“Vogliamo futuro”, è lo slogan lanciato dagli operatori del turismo rappresentati da Confcommercio che questa mattina si sono dati appuntamento a Genova, in piazza della Vittoria per lanciare ancora una volta il proprio grido di aiuto per le chiusure che hanno messo in ginocchio le attività dallo scorso autunno.
La manifestazione, annunciata nei giorni scorsi, ha visto la partecipazione di un centinaio di baristi, ristoratori, balneari, e titolari di altre attività turistiche, tra cui alcuni rappresentanti della provincia di Imperia.
“Volevo ringraziare Autostrade per l'Italia perché siamo rimasti bloccati, - ha commentato il presidente di Confcommercio Sanremo Andrea Di Baldassarre - ed è importante per una regione come la Liguria che per l'80 per cento del turismo conta sul trasporto di gomma, sapere di essere così lontani dall'avere una viabilità accessibile per i nostri turisti. Fatta questa premessa la situazione è drammatica, oggi scendiamo in piazza per gridare i problemi di padri, madri, famiglie che si trovano in una situazione imbarazzante, oltre al danno economico ci si trova in una situazione in cui non si sa quando si riaprirà, con politici che purtroppo hanno perso la loro credibilità in questo anno a qualsiasi livello, hanno poco ascoltato le nostre esigenze e la nostra importanza del momento, e la necessità di avere delle risposte concrete”.
“Un brutto sogno che dura da troppo tempo, - ha dichiarato Enrico Calvi, presidente Fipe Confcommercio - l'unico modo per poterne uscire è avere una programmazione che ci possa far portare una ottimistica riapertura, con una forte adesione dei protocolli di sicurezza che devono essere sicuramente inaspriti e resi più funzionali per le aziende, ma permettere a queste di fare un doppio servizio pranzo e cena. Non è possibile pensare che una forza economica così importante per il paese ferma da ormai il mese di novembre. Dobbiamo rimettere in cantiere le aperture in sicurezza, ma poter creare l'economia nei nostri locali”.
Esigenze che condivide Di Baldassarre: “A oggi noi sappiamo che se le attività fossero aperte è ovvio che lavorerebbero, la gente ha voglia di uscire, di lavorare. Io spero che si arrivi prima delle aperture dell'anno scorso, l'anno scorso abbiamo aperto il 18 maggio, quindi abbiamo già perso un mese e mezzo di lavoro, speriamo che quest'anno verso fine aprile si vada verso un'apertura lenta ma mirata. Ricordiamo che per ristoranti e bar, zona gialla e zona arancio sono come fossero zona rossa”.
Sul fronte vaccini si discute sull'opportunità di farli alle attività economiche, Calvi spiega:
“Possiamo testimoniare che nella zona di frontiera la vaccinazione ai transfrontalieri ha portato a una riduzione dei casi in maniera significativa, quindi dove sono andati a fare le vaccinazioni sulle forze lavoro i risultati ci sono stati. È ovvio che la priorità debba riguardare le fasce deboli a rischio vita, ma non possiamo sottovalutare che la vaccinazione di massa della parte produttiva possa dare davvero una ripartenza”.