Politica - 30 agosto 2020, 09:08

Imperia: “Il fatto compiuto”, analisi di Rifondazione Comunista su diversi temi caldi in città

“Da molti anni la nostra città è abituata a trovarsi di fronte al fatto compiuto rispetto a tutto ciò che invece dovrebbe essere discusso ampiamente”

Imperia: “Il fatto compiuto”, analisi di Rifondazione Comunista su diversi temi caldi in città

Rifondazione Comunista interviene con una lunga analisi su diverse tematiche calde in città.

Da molti anni la nostra città è abituata a trovarsi di fronte al fatto compiuto rispetto a tutto ciò che invece dovrebbe essere discusso ampiamente, come le scelte macro-urbanistiche. Mentre assistiamo ad un vero accanimento nei confronti dell’edilizia minimale, sempre in estrema difficoltà per lo spostamento di una finestra o la costruzione di un nuovo bagno (interventi che hanno un indotto occupazionale notevole e che sono costretti a tempi di attesa e sanzioni insopportabili) vediamo invece piovere dall’alto, di imperio, trasformazioni gigantesche della struttura urbana. Di due porti commerciali che hanno fatto la fortuna economica e produttiva di Imperia uno è stato trasformato -  non senza opacità pesanti - in porto turistico, e l’altro, destinato in forza della stessa norma a restare e svilupparsi come peschereccio e commerciale, è costantemente sotto attacco.

Commerciale: cioè utilizzato per traffici e trasporti nazionali in grado di allontanare dalla gomma almeno una parte del peso; Ponte Morandi docet: chissà se su quella struttura fossero transitati negli ultimi trenta anni milioni e milioni di tonnellate di merci in meno saremmo ugualmente a piangere 42 vittime e non avremmo avuto invece il tempo di demolirlo noi prima, a 40-45 anni di vita nel 2010 dopo avervi affiancato un sostituto che, lo abbiamo visto, si sarebbe potuto costruire in meno di due anni.

Il problema dell’eccesso di trasporto su gomma e della spaventosa usura delle opere d’ arte come i viadotti può solo attenuarsi con lo sviluppo dei piccoli porti commerciali sparsi sui nostri 7.000 km di costa. Oneglia doveva e poteva dare l’esempio. 

Commerciale, poi, per il trasporto passeggeri: piccoli e medi traghetti per il mediterraneo, navette del mare da Marsiglia a Livorno. Se solo le amministrazioni comunali avessero voluto immaginare un futuro non solo di cartolina per la città.

E invece no, l’ imperatore ed i sudditi più potenti hanno deciso per la progressiva distruzione del porto Commerciale di Oneglia in barba alla norma, ad iniziare dalla ipocrisia dei mega-yacht “commerciali”, stanziali (e stantii) per 10-11 mesi all’ anno, per continuare con la sistematica e progressiva cancellazione degli spazi necessari ad un porto, ottenuti sempre con azioni d’ imperio sottratte ad ogni valutazione e confronto: le cancellate, via via arretrate prima da Calata Cuneo, poi da Calata Oceanica: fatti compiuti, spesso di notte, cui nulla vale l’ opporsi.

E poi l’Agnesi, che non c’ è più né più ci sarà per le responsabilità incrociate di “Capitani vigliacchi” e Politici infedeli al proprio mandato democratico.

Uno scatolone non solo da abbattere per cancellare anche dal paesaggio il potenziale produttivo della Città ma soprattutto da trasformare in pura speculazione residenziale o in tempio del consumo come GDO.

Si, certo, promesse da mercante quelle di Colussi, sia sulla delocalizzazione dei lavoratori (ormai dichiaratamente pezzi meccanici della produzione, e non carne ed ossa, famiglie e legami) come sulla interessante creazione di un museo delle produzioni agroalimentari mediterranee: mercanti, appunto, ma con pretese di tribuni e mecenati. Ed infedeli anch’ essi.

E infine, per ora, le Ferriere: Porta del Mare, che non allude alla Gateway of India, monumento simbolo dell’occupazione coloniale e poi dell’Indipendenza dell‘ India, ma alla cementificazione residenziale speculativa.

Se il fatto compiuto impedisce di fatto un recupero di valori e qualità precedenti, a meno di rivolte e sommosse improbabili e non augurabili, ad esso si debbono far seguire ed imporre scelte successive che minimizzino il danno.

Qualche proposta:

Ex Agnesi

  • Centro museale della alimentazione mediterranea
  • Cantieristica non solo manutentiva ma anche realizzativa per pesca e diporto
  • Scuole di formazione per la Nautica e per la cantieristica navale da pesca e da diporto
  • Silos parcheggio in grado di eliminare dalle strade, gran parte delle auto in sosta selvaggia ancorché a norma. (Beninteso che la mobilità urbana dovrà progressivamente rendere dominante il trasporto pubblico, minimizzare quello privato e trasformarlo nelle moderne forme di sostenibilità)

Ex Ferriere

  • Spazi (Incubatori) per imprese emergenti ed innovative (qualcuno le chiama startup), meglio se in forma cooperativa, a partire, ad esempio dal documento del Ministero per l’Innovazione Digitale pubblicato a gennaio 2020 intitolato “2025: Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese”
  • Parcheggio, manutenzione, rimessaggio, vendita mezzi per la mobilità urbana del futuro: biciclette tradizionali ed a pedalata assistita, monopattini elettrici, skateboard, hoverboard, segway, pattini in linea, .. 
  • Ostello della Gioventù

Calata Oceanica e Calata “Obiettivo 2”

  • Attracco traghetti Ro-ro (imbarco/sbarco autonomo di veicoli gommati carichi di merci
  • navi mercantili 3.000 - 8.000 T per trasporti alternativi alla gomma lungo la penisola ed il mediterraneo
  • Traghetti turistici
  • Navette del Mare: collegamenti lungo tutta la costa, da Marsiglia a Livorno e oltre.

E le famose “stecche residenziali” gli scheletri che fanno bella mostra di sé nel porto turistico, ed oggi sotto controllo statico ?

  • Demolirle, o, in subordine:
  • Abbattere un piano e destinarle ad Ostello della Gioventù, in alternativa, nel caso, alle Ex Ferriere.

Dopo tanti fatti compiuti in sfregio alle norme ed alla progettazione democraticamente condivisa, è ora di iniziare a realizzare un futuro per la città che preveda redditi da lavoro per molti e non rendite per pochissimi: le nostre proposte, ragionevoli e per nulla estranee alla città vanno in questa direzione. Ignorarle, oltre che poco “gentile” significa assumersi di fronte ai cittadini delle responsabilità di cui le prossime generazioni potranno chiedere conto.

C.S.

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