Venerdì prossimo dovrebbe (usiamo il condizionale perché qualcosa potrebbe ancora cambiare) entrare in vigore l’obbligo del ‘Green Pass’, il documento per entrare in bar e ristoranti e per svolgere altre attività sociali. Anche nella nostra provincia sono molte le perplessità delle associazioni di categoria sull’applicazione della normativa, soprattutto sul piano logistico.
Il certificato verde, lo ricordiamo, viene rilasciato a chi ha concluso la vaccinazione con prima e seconda dose, ma anche a chi non avendola ancora finita è in attesa della seconda. Ottiene il Green Pass chi è stato malato ed è guarito entro i 6 mesi antecedenti al rilascio della documentazione. Verrà data la possibilità anche a chi non si è vaccinato di ricevere il Pass, solo se dimostra un risultato negativo al test molecolare o antigenico.
Mentre le associazioni di categoria stanno girando a Roma le domande degli associati, c’è anche chi chiede di far slittare l’obbligo a fine agosto e chi, invece, ha addirittura detto un secco ‘no’ all’attuazione. E’ il caso della Confesercenti imperiese, che si è dichiarata contraria al ‘Green pass’ per ristoranti, bar e alberghi. Ma, quindi, cosa accadra? Lo abbiamo chiesto a Mimmo Alessi, presidente locale: “Innanzi tutto i nostri associati sono liberi di fare quello che vogliono e nessuno farà proteste. Noi, però – ci ha detto – abbiamo voluto sottolineare che non siamo degli ‘sceriffi’ anche se noi abbiamo dato la contrarietà come indicazione”. Dalle indicazioni di Confesercenti, però, emerge la volontà di non chiedere il ‘pass vaccinale’ ai propri clienti da venerdì prossimo. Una scelta che, ovviamente, troverà le problematiche legali sui controlli che, successivamente, verranno eseguiti dalle forze dell’ordine.
Fipe Confcommercio sta raccogliendo le richieste degli associati, poi trasmesse a Roma, per una serie di casistiche difficili da risolvere. “Sembrano cose da poco – dice Enrico Calvi – ma sono problemi logistici seri. Ad esempio, se io ho dei clienti con qualcuno senza pass e mangiano fuori. Inizia a piovere, come faccio? Posso farli entrare? E i clienti stranieri devono averlo? Sicuramente il ‘Green Pass’ è stata una mossa per dare una spinta alla vaccinazione più che per fare dei veri e propri controlli. Sicuramente c’è tanta gente male informata e che fa dei social, solitamente utilizzati per fare proprio un’informazione sbagliata. Nella nostra zona sono stati sospesi sulle app alcuni locali perché, dopo aver appoggiato il pass, sono stati sommersi di insulti. Fortunatamente le percentuali di vaccinati iniziano a essere buone e chi fa dei polveroni sulla faccenda è fortunatamente un numero minimo. Dobbiamo già metterci nel cervello che ci sarà anche una terza e una quarta vaccinazione, anche perché in caso contrario l’unica soluzione al momento è far fallire l’economia e chiuderci in casa”.
Di fatto come vi state organizzando con gli eventuali controlli da venerdì? “C’è un’applicazione che permette di controllare velocemente il Qr Code del pass – termina Calvi – anche se per fortuna siamo in una stagione in cui poche persone mangiano all’interno. Riteniamo comunque una forzatura, quella di affidarci il controllo dei pass, dopo averne viste ormai troppe. E’ anche vero che dobbiamo scongiurare una nuova chiusura, tenendo conto che in Spagna si sta già vivendo una situazione di pre crisi, con l’instaurazione del coprifuoco. Dobbiamo scongiurare questo e, se per farlo bisognerà controllare il ‘Green Pass’, lo faremo. Il problema è esclusivamente informativo, perché mancano ancora molto da Roma, come ad esempio anche quella della vaccinazione dei dipendenti”.
