A fronte dell'ultimo D.P.C.M. pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Presidente del gruppo ‘Alziamo i Toni’ Enrico Amalberti scrive una lettera aperta contro le decisioni assunte dal Governo.
“Lo riteniamo giuridicamente illegittimo in quanto discriminante rispetto a determinate categorie lavorative e professionali, in violazione della Nostra Costituzione. Con questo provvedimento il Governo cerca di coprire le proprie mancanze ed i propri ritardi, a discapito delle attività che dovranno chiudere. Ed intanto anche i frontalieri stanno ancora aspettando il ‘loro’ bonus.
Un'altra volta la maggioranza dimostra superficialità e mancanza di organizzazione e di competenze emanando un D.P.C.M. ghigliottina senza predisporre gli opportuni aiuti alle imprese ed alle società che saranno costrette alla chiusura. Il credito di imposta non è sufficiente come aiuto per gli affitti commerciali, in quanto viene corrisposto anche in base ai contributi: ma se i lavoratori saranno in cassa integrazione, quanti saranno i contributi da versare?
Una domanda sorge spontanea: lo Stato prevede forse il credito di imposta per poi pignorarlo in caso la società o la ditta individuale non riescano a pagare le tasse che alla fine dello stato emergenziale arriveranno come una spada di Damocle sul capo dei commercianti tutte in una volta?
Ancora una volta il Governo Conte non ha perso l'occasione per dimostrare la mancanza di tatto nei confronti di chi lavora e delle categorie ‘protette’. Ciò è inaccettabile e chiediamo agli Organi istituzionali competenti, in particolare al Presidente della Regione Toti ed alla Sua Giunta, di intervenire ancora più fermamente nei confronti del Governo, pur consapevoli che ad oggi la maggioranza si è dimostrata sorda alle richieste ed ai sentimenti del Popolo italiano mantenendo in vita assurdità procedurali inconcepibili.
‘Alziamo i Toni’ in maniera ancora più dura, benché rispettosa delle disposizioni attualmente in vigore sta preparando - conclude Amalberti - una serie di emendamenti da presentare in Parlamento al fine di farci sentire come già avvenuto in passato”.