Carmelo, è questo il nome di uno dei sei cinghiali adottato dal quartiere Gianchette a Ventimiglia. E’ nato tutto per casi: gli animali qualche mese fa si sono avvicinati troppo alla città e alle case, hanno iniziato a socializzare con i residenti, quasi come degli animali domestici, senza dare fastidio alcuno, e aiutati dalle cure amorevoli di associazioni e cittadini che hanno iniziato a dare loro qualcosa da mangiare.
Nella notte gli operatori della Regione sono arrivati lungo il Roya a Ventimiglia per avviare le operazioni di cattura dei cinghiali, ovviamente troppo vicini al centro cittadino, ma hanno trovato sul posto ad impedirlo associazioni e volontari che si sono occupati degli animali in questi mesi. La protesta riguarda le modalità di cattura dei cinghiali, ma anche il loro trattamento: “Alcuni vengono messi in gabbia e uccisi direttamente - spiega Lilian Tadini che, insieme a Evelina Neglia è referente per la Liguria della onlus ‘Iene Vegane’ - mentre quelli non abbattuti sono donati alle aziende faunistiche venatori, ovvero utilizzati per addestrare i cani da caccia. Non c’è bisogno di essere animalisti per indignarsi di fronte a tutto questo.”
Pur comprendendo l’intervento da parte di Regione Liguria, la richiesta dell’associazione è quella di affidare i sei cinghiali che ormai abitano lungo il Roya - senza dare fastidio alla viabilità o alle persone, visto che l’area è stata recintata - ad una struttura autorizzata.
“Si chiama Porcikomodi - continua Lilian Tadini - è lombarda ed è un vero e proprio santuario autorizzato all’allevamento e alla detenzione di cinghiali. Abbiamo mandato una lettera a Valerio Vassallo, il dirigente che ha predisposto la cattura, chiedendo di poter trasferire gli animali in questa struttura, ma non abbiamo ancora ricevuto una risposta. Non siamo di fronte a cinghiali devastatori di orti, sono semplicemente sei animali arrivati troppo vicino alle case che hanno socializzato con tutti nel quartiere e che non meritano una fine così crudele.”