Attualità - 04 febbraio 2020, 09:26

Imperia: si è aperto con Giorgio Vacchiano il ciclo di incontri su clima e ambiente "Con le nostre scelte possiamo contribuire a salvare il pianeta"

Al centro dell'incontro di ieri le foreste e la loro resilienza

Imperia: si è aperto con Giorgio Vacchiano il ciclo di incontri su clima e ambiente "Con le nostre scelte possiamo contribuire a salvare il pianeta"

E’ partito con Giorgio Vacchiano il ciclo di incontri organizzato dal centro di educazione ambientale del comune di Imperia a tema clima e ambiente, che si terranno fino al 23 aprile all’auditorium della camera di commercio. Le foreste al centro dell’incontro di ieri sera.

Siamo finalmente arrivati all’inizio di questo percorso che consiste in sei incontri, tutti molto importanti – ha commentato l’assessore all’ambiente Laura GandolfoApriamo con Giorgio Vacchiano, una persona che sa essere molto interessante. È un divulgatore scientifico, una persona capace di spiegare l’importanza di mille cose sull’ambiente, lui in particolare spiegherà l’importanza della foresta, quindi la resilienza della foresta e l’importanza che questa ha ai fini dei cambiamenti climatici, un tema di assoluta attualità”.



Parlo di foreste e di quanto possano darci una mano per affrontare il grave problema dei cambiamenti climatici. – ha spiegato Vacchiano - Tra clima e foreste esiste una relazione a doppio filo. Da una parte gli alberi ci aiutano assorbendo una parte del carbonio in eccesso che immettiamo in atmosfera, dall’altra parte soffrono gli effetti di quello che sta succedendo come abbiamo visti nelle ultime settimane in Australia, e non tanto tempo dietro anche in Italia. Cercheremo di capire come lavorare insieme alle foreste per lavorare tutti in un mondo più sano per noi e per i nostri figli”.

La spinta ambientalista dell’ultimo periodo può essere utile per salvare il pianeta? Assolutamente sì. Rispetto a due, tre anni fa il progresso che si è fatto nel 2019, sicuramente grazie ai ragazzi del Fridays, a Greta e alla sua forza ispiratrice, ma anche alle decisioni politiche che sono seguite in Italia, in Europa e in tanti paesi del mondo, è stato inaspettato anche per noi. Quindi un buon segno che volendo i cambiamenti possano avvenire e avvenire anche in fretta. Abbiamo bisogno ancora di grandi cambiamenti, di rivoluzioni nel nostro modo di vivere, e anche di pensarci come società umana su tutto il pianeta, ma io rimango ottimista”.

A proposito di scelte politiche, come giudica l’annunciato ‘green new deal’ dell’Italia? E’ ancora presto per giudicare perché bisognerà vedere come verrà data attuazione a questi programmi. Certamente l’obiettivo di azzerare le emissioni entro il 2050 è un obiettivo ambizioso. Dovremo da subito riaggiornare il piano energia-clima che abbiamo appena consegnato all’Unione Europea, perché è ancora figlio della politica e dei programmi precedenti, ma sia a livello italiano che europeo comincia a muoversi qualcosa. Certo, quello che dovrebbe muoversi e che ha più potere è forse la grande finanza, come in tanti casi si dice ‘follow the money’, molto spesso i combustibili fossili, che sono il principale responsabile di questo problema, vengono ancora finanziati con soldi pubblici, che dovrebbero invece servire per finanziare la transizione energetica. Se dal basso con il nostro movimento di massa e le nostre richieste che ci rappresentano, e dall’alto con decisioni avvedute si va in questa direzione, credo che possa essere quella giusta”.

L’Italia è a rischio disboscamento? L’Italia è sotto pressione per i cambiamenti climatici. Lo abbiamo visto nel 2018 con la tempesta ‘Vaia’, nel 2017 con gli incendi. Con il dissesto idrogeologico che a ogni pioggia intensa colpisce qualche zona del nostro paese. Dall’altra parte, gli alberi ci possono aiutare e in Italia attualmente ci aiutano. Le nostre foreste stanno crescendo, arriviamo a un periodo, diverse decine di anni fa, di grande sfruttamento della risorsa forestale. Oggi con il cambiamento dell’economia, soprattutto nelle aree interne, questi territori vengono in realtà abbandonati, quindi la foresta ritorna a colonizzare uno spazio che era suo. Tutto dipende da come sapremo sfruttare questo potenziale alto per l’assorbimento di carbonio, ma anche per utilizzare in modo sostenibile il legno come valido sostituto di materiali più climaticamente impattanti. Il segreto è farlo bene, seguendo quello che ci dice la scienza, rispettando i limiti e la velocità con cui la foresta cresce e si rigenera, in modo da poter coesistere noi e la natura in un mondo migliore e più sostenibile”.

Nel nostro piccolo cosa possiamo fare? Noi siamo molto connessi al legno, anche se in realtà non ce ne rendiamo conto. Basta pensare in questo momento che mi guardate parlare, provate a vedere qual è l’oggetto più vicino a voi. Abbiamo la probabilità che siate circondati dal legno, può essere una libreria, un pavimento, un tavolo, magari anche un oggetto a cui siete affezionati che vi dà calore. Quell’oggetto sta intrappolando al suo interno dell’anidride carbonica, che anziché stare nella nostra atmosfera, peggiorando i cambiamenti climatici, è intrappolata. Possiamo davvero con i nostri acquisti, come in molti altri campi delle nostre scelte, andare verso un legno pulito, certificato per la gestione sostenibile, esistono dei marchi che si possono richiedere, e contribuire così al rinverdimento non solo del nostro ambiente, ma anche del pianeta”.

Redazione

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