Domani viene celebrata la ‘Giornata mondiale delle Api’, un insetto che è parte della nostra dieta, vista la sua produzione di miele. Dalle nostre parti c’è un’ape importante, quella ‘nera’ del Ponente ligure.
Slow Food ha un progetto che tutela le api e invita tutti a contribuire al raggiungimento di un milione di firme per chiedere all’Unione europea di porre fine all’uso di pesticidi nocivi, principali responsabili della moria di api, aderendo all’iniziativa dei cittadini europei ‘Salviamo api e agricoltori’.
Uno dei produttori di miele, proprio con l’ape nera del Ponente ligure, ha la sua azienda ad Airole, piccolo centro dell’immediato entroterra di Ventimiglia. Si tratta di Fabrizio Zagni, che conferma come si tratti di un ecotipo frutto di un’ibridazione naturale stabile che va avanti da millenni. quella tra l’ape bionda (Apis mellifera ligustica endemica della penisola italiana), e la nera (Apis mellifera mellifera, proveniente dalla vicina Francia).
Vive in un’area limitata “Aspra e dura, tra il mare e la montagna e in parte disabitata” ha raccontato Luciano Barbieri, fiduciario della Condotta Slow Food Val Nervia e Otto Luoghi. L’ape nera si è perfettamente adattata al microclima e alla flora del Ponente ligure, imparando a gestire le risorse e a volare anche in condizioni climatiche avverse.
Ha la capacità di resistere alle minacce che mettono a repentaglio la sopravvivenza di tante altre api, e in particolare l’acaro chiamato Varroa destructor che, insieme ai pesticidi e al cambiamento climatico, è la causa principale di tutti i mali degli apicoltori.
Anche l’ape nera di Airole, però, deve affrontare seri pericoli come il cambiamento climatico, l’utilizzo di pesticidi in agricoltura e ai danni della Vespa Velutina. L’ape nera del Ponente ligure rischia quindi di scomparire a causa dell’introduzione reiterata, da parte dell’uomo, di altre sottospecie di api o di ibridi commerciali.
Fabrizio Zagni, 51enne, si è appassionato all’ape nera del Ponente ligure una ventina d’anni fa e si racconta così a Slow Food: “È stato Nuccio Lanteri, anche lui tecnico della sezione imperiese dell’associazione Apiliguria, a farmi avvicinare a questo lavoro. Personalmente, delle mie api mi considero più come un custode che un proprietario. Allevare un insetto dal quale dipende gran parte dell’impollinazione ed il benessere comune è una grande responsabilità. Introdurre altre sottospecie in questo areale, invece, significa danneggiare la nostra ape autoctona ed il nostro lavoro”.