Attualità - 19 febbraio 2019, 11:15

Sanremo: inaugurato al Liceo Cassini il presidio scolastico di Libera, il racconto degli studenti

La giornata è stata caratterizzata da numerose testimonianze importanti.

Sanremo: inaugurato al Liceo Cassini il presidio scolastico di Libera, il racconto degli studenti

“Libera nasce nel marzo del 1995 come una rete di associazioni, che mette insieme tutte le realtà alternative a quelle della mafia sia al sud sia al nord.”

Così il referente regionale di Libera, Stefano Busi, presenta l’organizzazione ai ragazzi del Liceo G.D. Cassini di Sanremo. L'occasione è stata l'inaugurazione del nuovo presidio di questa realtà presso l'istituto scolastico matuziano. "Perché nascono i presidi nelle scuole? Sono istituiti con lo scopo di mostrare le presenze criminali nel territorio e per onorare le vittime innocenti delle mafie" - spiegano gli studenti.

Stefano Busi ha augurato al presidio del Cassini di "...essere come una brace: faticoso da accendere, ma ancor di più da spegnere".

"L’idea è venuta ad un incontro con i genitori di Domenico Gabriele, ucciso mentre giocava a calcetto con gli amici: è lui una delle ennesime vittime innocenti delle mafie. - racconta Sara Brusco, studentessa e referente per il liceo matuziano - Di grande ispirazione è stata anche la storia di Rocco Mangiardi. L’importanza dell’educazione alla legalità viene spesso sottovalutata nelle scuole e persino nei libri di storia. Al contrario uno dei principali obiettivi è impegnarsi attivamente per diffondere valori ormai perduti".

La giovane studentessa ha concluso il suo intervento con una citazione di Peppino Impastato: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”.

Non può non essere nominato Rosario Livatino, a lui infatti è intitolato questo presidio. "Proprio la Dott.ssa Maria Grazia Pradella della procura di Imperia ha raccontato, con sorriso amaro, ciò che li accomuna: l’essere stati appellati con il nomignolo di “giudici ragazzini”. Entrambi hanno lottato contro la criminalità fin da giovani, considerandola uno dei più gravi mali del nostro paese. Le loro vite sono simili da molti punti di vista, ma la situazione che le ha incrociate fu assai tragica. L’organizzazione terroristica della Falange Armata si era posta l’obiettivo di assassinare alcuni magistrati, tra cui proprio la dott.ssa Pradella e Livatino. Questa associazione assegnò loro dei nomi in codice per poter annunciare i loro colpi e i due ebbero lo stesso. E`così che Rosario Livatino perse la vita pochi giorni prima di ricevere la scorta" - raccontano gli studenti del Cassini.

Ultimo intervento è stato quello di Rocco Mangiardi, un imprenditore calabrese che, a suo dire, ha semplicemente compiuto un’azione normale denunciando i suoi estorsori. "Nel suo paese, quasi vent’anni fa, il Pizzo ha minacciato molte piccole imprese per ottenere quella che lui definisce “elemosina”. Egli non si sottomise alla loro richiesta e decise coraggiosamente di denunciare l’accaduto. Dopo una lunga attesa per lo svolgimento delle indagini, giunse in tribunale. La testimonianza è stato il momento più bello della sua vita: infatti ha potuto proprio indicare nell’aula il boss mafioso ed i suoi collaboratori. “Vidi la vigliaccheria e la paura nei loro occhi”, così racconta con soddisfazione quella sentenza. - concludono i ragazzi del Liceo - Dopo ben 24 anni la lotta contro la criminalità continua e Libera si fa portatrice della cultura alla legalità soprattutto verso i giovani, gli unici che possono davvero sradicare questo male".

C.S.

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