Domani si svolge la seconda giornata di appuntamenti al Ponente International Film Festival organizzato dall’associazione culturale onlus La Decima Musa, che giunge quest’anno alla sedicesima edizione: in programma due lungometraggi, I racconti di Pàrvana e Earth un giorno straordinario e un corto, Voci dall’entroterra. Tre gli ospiti attesi, l’autore del corto, Simone Caridi, regista, attore, fotografo e videogiornalista; l’assessore regionale Gianni Berrino e Cristina Bolla della Genova Liguria Film Commission.
Ecco, nel dettaglio, il programma. Si partirà al Cinema Olimpia, dalle 11 alle 13, con I racconti di Pàrvana (Canada-Irlanda, 94’): la storia più che mai attuale di una ragazzina di undici anni, Pàrvana, che nel 2001 vive in un paese del Medio Oriente ricaduto da poche settimane nelle mani di una sorta di pericolosa dittatura religiosa. Dalle 18 ci si trasferirà al Cinema Zeni, con l’intervento dell’avvocato Gianni Berrino, assessore al Turismo di Regione Liguria; alle 18,15, interverrà invece Cristina Bolla, presidente di Genova Liguria Film Commission. A seguire, dalle 19 circa, Cinema e Liguria: Voci dall’entroterra (Italia 2019, 62’) alla presenza dell’autore Simone Caridi, modera Marina Pratelli. Alle 21, Earth, un giorno straordinario (Gran Bretagna 2018, 95’), un viaggio nel mondo della natura e di quello animale nell’arco di ventiquattr’ore, anche se ci è voluto molto di più per realizzare questo capolavoro: ben cinque anni di riprese in 4K e dolby Athmos, con cineprese speciali e droni dell’ultima generazione per le riprese aeree e per gli effetti speciali creati, ad esempio, dalla ripresa delle scimmie volanti.
I racconti di Pàrvana
Titolo originale: The Breadwinner
Regia: Nora Twomey
Cast: Saara Chaudry, Laara Sadiq, Shaista Larif, Ali Baadshah, Noorin Gulangaus
Produzione: Canada, Irlanda, Lussemburgo, 2017
Durata: 94’
Genere: animazione
Parvana ha 11 anni, e sta crescendo in una Kabul sull’orlo del conflitto tra gli americani e l’esercito talebano, nell'Afghanistan del 2001. Vive con la madre malata, la sorella maggiore, un fratellino e il padre, mutilato di guerra. Mentre sta vendendo degli antichi oggetti di famiglia, la ragazzina viene presa di mira da alcuni soldati, e solo il provvidenziale intervento del padre evita il peggio. L’uomo viene arrestato per vendetta con false accuse e rinchiuso in prigione. In una società che proibisce alle donne ogni diritto, persino quello di uscire di casa da sole, Parvana è costretta a tagliarsi i capelli e camuffarsi da maschio per aiutare la famiglia. Con intrepida perseveranza accetta i lavori più strani, trovando la forza di resistere nelle storie che le raccontava il padre, e che a sua volta diffonde. Per ritrovarlo, rischierà la vita. Paradossalmente, sarà proprio un soldato talebano ad aiutarla. Basato sui romanzi Sotto il burqa, Il viaggio di Parvana, Il mio nome è Parvana, trilogia best seller della scrittrice canadese Deborah Ellis, I racconti di Parvana - The Breadwinner nella versione originale - è un film d’animazione emozionante e senza tempo sul potere trascendentale e taumaturgico delle storie, che scava nel dramma di un Paese dominato dall’integralismo islamico.
Prodotto da Angelina Jolie, da anni paladina delle cause umanitarie anche in campo cinematografico, è un ritratto dall’estetica minimale e raffinata di una società sottomessa a un maschilismo arcaico e violento, sulla scia di Persepolis, lo splendido film d’animazione di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud, che dieci anni prima ha raccontato le vicissitudini di una bambina iraniana. Una delle caratteristiche più apprezzabili dell’opera è la capacità di non cadere in patetici e facili stereotipi, dando vita a personaggi credibili, facili da amare.
