioni di categoria si erano esposte per chiedere alla Rai di considerare un rinvio e al Comune di fare da tramite. Ma nulla si è mosso e ora il malcontento è palpabile.
“Non si sono fatti sentire ed è grave, presuntuosi - commenta Andrea Di Baldassare per Confcommercio Sanremo - mi sarei aspettato almeno una risposta da parte dell’amministrazione, abbiamo chiesto di farsi portavoce della nostra richiesta. L’amministrazione dovrebbe avere le nostre stesse preoccupazioni, se va male per il commercio va male anche per la città. L’amministrazione rappresenta tutti noi, penso che le nostre preoccupazioni siano le stesse del sindaco”.
“Dopo l’esperienza dello scorso anno spero che non sia di nuovo così, ma mi sarei aspettato delle risposte o delle prese di posizione - prosegue Di Baldassare - mi preoccupa vedere il nostro Festival diventare sempre più mediatico e meno della città. E anche il discorso della nave è molto pericoloso. Dobbiamo iniziare a tutelare le attività commerciali, è importante collaborare con radio e tv per proporre le location nelle nostre attività”.
“Si sarebbe potuto ipotizzare di parlarne a dicembre - aggiunge Domenico Alessi per Confesercenti Sanremo - la Rai non cambia mai idea, inutile pensare che potesse farlo a un mese dalla data di inizio, sappiamo i costi e il lavoro che c’è dietro. Ma il tentativo c’è stato ed è stato giusto”.
Critica a Rai e amministrazione comunale anche dalla voce di Olmo Romeo (CNA): “Sarebbe stato opportuno quantomeno valutare un rinvio del Festival perché ormai è palese e chiaro che il picco dei contagi si avrà alla fine di questo mese, proprio in concomitanza con l’evento. Una manifestazione televisiva, ma un evento creato dai nostri nonni per portare ossigeno alle attività in bassa stagione e che la Rai ha tutto l’interesse a svolgere in quel periodo. Per loro la città diventa un grande set televisivo e la cosa ci spaventa molto, Sanremo rischia di non essere più necessaria, è solo un nome”.
“L’amministrazione deve far capire alla Rai che il Festival non può esistere all’interno dell’Ariston senza esistere all’esterno, non in un raggio di 200 metri ma rappresenta il territorio - conclude Olmo Romeo - il Comune, in sede di convenzione, doveva inserire una clausola di salvaguardia come la Rai l’ha inserita con fornitori, cantanti e case discografiche”.
La preoccupazione dei commercianti va anche ai molti colleghi che, già in questi giorni, hanno dovuto abbassare le serrande per via dei contagi tra i dipendenti. Dato il picco previsto per fine mese, la possibilità che qualcuno possa non aprire durante la settimana più importante dell'anno è un rischio concreto.