Eventi - 05 febbraio 2019, 00:00

Anno 1953: esplodono le prime polemiche. Carla Boni batte Nilla Pizzi e le ruba il fidanzato

Tutto quello che accade a Sanremo durante il Festival diventa notizia

Carla Boni foto dell'Archivio Moreschi di Sanremo

Carla Boni foto dell'Archivio Moreschi di Sanremo

Dalla terza edizione del festival cresce l’interesse dell’industria discografica, in quell’anno la Rca sbarca in Italia. La stampa segue con attenzione la manifestazione, che non è solo un evento musicale, ma anche mondano e di costume. E aumentano le polemiche, che contribuiscono a far crescere l’interesse sulla gara.

Esplodono i primi scandali: la canzone di Gino Latilla, “Tamburino del reggimento”, è accusata di aver plagiato la canzone fascista Giarabub, ed il cantante litiga pubblicamente con un giornalista.

Carla Boni 

La canzone “Acque amare”, interpretata da Carla Boni e Katyna Ranieri, ottiene un clamoroso record di applausi, durati un minuto e quaranta secondi, ma viene clamorosamente eliminata perché non ottiene neppure un voto.

Tutto quello che accadeva a Sanremo durante il festival era una  notizia. I giornali e le riviste cominciano ad occuparsi di quella cronaca più “leggera”, che piaceva al grande pubblico. In questo periodo muove i primi passi una nuova pubblicazione”Sorrisi e canzoni d’Italia”, che presto diventerà “Sorrisi e canzoni”, uno dei più importanti settimanali per la diffusione nazionale e il numero di copie vendute. E dal palco del festival non mancano gli argomenti per i primi passi del gossip: Carla Boni e Nilla Pizzi sono rivali anche in amore, con la complicità di Gino Latilla e Cinico Angelini, mentre Flo Sandon’s diventerà la moglie di Natalino Otto.

Per la terza volta consecutiva presenta, sempre dalla radio, NunzioFilogamo.

Katina Raineri 

Il numero dei cantanti passa a 10: agli “storici”Nilla Pizzi, Achille Togliani e Gino Latilla, si aggiungono Carla Boni, Giorgio Consolini, Doppio Quintetto Vocale, Quartetto Stars, Katina Ranieri, Teddy Reno (all’anagrafe Ferruccio Ricordi), Flo’ Sandon’s.

Giorgio Consolini 

Questa edizione registra un controllo più rigoroso dei votanti, e per la finale i bagarini vendono i biglietti a 10.000 lire. Gli ottanta componenti della giuria in sala sono estratti a sorte dal notaio e affiancati dalle giurie periferiche dislocate nelle 16 sedi della Rai, composte da abbonati alla talavisione. Per evitare di influenzare le giurie esterne, non vengono trasmessi gli applausi fra una canzone e l’altra. Ma alcuni spettatori, informati e intraprendenti, con un segreto passaparola cominciano ad applaudire durante il ritornello aggirando così il divieto.

Due graziose hostess ritirano le schede del pubblico e i risultati delle giurie esterne vengono annunciati dagli altoparlanti.

Ecco il podio di Sanremo che segna la sconfitta di Nilla Pizzi e la vittoria di Carla Boni

Carla Boni con Flo'Sandon

Al primo posto, Carla Boni e Flo Sandon’s con Viale d’autunno; secondi Nilla Pizzi e Teddy Reno con Campanaro; terzi Teddy Reno e Achille Togliani con Lasciami cantare una canzone in ex aequo con Vecchio scarpone di Gino Latilla

Teddy Reno al suo esordio sul palco di Sanremo

Interessante per capire la terza edizione il commento di Gigi Vesigna: “Il Festival ormai richiama un pubblico rigorosamente in smoking, con le signore che ostentano pellicce e gioielli da favola; e dunque le tre serate, ormai diventate imperdibili eventi mondani, “slittano” alla fine della settimana, e conquistano i giorni di grande afflusso: da giovedì a sabato”

 

Infine una nota: il piccolo libretto con le canzoni del festival stampato dalle Messaggerie Musicali ottiene un sensazionale record di vendite.

Ecco la prefazione al libretto di Alberto Cavaliere

 

IL TERZO FESTIVAL DI SAN REMO

Ogni anno nascono in Italia migliaia di canzoni, delle quali solo poche raggiungono la popolarità. La stragrande maggioranza ha vita effimera, come quelle farfalle che, appunto, di « effimere » hanno il nome.