Earth
Titolo originale: Earth: One amazing day
Regia: Richard Dale, Peter Webber, Lixin Fan
Cast: Robert Redford, Diego Abatantuono, Jackie Chan
Produzione: Gran Bretagna, 2017
Durata: 97’
Genere: documentario
Un viaggio stupefacente, che svela l’eccezionale potenza della natura. Ventiquattro ore nel più incredibile dei pianeti conosciuti: la Terra. Un solo giorno, straordinario, per innamorarsi della natura e delle sue creature, grandi e piccole, seguendo il percorso del sole, dalle vette più alte alle isole più remote, dalle giungle esotiche a quelle urbane. Ci sono opere cinematografiche che hanno un dono: stupire. Piccoli miracoli da seguire con gli occhi sgranati e il cuore spalancato, da un fotogramma all’altro, sperando che non finisca mai. Earth - un giorno straordinario racchiude già nel titolo la magia contagiosa che racchiude, il racconto concentrato in 24 ore dell’universo di tante vite, meravigliose solo per il fatto di esserci, e dei luoghi in cui la loro esistenza scorre, selvaggia o pacifica, misteriosa o semplice. E non poteva che essere la BBC Earth Films, già produttrice di un altro capolavoro naturalistico come Earth – La Nostra Terra a realizzare questo attesissimo sequel.
Un documentario diretto a sei mani, ricco di tenerezza e umanità, nel senso migliore del termine, dettate dal desiderio di catturare soprattutto i più giovani, convincendoli all’amore per un Mondo che ha sempre più bisogno di attenzione e cura. Il titolo parla di una sola giornata, ma uno dei punti di forza di quest’opera è stato il numero illimitato di giornate concesse dalla produzione. Non è infatti stata messa fretta ai tre registi, Peter Webber (nominato agli Oscar) Richard Dale (vincitore di un premio BAFTA) e Lixin Fan (primo documentarista cinese ad aggiudicarsi un Emmy in due categorie) al montaggio, per terminare il loro lavoro. E neppure limiti alle risorse, forti degli incassi da blockbuster raccolti dal documentario precedente: 112 milioni. E così, il film è stato girato in cinque anni - ma consegnato agli schermi dopo oltre dieci - da un team di cento operatori dotati di tutti i più moderni strumenti tecnologici, distribuiti su tutti i continenti, dalle isole più remote dell’Antartide, alle giungle esotiche dell’Asia, dal Bush australiano al deserto africano, per riprendere più di quaranta specie diverse. Venti giorni solo per i colibrì dell'Ecuador, venti per le scimmie Langur, un mese per le giraffe, uno per i pinguini, hanno permesso di aspettare gli animali, restando in attesa della meraviglia, di una sorpresa, uno scarto, un’azione straordinaria.
Voci dall’entroterra
Regia: Simone Caridi
Produzione: Italia - 2020
Durata: 62’
Genere: documentario
Un documentario sul Ponente Ligure, ma soprattutto una sorta di indagine sulle sue radici storiche, culturali e umane e i mutamenti nel corso del tempo di un territorio prezioso e difficile. Dieci voci, dieci testimonianze diverse, e molte bellissime immagini, raccolte tra Isolabona e Mendatica, per cercare di arrivare ad un racconto corale che faccia conoscere meglio l’entroterra dell’estremo lembo occidentale della Liguria. Il documentario, di 62 minuti, è il frutto di un lungo percorso produttivo iniziato nell’ottobre del 2016 e conclusosi quattro anni dopo. Un progetto nato dall’incontro tra il regista Simone Caridi e Diego Rossi, alias Jack Green, filosofo e guida ambientale-escursionista molto conosciuto in zona e non solo. In quell’occasione hanno deciso di raccontare qualcosa che amano e che li accomuna: il loro territorio, e soprattutto l’Entroterra. «Non ci siamo concentrati solo su una valle», spiega il regista. «Ma ne abbiamo messe in relazione alcune, cercando, in fase di montaggio, di unire tante voci in una sola per cercare i punti in comune, se ce ne fossero stati». Sono state così raccolte, in una sorta di indagine, dieci