Anche Cna si schiera, da una parte a favore del ‘Green pass’ ma, dall’altra anche contro, chiedendo delle norme che dovrebbero essere concordate tra il legislatore e la base che lavora in mezzo al pubblico: “Intanto aspettiamo alcune delucidazioni sulla gestione – ci ha detto Olmo Romeo - perché ci sono molti problemi irrisolti. Ad esempio per constatare che il pass sul cellulare è della stessa persona o meno. Cosa facciamo, dobbiamo chiedere la carta d’identità? E se il cliente non ce la vuole fornire cosa facciamo? Chiamiamo le forze dell’ordine? Fondamentalmente le regole ci sono già per il distanziamento sociale e la mascherina nei luoghi di aggregazione oltre al proseguimento della campagna vaccinale. Mi auguro a nome dell’associazione che rappresento, che si faccia slittare l’applicazione del provvedimento a fine agosto e non prima”.
Romeo, inoltre, sottolinea alcuni stralci della normativa che stridono con il vivere quotidiano: “Stiamo anche vivendo un paradosso nei locali: se io ho clienti che non hanno il pass e sono seduti fuori ma hanno bisogno del bagno? Non possono teoricamente entrare e, quindi, cosa facciamo? Emerge il solito problema che, quando vengono messi in atto decreti di questo genere, non vengono coinvolte le associazioni di categoria che vivono i problemi giornalmente. Noi non facciamo una battaglia contro il ‘Green pass’ ma servono più confronti con chi lavora sul campo. E’ termina con la questione della vicinanza con la Francia: “Stiamo vivendo un ulteriore problema, quello della vicinanza con la Francia e la nostra zona dovrebbe essere presa in considerazione in modo omogeneo con i cugini francese, altrimenti si creano problemi al turismo, unico vero motore della nostra provincia. Spesso i francesi arrivano e ci dicono ‘ma da noi non è così’. Allora, se vogliamo l’Unione Europea cerchiamo di applicare norme uguali e simili, soprattutto su queste che sono molto importanti”.
La posizione di Confartigianato è nelle parole di Carlo Rovere, responsabile del settore per l’associazione di categoria: “Il nostro pensiero va a chi esercita la professione nei bar e ristoranti che, già ora, devono imporre l’uso della mascherina. Noi non possiamo chiedere la carta d’identità, anche se noi ci allineeremo alle normative. E’ comunque un ulteriore aggravamento del lavoro per chi sta dietro al bancone. Cosa facciamo se ci dicono che non hanno il pass, lo mandiamo via? Bisognerebbe rivedere un pochino le regole perché non è di facile gestione per noi. Per chiedere i documenti ci vorrebbe un organo preposto e, comunque, rimane una faccenda molto complicata. Sicuramente ci vorrebbe il buon senso delle persone, che dovrebbero fare il vaccino ed entrare nei locali facendo la massima attenzione per non aggravare la situazione sanitaria e anche chi lavora nei pubblici esercizi”.
Approfittiamo ancora una volta della durata della certificazione verde che, ricordiamo, non è uguale per tutti.
Varrà 9 mesi dal giorno in cui è stata somministrata la seconda dose di vaccino, 6 mesi per chi ha sviluppato la malattia è appena 48 ore per chi ha fatto il tampone o il test rapido risultando negativo. Il Pass è esteso anche in zona bianca e ad averlo dovranno essere tutti quelli con età superiore ai 12 anni.
Dove serve il Green Pass?
- Ristoranti dove la consumazione sarà al chiuso (nessun obbligo di Pass all’aperto)
- Bar (concessa solamente la consumazione in piedi al bancone senza certificazione)
- Cerimonie, come era già stato stabilito e quindi di legge da alcuni mesi
- Ospedali e strutture protette per far visita agli ammalati
- Piscine (al chiuso)
- Palestre
- Sport di squadra
- Centri benessere
- Fiere
- Congressi
- Concerti
- Teatri
- Cinema
- Concorsi
- Sale gioco e divertimento
Non si potrà quindi accedere senza la certificazione a nessuno di questi posti. In caso di violazione si ricorre ad una sanzione che varia dai 400 ai 1.000 euro sia per l'esercente che per l’utente. Nel caso in cui la violazione fosse ripetuta per tre volte in giorni diversi, l'esercizio potrebbe essere chiuso da uno e fino ad un massimo di 10 giorni. Il certificato si può scaricare dal sito apposito inserendo il numero della tessera sanitaria e un codice authcode ricevuto per sms o email, oppure, dal fascicolo sanitario elettronico regionale o tramite le App Io e Immuni.