Il ponte di Dolceacqua è sicuramente una tra le più belle ed interessanti espressioni dell'architettura medievale del ponente ligure. A schiena d'asino, con una sola arcata di 33 metri presenta un profilo snello ed elegante. Claude Monet durante il suo soggiorno a Bordighera nel 1884, fu così colpito dalla bellezza di Dolceacqua da ritrarla in ben tre quadri e così la descrisse nel suo diario: “18 febbraio 1884 Dolceacqua nella Val Nervia: il luogo è superbo, vi è un ponte che è un gioiello di leggerezza…” Un forma quella del ponte che rendeva difficile l’attraversamento, in particolare per i carri, perché sia la salita sia la discesa risultano molto ripide, ma rispondeva ad una precisa scelta, quella di ridurre il carico orizzontale del ponte e potenziarne la stabilità. Monet come raccontano i suoi amici era una raffinato buongustaio, e non è un caso che il ristorante adiacente alla sua casa e giardino di Giverny proponga diversi menù con i suoi piatti preferiti. Non era uno chef, ma seguiva personalmente la selezione delle materie prime e la compilazione del menù per i suoi ospiti. Nei suoi viaggi raccoglieva le ricette che più lo avevano colpito e le riproponeva agli amici. Il ricettario curato da Claire Joyes ci consegna una raccolta varia e precisa della sua cucina borghese e popolare, semplice e saporita. Amava sporzionare a tavola personalmente la selvaggina, gli arrosti e il pollame. Possedeva un orto molto curato e non nascondeva una vera e propria passione per le erbe, le piante aromatiche e gli ortaggi. Partendo dalla bellezza del quadro dipinto da Monet e dalle sue passioni culinarie, la chef Paola Chiolini ha realizzato un piatto che presenta le stesse caratteristiche del ponte: ardito, elegante e di grande equilibrio.
Un mix di colori e sapori, delicato ed equilibrato, dove una fetta di pane artigianale rappresentava la figura del ponte coperto da una velo di Brandcujun e olive taggiasche, due passioni del maestro, su una crema di erbette di campo condita con olio EVO e impreziosita da un richiamo medievale rappresentato dalla cipolla egiziana. Il ricordo della passione di Monet per i fiori è stato affidato alle foglie di Nasturzio, dell'azienda Ravera bio di Albenga, che hanno aggiunto un raffinato tocco speziato al piatto, che è stato apprezzato ed applaudito da tutti gli invitati.
Paola Chiolini, autentica amante dell’Arte in tutte le sue espressioni, propone nel suo locale preparazioni molto curate e servite con presentazioni fantasiose e originali, che trasformano i piatti in vere e proprie opere d’arte. Un intreccio, quello fra arte e cucina, che si trova anche nell’attività di catering, che da oltre trenta anni la chef ha acquisito in coppia con il marito Daniele, firmando cene di gala importanti.