Insieme alle autorità del territorio ha partecipato alla cerimonia per ricordare Guido Rossa, sindacalista ucciso dalle Brigate Rosse ormai 42 anni fa, anche Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia e commissario straordinario per l'emergenza sanitaria da Coronavirus.
La cerimonia è stata l'occasione per fare molto rapidamente il punto con i giornalisti presenti sul processo che vedrà l'ingresso pubblico entrare nelle acciaierie ex-Ilva, ipotesi ormai prossima alla realizzazione rispetto alla quale Arcuri dimostra un certo ottimismo: "Abbiamo fatto un faticoso e, alla fine, proficuo negoziato che si è concluso. Stiamo aspettando l'autorizzazione dell'Antitrust europea, pensiamo che arriverà in pochissime settimane e a febbraio si realizzerà la prima fase dell'ingresso dello Stato nel capitale".
Naturalmente Arcuri è stato sottoposto anche a diverse domande circa il futuro del piano vaccinale italiano, partito bene, ma in forse anche a causa dei ritardi delle aziende produttrici nella consegna dei lotti di vaccino, ridotti in maniera drastica per il momento.
"Stiamo combattendo una battaglia lunga e molto faticosa, i vaccini sono l'unico sistema per concludere questa battaglia e tornare alla normalità, non ne conosciamo altri e probabilmente non ne esistono altri - ha spiegato Arcuri -. Stiamo reclamando alle aziende produttrici, in particolare una, che all'Italia arrivino tutti i vaccini che erano stati pianificati e che dovevano arrivare. Nelle ultime settimane abbiamo accusato ritardi che non comprendiamo. Dobbiamo continuare a reclamare perché il diritto alla salute degli italiani non è un valore che si può negoziare. Non penso siano sufficienti rassicurazioni, servono i vaccini".