Per il secondo anno consecutivo, anche oggi a Sanremo una Festa della Repubblica in tono pacato, anche in ottemperanza alle disposizioni anti Covid, che vietano gli assembramenti. Il Comune matuziano ha comunque voluto ricordare l’importante momento di ricordo, a 75 anni dal Referendum che ha sancito l’inizio della nostra repubblica dopo la monarchia e, a un anno dalla fine della seconda Guerra Mondiale.
E’ stato il Sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, a guidare la cerimonia, affiancato dal Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Mons. Antonio Suetta, e dalle massime cariche militari della città. Con loro, ovviamente, tutte le associazioni del territorio per una festa che, ci si augura, dal prossimo anno possa tornare alla normalità con il raduno in piazza Colombo, il corteo ed il ricordo (come oggi) davanti ai monumenti cittadini.
E’ comunque stato un momento importante per la storia del nostro paese, che vuole ripartire dopo 15 mesi di pandemia. E il Sindaco ha voluto dire due parole, molto semplici ma significative: “Il 2 giugno è un giorno di ripartenza, del passaggio dalla monarchia alla repubblica. Credo che, da questa ripartenza e da questo giorno si possa ripartire tutti e voglio ringraziarvi, sperando che il prossimo anno si possa festeggiare come negli anni scorsi”.
Sono passati 75 anni, da quando gli italiani furono chiamati alle urne per votare al Referendum sulla forma istituzionale dello Stato. La scelta determinò quale tipo di governo si sarebbe instaurato dopo anni di guerra e di regime fascista. Il quesito referendario sancì la fine della monarchia nello stivale.
Oggi, in quasi tutte le città italiane e della nostra provincia, sarà ricordato quel 2 giugno 1946 quando, a poco più di un anno dal termine della guerra, con il Referendum si diede addio alla monarchia, abbracciando un nuovo Stato. A urne chiuse, secondo i dati in possesso della Corte di Cassazione, furono 12.717.923 i cittadini favorevoli alla repubblica, mentre 10.719.284 cittadini i voti per la monarchia.
Negli stessi giorni, domenica 2 e lunedì 3 giugno, si tennero le elezioni dell'Assemblea Costituente a cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale con la Democrazia Cristiana che superò il 35%, il Partito Socialista sfiorò il 21% mentre il Partito Comunista fu prossimo al 19%. Fu la prima volta, dopo la ‘prova’ delle amministrative per diversi importanti centri avvenuta nel mese di aprile del '46, in cui votarono anche le donne. Gli aventi diritto furono quindi tutti gli uomini e le donne che avevano raggiunto i 21 anni di età.
Dieci giorni dopo il democristiano Alcide De Gasperi assunse le funzioni di capo provvisorio dello Stato. Re Umberto II il 13 giugno 1946 lasciò il paese per Cascais, nel sud del Portogallo. Ma in che clima si sviluppò quel voto chiave per le sorti dello Stato italiano? Ripercorriamo gli episodi chiave di quell'importante avvenimento storico per il nostro paese insieme allo storico e professor Aldo Alessandro Mola.