Attualità - 02 dicembre 2020, 12:01

Camera di Commercio: aperti i 'giochi' per le elezioni dei vertici. Quanto pesano le associazioni di categoria per decidere i 'posti' del nuovo corso?

Le candidature, per il rinnovo del Consiglio, dovranno pervenire entro lunedì. Il vero 'ago' della bilancia, soprattutto a Imperia, sono Confcommercio, Confindustria, e il settore del 'credito e assicurazioni'. Ecco tutti dati e gli scenari che si prospettano

Camera di Commercio: aperti i 'giochi' per le elezioni dei vertici. Quanto pesano le associazioni di categoria per decidere i 'posti' del nuovo corso?

Anche se incombono su tutto il territorio nazionale le incertezze dovute alla pandemia da covid-19 per la 'Camera di Commercio Riviere di Liguria', che comprende le province di Savona, Imperia e La Spezia, si può dire che è partita la corsa alla presidenza e al rinnovo degli organi. Dopo le dimissioni di Luciano Pasquale come reggente è stato nominato il 26 agosto scorso il vice presidente vicario Enrico Lupi, attuale presidente di Confcommercio Imperia e membro del consiglio nazionale di Confcommercio. Per Lupi votarono a favore 25 membri su 27, segno questo che la sua nomina è stata condivisa da tutte le anime delle categorie e delle associazioni che compongono la Camera di Commercio.

Superata, però la crisi post dimissioni di Pasquale le organizzazioni imprenditoriali, le associazioni dei consumatori e degli utenti nonché le organizzazioni sindacali dei lavoratori hanno dato il via ai dialoghi interni per la scelta del nuovo presidente e di conseguenza del Consiglio, della Giunta e del Collegio dei revisori dei conti. Il 28 ottobre scorso infatti, è partita la procedura per la determinazione del grado di rappresentatività di tutte le organizzazioni e associazioni finalizzate al rinnovo del Consiglio della camera di Commercio per il quinquennio 2021-2026. Le candidature dovranno pervenire entro il lunedì 7 dicembre. Al rinnovo del consiglio verranno applicate le disposizioni della legge 'Madia' e quindi i consiglieri passeranno da 33 a 25.

La distribuzione dei voti e anche del 'peso' all’interno degli organi conta due parametri: il numero delle imprese attive alla data delle elezioni delle tre province e il numero degli iscritti di ogni associazione e organizzazione.

Al 31 ottobre scorso, secondo i dati forniti da Unioncamere,  le imprese attive erano 26.118 a Savona, 22.060 a Imperia mentre a La Spezia 17.443. Cifre queste che vedrebbero l’egemonia del savonese, ma nulla al momento è da dare per scontato. Il 'gioco' delle nomine è appena iniziato e quindi gli assi e gli equilibri, soprattutto in provincia di Imperia, che si prospettano secondo alcuni rumors, potrebbero trovare una sinergia con le anime spezzine per avere una maggiore rappresentanza all’interno della Camera di Commercio.

La composizione del Consiglio della Camera di Commercio Riviere di Liguria  per il prossimo quinquennio vedrà questa distribuzione del numero dei consiglieri: Agricoltura 1 seggio, Artigianato 4, Industria 3, Commercio 5, Cooperative 1, Turismo 3, Trasporti e spedizioni 1, Credito e Assicurazioni 1, Servizi alle imprese 3, Organizzazioni sindacali dei lavoratori 1, Associazioni dei consumatori 1 e Liberi professionisti 1. 

Al momento della votazione quindi, si divide il numero degli iscritti di ogni sigla di ogni provincia per attribuire i seggi secondo questa percentuale: Agricoltura 9% , Artigianato 20%, Industria 8%, Commercio 25%, Cooperative 1%, Turismo 14%, Trasporti 3%, Credito e assicurazioni 1%, Servizi imprese 12%, altri settori 4%. Una stessa organizzazione o associazione, a seconda del numero degli iscritti può votare in più ambiti come è il caso della Confcommercio la quale esprime più preferenze in diversi settori diversi dal commercio come turismo e servizi considerato non solo il cospicuo numero di iscritti, ma anche la maggiore rappresentatività attraverso le varie federazioni. La Confcommercio, insieme a Confindustria e al settore del credito e assicurazioni, è il vero ‘ago della bilancia’ per la designazione delle cariche.

Ed il 'peso' della Confcommercio e di molte altre sigle su Imperia soprattutto nell’ultimo periodo sta spingendo per un rinnovo degli organi di matrice imperiese. È la maggiore organizzazione in provincia con oltre 2 mila iscritti. Anche se la Cia, confederazione italiana degli agricoltori, ne ha 2.800, la Confcommercio esprime almeno 7 voti considerato appunto la trasversalità della rappresentanza. Segue il settore dell’artigianato dove la Cna imperiese conta circa 1.600 iscritti e la Confartgianato circa 1200. Coldiretti infine, stima la presenza di 1.500 imprese attive e Confindustria oltre 230 appartenenti. Un dato questo che potrebbe sembrare minore rispetto agli altri, ma nella distribuzione dei voti, poi di fatto rivela la forza della stessa poiché le industrie vengono considerate diversamente, e maggiormente, rispetto agli altri tipi di attività.

La ripartizione dei seggi dovrebbe avere questo schema. Per l'Agricoltura  e Artigianato 3 seggi, l'Industria 6, 7 i seggi del Commercio, uno invece per Cooperative, credito e assicurazione, altri settori, organizzazioni sindacali, associazioni Consumatori ed utenti e liberi professionisti; infine due seggi al turismo e 4 per i servizi alle imprese. Oltre alla matematica, però -soprattutto in provincia di Imperia- va aggiunto anche il discorso dei cosiddetti 'apparentamenti' ossia l’accordo e la condivisione di poteri di voto che avviene tra le varie associazioni e organizzazione. In buona sostanza per avere una maggiore rappresentanza imperiese una sigla può votare un rappresentante di una sigla diversa affinché poi siedano in Consiglio più 'anime' della provincia, anche se appartenenti ad enti diversi, e di conseguenza venga nominata la Giunta e il presidente. I giochi sono aperti, ancora per poco.

Angela Panzera

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