“Mi chiedo se gli esponenti di Sinistra Italiana ritenessero giusto che il Cda dell'Isah lavorasse a tempo pieno, sei, sette ore al giorno senza ricevere un euro”. È la replica di Stefano Pugi, presidente dell'Isah di Imperia al comunicato di Sinistra Italiana, che accusa il nuovo consiglio d'amministrazione, in carica fino al 2024, di essersi attribuito un compenso, in seguito alla privatizzazione dell'ente (QUI).
Gli emolumenti, lordi, sono di 2000 euro al mese per Pugi, 666,66 euro al mese per il vice presidente e 200 euro a seduta per i consiglieri: Jose Silvano, nominata dal comune di Dolcedo, suor Annamaria Finocchio, nominata dalla diocesi di Albenga, Giuseppe Sareri Iraci nominato dal comune di Imperia, Massimo Faraldi, Matteo Fagiolino e Mario Donato, nominati dal cda uscente.
Pugi non intende replicare nel merito. “Si tratta di un compenso, ripeto, mi chiedo se ritenessero giusto che lavorassimo gratis”, spiega a Imperia News. Prima della privatizzazione, essendo l'Isah un 'bene comune', ai membri del cda non spettavano emolumenti.