Tra queste migliaia di canzoni, da tre anni a questa parte ve ne sono venti che nascono già col crisma della popolarità, perché popolarissima è ormai diventata la manifestazione da cui esse vengono espresse: il Festival di Sanremo.

Molte -sono le critiche a cui questa manifestazione è soggetta e inevitabili le polemiche a cui essa da luogo. E' innegabile, tuttavia, che il Festival di Sanremo, divenuto in soli tre anni una tradizione, costituisce ormai un avvenimento. E ha dimostrato di rispondere a quello che è lo scopo per cui è nato: valorizzare la canzone italiana, che si era troppo legata a schemi forestieri, richiamare intorno alla nostra canzone  l'interesse non solo del pubblico italiano, ma anche quello, del resto sempre crescente, degli editori europei e americani.

Fra le sessanta canzoni che abbiamo voluto raccogliere in questo volumetto e che sono appunto quelle ammesse nei tre Festival svoltisi finora a Sanremo, alcune hanno avuto maggior successo (e non sempre sono quelle acclamate vincitrici), altre un successo minore, ma poche sono quelle passale inosservate, cha hanno fatto, nel popolare concorso, soltanto numero. Il che vuoi dire che la giuria della RAI, prima di affidare quelle canzoni all'infallibile giudizio del pubblico, ha saputo scegliere, anche se fra le centinaia presentate al concorso possa essere sfuggita qualche canzone degna di lode.

Che poi queste canzoni siano tutte originalissime, sarebbe pretendere un po' troppo. Diceva argutamente Libero Bovio: « è gran segno di ignoranza rimpiangere le canzoni antiche; in ogni canzone moderna vi sono, a dir poco, cinque motivi di canzoni antiche». Forse Bovio esagerava; ma anche se le nuove canzoni riecheggiano a volte vecchi  motivi, anche se non contribuiscono — come i alcuni   varrebbero  —  a   formare  il  quadro della società moderna, poco male. Non dobbiamo perdere di vista la funzione della canzone, che non vuole essere filosofica o sociale, ma vuoi essere una pura funzione di poesia e di diletto. E quando la musica è amalgamata con un'idea piacevole, è poesia; poesia  che  diletta,  come  dimostra  il  pubblico,  il quale fa suo un motivo e impara a memoria i versi su cui quel motivo è poggiato.

La canzone  è  poesia,  perché  è  ancora  capace  di  suscitare  degli  entusiasmi.

E voglio chiudere queste poche parole di prefazione con il " rataplan " con cui « II Gazzettino Padano » di Radio Milano ha salutato il Festival di Sanremo e che esprime, presso a poco, gli stessi concetti.

 

Festival di Sanremo: una radio -

Piedigrotta di venti canzoni;

una giostra di canti e di suoni

fra le luci di quel Casinò.

Se col capo crinito d'alloro

il Petrarca salì in Campidoglio

e la Musa fremente d'orgoglio

quella fronte superba baciò,

or gli allori li avran Mascheroni,

Nisa, Biri, Donida, Galante...

Se  in  quei versi  l'unghiata di Dante,

di Petrarca l'unghiata non c'è,

non importa: la musica è un'ala

che se al piede d'un verso  s'aggiunge,

con un trillo l'azzurro raggiunge,

mille sogni portando con sé.

Oh canzoni, felice reame

di sospiri, di bocche baciate,

di viole e di rose sbocciate,

dove il mondo non fa che all'amor...

Oh canzoni, ove il cuor si disperde,

ove un dèmone o un angiol sei tu,

e la luna si veste dì verde,

mentre il cielo si tinge di blu...

Per tre sere si svolge a Sanremo

una giostra di venti canzoni,

una festa di canti e di suoni,

di cui tutti in ascolto saran.

Le persone assennate non sanno

che milioni di cuori in attesa,

con le orecchie e con l'anima tesa,

per tre sere alla radio staran.

Ma è pur questa la nostra ricchezza:

se la vita ci tassa e tartassa,

noi cantiamo e cantando ci passa,

rataplan, rataplan, rataplan!

 

 Le immagini di questo articolo sono dell'archivio Moreschi e si trovano nel libro Sanremo Story edizioni Zem di Vallecrosia

Oggi l'archivio Moreschi è chiuso, ma è possibile contattarlo ai numeri 3469436915 o 3497396715 se avete foto da ritoccare o volete rivedere le preziose immagini dell'archivio.

Claudio Porchia

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