testimonianze di persone diverse, che diversamente vivono quei luoghi, tra Isolabona e Mendatica, per capirne i cambiamenti rispetto alle loro radici più profonde, la filosofia di una cultura contadina che si è persa, cambiando radicalmente nel corso degli ultimi cinquant’anni, il tutto impreziosito dalle splendide immagini di quei luoghi. Spiega ancora Caridi: «Questo progetto, completamente autofinanziato, ha visto la luce dopo tanto tempo e tante peripezie, compreso il lockdown che ne ha ulteriormente ritardato la presentazione. E’ stato un viaggio ripido e tortuoso proprio come i nostri sentieri, ma dobbiamo ringraziare tutte le Voci e tutte le persone che hanno collaborato, con le immagini, come Nicola Ferrarese, Claudio Cecchi, Davide Avena o per l’audio, con Germano Castello e l’arrangiamento e le musiche di Antonio Russo e i Taità, e i molti altri che ci hanno aiutato per amore della nostra terra». Paolo Veziano, olivicoltore di Isolabona, Marco Cassini, storico di Apricale, Giuliano Porcida, artista di Triora, Francesco Guglielmi, agricoltore di Perinaldo, Renè Ausenda, artista di Baiardo, Marino Magliani, scrittore di Prelà, Giampiero Laiolo, storico di Carpasio, Nino Lanteri, memoria “vivente” di Realdo, Daniela Lantrua, restauratrice, Legambiente di Molini di Triora ed Emidia Lantrua, amministratrice locale, di Mendatica. Sono loro, i protagonisti di questo documentario, le voci che narrano il “loro” entroterra. Dieci testimoni, ognuno con le sue peculiarità, di come siano cambiati i luoghi in cui sono nati e cresciuti, umanamente e professionalmente. Quasi un altro mondo, seppure fedele alle tradizioni più antiche, quello di oggi, rispetto agli anni Cinquanta, in cui prevaleva una cultura contadina. Una galleria di immagini intime, nostalgiche, profondamente “vissute” in prima persona. Un racconto di racconti, che restituisce voce alle voci dimenticate del cuore aspro e dolce dell’estremo Ponente Ligure.
Tra gli ospiti, dal mondo del cinema arriva Simone Caridi. Nato a Sanremo nel 1989, Simone Caridi è regista, autore, direttore alla fotografia, attore, Fotografo. Nel 2009 frequenta la Scuola D’Arte Cinematografica di Genova. Si diploma in Regia Cinematografica, dopodiché comincia a lavorare su vari set e produzioni indipendenti in Liguria e nel nord Italia. Grazie all'incontro col Dop Diego Casciola, comincia lo studio sulla fotografia cinematografica che diviene una delle sue attività principali. Dal 2011 collabora attivamente come regista e direttore alla fotografia con l’AssociaIone Sanremo Cinema e dal 2014 col Gruppo Mitosis. Firma la sceneggiatura e la regia di diverse produzioni, da videoclip a cortometraggi, in particolare sul genere Gotic/Horror, finalisti in numerosi festival (Italian Horror Film Festival, Philipe K. Dick Film Festival, Paranormal Film Festival, Epizephiry Film Festiva, Vionaria Film Festival, Video festival Ciak). Come direttore alla fotografia collabora con i registi Marco Di Gerlando (“Nella Tasca del Cappotto”), Paolo Percopo e Germano Castello (“Ashen Dawn”’, Riccardo Di Gerlando (“ 33 Giri”, “L' Amore Incompreso”, “Tattoo”, “A Regola D'arte”), Eugenio Ripepi (“ Come l'acqua ad un'aiuola”) vincendo il premio alla Miglior Fotografia nella categoria Dramedy al Rome Web Awards e due menzioni speciali per la stessa al Wag Film Festival e allo Zed film festival di Los Angeles. Dal 2015 si occupa di corsi ed eventi sull'audiovisivo. Già direttore artistico e organizzatore del Festival Di Cortometraggi “Il Corto In Spiaggia” ad Arma di Taggia, nell’Imperiese, è titolare della casa di produzione Skull Joke Production. Il suo ultimo lavoro è il documentario “Voci dall’entroterra”. Tuttora in lavorazione il lungometraggio fantasy “Artifex”. Attualmente video-giornalista per la testata d’informazione locale RivieraTime.
Ingresso gratuito con green pass obbligatorio.