Rivieracqua rischia di essere al capolinea. Ovviamente la società va avanti ma, quanto accaduto oggi, con la mancanza del numero legale per la conferenza dei sindaci prevista per le 9, ha fatto riflettere (e in molti casi anche arrabbiare) la maggior parte di Sindaci e loro delegati, che hanno atteso circa 2 ore per recuperare adesioni ed eventuali deleghe per poter avviare la riunione.
Sui 68 sindaci che potevano partecipare alla Conferenza, erano presenti solo in 29 ed il numero minimo per l'avvio della riunione era di 34. Una serie di assenze, soprattutto dall'entroterra imperiese, che molti sindaci hanno etichettato come grave. Eppure, nell’ultima assemblea dei sindaci presieduta dal presidente della Provincia uscente Fabio Natta, i comuni avevano approvato la delibera cosiddetta ‘Salva Rivieracqua’, atta a riconoscere i soldi dovuti dalle singole amministrazioni nei confronti della società consortile, in modo che il Cda della società possa essere ragionevolmente ottimista dell’accoglimento del piano concordatario presentato a febbraio in Tribunale, che dovrà esprimersi nelle prossime settimane.
Una volta deciso di non poter far partire la Conferenza dei Sindaci non sono mancati i rimbrotti da parte di molti sindaci. Tra quesdti anche il primo cittadino di Taggia, Mario Conio: “Non è un bel momento generale per la politica perché è necessaria un’assunzione di responsabilità, oggi come non mai. Non aver costituita la Conferenza dei Sindaci è stata una pagina negativa, anche se l’Assemblea dei soci potrà deliberare su punti importanti. Gli altri verranno trasmessi ai sindaci per prenderne atto. Il lavoro va avanti ed l’obiettivo di salvare Rivieracqua deve rimanere primario e si sta lavorando per quello. E’ necessario uno sforzo collettivo che, purtroppo, a volte pare mancare”.
Ancora più duro Giacomo Chiappori, Sindaco di Diano Marina: “Credo che questi miei colleghi si siano stufati nel tempo, ma la colpa non è loro, di quei sindaci che rappresentano 500/600 abitanti, che lavorano soli e fanno di tutto nei loro comuni. La colpa è di quelli più importanti che non sanno garantire il fatto di avere un’assemblea ed andare avanti. Non riescono a garantire una ‘Rivieracqua’ che doveva essere un fiore all’occhiello ed è diventato un dramma. Questo perché qualcuno pensa che 10 si mettono d’accordo, uno paga e gli altri 9 stanno a guardare se va bene o meno. I sindaci non hanno colpa perché non ce la fanno ma, forse, la colpa risiede nel fatto che la società è stata messa in piedi per rappresentare tutto. Forse era meglio fare un Consiglio di Amministrazione più ristretto, per poter essere più agile nell’esecuzione degli atti societari. Con amarezza devo dire che qualcuno sta tirando a fondo la società ma le colpe verranno fuori e qualcuno dovrà pagare il conto di questa situazione. Non sarà certo Diano Marina che rappresento, perché ha sempre fatto il suo dovere dall’inizio. Se Rivieracqua introita 11 milioni di euro, 3 li prende da Diano ed il resto sono discussioni inutili di fronte ad una società che doveva fatturare 35 milioni e fare 400 milioni di investimento”.
Al termine Chiappori conferma di temere per la fine di Rivieracqua e lancia nuove dure accuse: "La società sta per essere affondata, anche se io lavorerò fino all’ultimo per evitarlo anche se non mi piaceva. Però se si è persone serie, oltre alle strette di mano si devono apporre delle firme e non fare i buffoni. Non dimentichiamo che amministriamo i soldi degli altri e dobbiamo essere più seri”.
Questa mattina la Conferenza dei Sindaci doveva approvare l’ordine del giorno previsto, soprattutto la presentazione del nuovo piano di concordato da sottoporre poi al Tribunale. Tra gli altri punti, oltre ad alcuni di carattere prettamente tecnico, c’era anche la nomina del nuovo collegio sindacale ed anche di un componente del Cda.
Saltata la Conferenza dei Sindaci, con molti amministratori andati via, alle 11.30 è prevista l’Assemblea dei soci che potrà comunque deliberare per alcuni punti importanti, che saranno propedeutici per la presentazione del concordato. Gli umori dei sindaci presenti erano comunque sopra le righe e non sono mancate alcune alcune invettive nei confronti degli assenti.
Rivieracqua, la società pubblica per la gestione e la distribuzione del prezioso liquido, non va avanti nel migliore dei modi e, molti degli amministratori presenti non hanno nascosto la loro preoccupazione per una situazione davvero difficile, sia in chiave economica che politica. Secondo i ben informati la società potrebbe chiedere un rinvio al tribunale per la presentazione del concordato, fissata per il 14 maggio, anche in funzione delle ormai imminenti elezioni Amministrative.