Politica - 21 giugno 2021, 18:27

Da Ventimiglia la protesta dei Sindaci: "Giù le mani dall'ospedale di Bordighera. Pronti a consegnare le fasce al Prefetto"

I primi cittadini vogliono risposte chiare soprattutto da Regione Liguria e dal presidente Giovanni Toti che, secondo indiscrezioni, verrà a parlare dell'ospedale il prossimo 1° luglio

Le immagini da Ventimiglia

Le immagini da Ventimiglia

Una protesta simbolica, consegnare al Prefetto le fasce tricolore, simbolo del sindaco. Questo quanto paventato nel corso dell'assemblea degli amministratori dei comuni del comprensorio intemelio, in merito alla retromarcia di Regione Liguria sulla gestione privata del 'Saint Charles', l'ospedale di Bordighera. 

Una comunicazione che ha colto di sorpresa non solo i cittadini, ma anche le sindaci che oggi si sono dati appuntamento a Ventimiglia per confrontarsi sul tema. Sono molte le preoccupazioni in merito al futuro dell'ospedale bordigotto che di fatto, al momento fa i conti con una non rassicurante nebbia all'orizzonte. Ora i primi cittadini chiedono risposte chiare a Regione Liguria e al presidente Giovanni Toti che dovrebbe arrivare nell'estremo ponente il prossimo 1° luglio. 

La questione 'Saint Charles' sembrava definitivamente chiusa dopo anni di polemiche e, invece, oggi sembra tutto da rifare. E i tanti interrogativi si riassumono nella lettera inviata alla redazione questa mattina da un nostro lettore.

LA PAROLA AI SINDACI



Intanto dall'incontro i sindaci hanno manifestato una linea comune, tra lo sconcerto e la rabbia per la decisione assunta da Regione:

 "Lascia l'amaro in bocca il modo con cui è stato comunicato. - ha commentato il sindaco di Bordighera, Vittorio Ingenito - Però c'è anche un po' di rabbia anche perché l'immobile è del comune con la convenzione di affidarlo come ospedale. Una convenzione che è ancora valida, perché confermata nel bando di aggiudicazione ai privati. L'ospedale deve essere sede di pronto soccorso integrato con i servizi ospedalieri ed un rafforzamento di emergenza e urgenza. Poi la Giunta ha stravolto l'impostazione degli ultimi 5 anni. Viene richiamato il piano nazionale, dove potenziare gli ospedali di comunità per pazienti che hanno bisogno di servizi di breve durata. Questo significa che si tratta di poco più di una RSA. Dal Dg dell'ASL ho avuto rassicurazioni sul punto di prima necessità ma, dopo aver parlato con i medici dell'ospedale, sembra che sarà difficile mantenere il pronto soccorso, perché c'è carenza di medici e infermieri. Noi ci troviamo in una situazione in cui il Governatore ci ha detto che ci sono altre priorità e il privato non va più bene. Non dimentichiamo che il contratto preliminare prevede degli impegni, sia del privato che del pubblico".

"Stiamo vivendo una situazione paradossale. - ha affermato Armando Biasi, primo cittadino di Vallecrosia - Abbiamo una filiera di amministratori regionali e parlamentari che dovrebbero difendere il territorio. Dobbiamo prendere coscienza che, o ci stacchiamo dalle casacche o non otteniamo nulla. Chi è di Imperia difende il suo territorio mentre nessuno difende Bordighera che invece ne avrebbe bisogno, tenuto conto del territorio che serve. Non dimentichiamo che siamo un 'figlio di un Dio minore' con lAurelia bis. Questo perché la capacità degli imperiesi è stata quella di venirci a raccontare le cose ma, alla fine abbiamo perso tutto. Senza dimenticare i problemi degli extracomunitari, trovandoci in una situazione da terzi mondo. Io non ho tessere politiche ed esprimo il mio pensiero per il bene comune. Credo che l'ospedale deve essere al primo posto, senza dimenticare la viabilità".

Sulla stessa linea anche Davide Gibelli di Camporosso: "Sono molto preoccupato per la situazione, visto che pian piano perdiamo i pezzi e andiamo verso una deriva sanitaria. In questo momento dobbiamo unire le nostre forze ed avere una comunione di intenti e condivido l'idea di un protocollo unito, da presentare alla Regione io 1° giugno. Toti e la regione devono dare risposte precise su cosa accadrà all'ospedale, se diventerà privato o rimarrà pubblico. Ci devono dire se è andato tutto a monte col privato o se si procede. Da qui dobbiamo partire perché, nel bando era scritto chiaramente che doveva esserci il Pronto soccorso. Tutti gli amministratori ponentini ritengono che sia il reparto fondamentale per il comprensorio intemelio, per salvaguardare la vita delle persone che vivono nell'entroterra. Devono essere soddisfatte le emergenze e,  allo stesso tempo, dobbiamo avere risposte chiare sui reparti che dovranno essere insediati nell'ospedale, pubblico o privato che sia".

"Sono davvero arrabbiato anche perché non capisco se è il privato che si ritira o c'è qualche altro problema. - dice Fulvio Gazzola, sindaco di Dolceacqua - L'ospedale di Bordighera è forse l'unico che ha possibilità di sviluppo. Non sappiamo nulla sul preliminare fatto, ma dobbiamo sapere di chi sono le colpe. C'è qualcosa che non mi quadra e mi sembra di capire che a Imperia sono contro di noi. In questi anni abbiamo fatto tante lettere ma ora noi dobbiamo passare ai fatti. E il Recovery Fund? Quando arriveranno i soldi? E se il privato non rispetta il contratto e paga le penali cosa succede? Chiudiamo l'ospedale? Penso che, al momento, l'unica soluzione sia quella del privato. Invito i miei colleghi a un intervento 'forte' per smuovere chi di dovere".

"Toti non può permettersi di fare queste dichiarazioni sulla pelle dei cittadini.
- denuncia Roberto Trutalli di Pigna - E, magari, potrebbe fare qualche viaggio in più nel ponente e meno a Roma. Deve dare deleghe politiche fondamentali come il Bilancio e la Sanità. Noi rappresentiamo un territorio molto particolare, che si disfa e che non vede investimenti importanti da anni".

Carlo Alessi

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