Economia - 12 luglio 2019, 07:00

Economia italiana: quando la tradizione incontra le multinazionali

Il nostro Paese è caratterizzato da un'economia piuttosto variegata. Un settore primario in grado di eccellere nell'agricoltura e nell'allevamento, un settore secondario per quanto concerne industrie edilizie e manifatturiere, e infine il terziario

Economia italiana: quando la tradizione incontra le multinazionali

Il nostro Paese è caratterizzato da un'economia piuttosto variegata. Un settore primario in grado di eccellere nell'agricoltura e nell'allevamento, un settore secondario per quanto concerne industrie edilizie e manifatturiere, e infine il terziario. In particolare quest'ultimo è quello che da qualche anno a questa parte registra i migliori risultati, e comprende turismo, finanza, e servizi in generale. Ma qual è lo stato di salute della nostra economia?

Servizi e turismo: i comparti trainanti del nostro Paese

Abbiamo detto che il settore terziario è quello che negli ultimi anni ha registrato i migliori risultati. Come riportato da Confcommercio infatti, il terziario da solo è in grado di generare più del 50% dell'intero PIL nazionale. In particolar modo sono servizi e turismo a fare da traino all'economia. Ma nella prima categoria, un'industria su tutte sta crescendo in maniera costante. Parliamo del betting e del gaming online.

Nel solo anno 2018 gli italiani hanno giocato per quasi 19 miliardi di euro, portando nelle casse dello Stato ben 10 miliardi di euro. I casino online nuovi sono entrati sul mercato con un clima decisamente favorevole, ma anche parecchie società estere non hanno perso l'occasione per incrementare il loro giro d'affari. Alcune di queste hanno infatti ottenuto regolare licenza AAMS, così da poter offrire un'esperienza di gioco sicura.

Ma come anticipato, è impossibile anche non citare le entrate provenienti dal turismo, oggettivamente uno dei più remunerativi del nostro Paese. Secondo l'ISTAT, l'Italia ricopre il quinto posto nella graduatoria delle Nazioni più visitate al mondo. Prima arrivano solamente Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina. D'altronde città come Roma, Venezia o Firenze sono invidiate da tutto il mondo.

Ad ogni modo i servizi legati al turismo rappresentano il 2,3% dell'intero PIL, con fatturati che sfiorano i 40 miliardi di euro. Basti pensare che parliamo di un comparto che da solo impiega oltre 3,5 milioni di lavoratori. Sicuramente il turismo necessita ancora di forti investimenti che in grado di permettere un maggiore sviluppo, e soprattutto il raggiungimento degli stessi standard qualitativi di altri Paesi. Questo non toglie però che sia comunque uno dei più remunerativi d'Italia.

Industria edile e manifatturiera: quando la tradizione impatta con le multinazionali

In Italia, il secondario genera il 32% del Pil. Parliamo di un tessuto piuttosto articolato, rappresentato in larga parte delle cosiddette PMI, ovvero le piccole e medie imprese. Di queste, una quota molto consistente appartiene al manifatturiero. Ovviamente sul territorio troviamo anche aziende di dimensioni molto importanti e che rivestono un ruolo fondamentale nell'intera economia, tra cui la torinese Fiat.

Subito dopo arriva il settore della moda, invidiato da tutto il mondo. Alcuni brand infatti, ricoprono un ruolo fondamentale nell'intero comparto del fashion globale. Tra i principali possiamo menzionare Dolce&Gabbana, Gucci, e Versace. Ovviamente non sono gli unici, perché come abbiamo detto parliamo di un tessuto composto da una miriade di piccole imprese, molte delle quali impegnate nella produzione artigianale di prodotti tessili.

Un ruolo di tutto rispetto è occupato anche dal settore edilizio. I Paesi esteri ad essere interessati al nostro settore secondario nella sua totalità sono numerosi, motivo per cui le multinazionali protagoniste di acquisizioni più o meno importante sono in netta crescita. In ordine di tempo, uno dei casi più rilevanti è quello di Magneti Marelli. Nata a Sesto San Giovanni nel 1919, ha sempre operato nella produzione di sistemi per il settore automotive.

Nell'ottobre del 2018, è stata appunto acquisita da Calsonic Kansei, una compagnia giapponese. In questo modo si è segnata l'ennesima cessione di un'azienda storica e di successo della storia italiana, ad una straniera. Se da una parte però, questo rappresenta un modo per immettere liquidità nel settore, dall'altra è anche il segnale come tutta l'imprenditoria italiana necessiti di forti investimenti per essere salvata.


Richy Garino

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