Eventi - 10 febbraio 2021, 07:11

Festival di Sanremo 2021: un anno fa la prima 'festa' al Casinò, ieri solo on line. Ma non chiamiamolo 'Covid Festival' (Foto)

Dalla classica aiuola, dove una creazione artistica limitava gli spazi, all’angolo con porta teatro, in un casinò gremito. Quest’anno… niente, il vuoto più totale. Che tristezza!

Festival di Sanremo 2021: un anno fa la prima 'festa' al Casinò, ieri solo on line. Ma non chiamiamolo 'Covid Festival' (Foto)

Poco più di un anno fa, era il 14 gennaio (ma il Festival partiva con un mese di anticipo rispetto a quest’anno) quando la kermesse canora scaldava i motori con la classica conferenza stampa di presentazione. Il Covid-19 era un qualcosa che ci arrivava dalla Cina e, quasi tutti ammettiamolo, pensavamo che finisse come la Sars e che noi saremmo stati al sicuro.

Ieri tutto era cambiato. Abbiamo fatto un giro là dove lo scorso anno c’era la festa: Amadeus e le ‘sue donne del Festival’ si mettevano in posa per i fotografi. Già lo scorso anno un cambio di rito perché erano in troppi. Dalla classica aiuola, dove una creazione artistica limitava gli spazi, all’angolo con porta teatro, in un casinò gremito. Quest’anno… niente, il vuoto più totale. Che tristezza!

Questo è il Festival 2021, ma non chiamiamolo il ‘Covid Festival’. Non facciamolo soprattutto per il rispetto di chi ha sofferto, di chi soffre ancora e di chi non c’è più ma, purtroppo, sarà così. Perché già ieri lo abbiamo raccontato in questo modo. Amadeus, Fiorello e i vertici Rai a Roma; Sindaco, Assessore ed esponenti ‘sanremesi’ in sala Giunta, collegati via web per la presentazione ufficiale. E’ triste ma è così, dobbiamo accettarlo.

E sarà così anche a marzo, perché vi racconteremo un Festival diverso. Una trasmissione televisiva in un teatro asettico, in una città che non potrà fare festa, una Sanremo che non potrà accalcarsi per vedere, per toccare il proprio beniamino. Ma dobbiamo farlo, lo dobbiamo a chi soffre e siamo costretti a tenere duro, affinchè non si ripeta. Dobbiamo perché il 2022 sia, dopo l’edizione della ‘consapevolezza’ del ‘70+1), si possa veramente pensare a quella della ‘ripartenza’.

Una mattina senza festa, senza le ‘bellone’ del Festival, senza le telecamere e i microfoni che si intrecciano per portare via una dichiarazione, un’intervista. No, una mattina diversa come sarà anche a marzo e che, visto che le brutte notizie non arrivano mai da sole, ci consegna anche la possibilità di una ‘zona rossa’ che tra poche ore potrebbe ulteriormente ‘bloccarci’. Avevamo appena fatto la bocca a quella ‘gialla’, che ci consentiva bar e ristoranti aperti fino alle 18 e ora? La conferma deve ancora arrivare ma sembra certo l’inasprimento delle restrizioni.

La zona rossa comporterebbe una interruzione di tutte le attività non indispensabili: negozi, attività di ristorazione, scuole, musei ma anche una stretta sugli spostamenti, consentiti solo per ragioni di lavoro, salute o emergenza. Uno sforzo per arrivare al Festival e poter essere più liberi? Speriamo, anche se questa drammatica situazione della pandemia non si risolverà certo con zone ‘rosse’ o di altri colori. Serve una accelerazione decisa sui vaccini, perché non si può pensare di trascorre un intero 2021 come l’anno scorso. Certo, non è solo il ponente ligure che attende risposte, le vuole il mondo intero. Ma, da questo punto di vista sembra che politica e aziende farmaceutiche non ci sentano molto.

Tornando a Sanremo, quella di ieri è stata la prima vera giornata di Festival ed ora, mentre all’Ariston si sta allestendo il palco e al Casinò le sale stampa, ci attende quasi un mese di ‘attesa’ per la kermesse canora più importante dell’anno che, inevitabilmente dovremo raccontare in modo ‘diverso’.

Carlo Alessi

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