Tra le norme contenute nella nuova Legge regionale sull'agricoltura approvata di recente dal Consiglio del Piemonte c’è l’articolo 21 che prevede la possibilità, per le imprese del settore, di riservare una parte del loro terreno alla sepoltura per inumazione degli animali da compagnia. I cittadini interessati potranno portare le spoglie alle aziende che offriranno il servizio. I cimiteri dovranno essere autorizzati e regolamentati dai Comuni e rispettare le indicazioni fornite dalle Aziende Sanitarie Locali. Il seppellimento dovrà avvenire solo dopo aver ottenuto il certificato veterinario che escluda la presenza negli animali di malattie trasmissibili all'uomo.
“Poter realizzare i cimiteri sui terreni di proprietà delle aziende agricole - ha sottolineato l'assessore regionale all'Agricoltura, Giorgio Ferrero - va incontro alle nuove sensibilità che si sono sviluppate nella società contemporanea nei confronti degli animali da compagnia. In particolare cani e gatti. Si tratta di una sensibilità che chiede risposte nuove anche con la morte dell’animale e rappresenta un’opportunità importante per innovare l’attività agricola in altri ambiti vicini alle esigenze dei cittadini”.
Da tre anni circa, in Liguria, esiste già un regolamento che consente la realizzazione di cimiteri per il "caro estinto" a quattro zampe. Ma non solo a quattro, perché anche i pesci rossi, i pitoni o i tacchini sono annoverabili tra gli animali d'affezione. Soggetti pubblici e privati possono allestire aree dove tumulare i propri animali, con l'autorizzazione del Comune. Luoghi per rinnovare la memoria, dove si possono installare lapidi con la foto, il nome e le date di nascita e di morte dell'animale che non c'è più.
Il primo cimitero "pet" di questo tipo è stato aperto a Roccavignale, in Val Bormida, su 8 mila metri quadri. I costi? Seppellire un gatto, con lapide e mantenimento della tomba per cinque anni, può richiedere circa 300 euro. La cremazione: 250. I prezzi cambiano in base alla taglia dell'animale: un cane di grosse dimensioni, per esempio, può costare dai 500 ai 700 euro.
L'assessore ligure all'Agricoltura, Stefano Mai, commenta: "Dal 2015 è in vigore una normativa regionale per incoraggiare l'istituzione di aree cimiteriali per gli animali. In quell'occasione si disciplinava la possibilità di creare zone per la sepoltura degli animali d'affezione, domestici quindi, non di allevamento. Le iniziative di questo genere possono essere anche private e associative, mentre spetta al singolo Comune l'autorizzazione per il territorio di competenza".
"L'impostazione è questa, anche se, su richiesta di enti o interessati, si potranno fare valutazioni per fare qualche integrazione alla normativa - prosegue l'assessore - Io condivido che la sensibilità nei confronti degli animali, a 360 gradi, sia recepita dalle istituzioni. In Liguria si dà la possibilità di avere aree apposite per chi voglia dare addio al proprio animale domestico, con una sepoltura che possa ricordarlo. Questo non riguarda chiaramente la fauna cacciabile. Ogni animale domestico è un membro della nostra famiglia ed è giusto che possa essere onorato, in qualche modo, quando viene a mancare".
La legge piemontese sull'inumazione degli animali domestici, però, per l'assessore Mai non può essere presa a modello per la Liguria: "Ho visto la normativa del Piemonte e potrebbe configurarsi come una forma di integrazione del reddito per le aziende agricole - spiega - Si pensi alla nascita degli agriturismi: non sono scaturiti dalla necessità di fare ospitalità nell'entroterra, ma come opportunità di diversificare. Per quanto riguarda la Regione Liguria, a meno che non ci siano pressioni dal territorio, il mio assessorato non prenderà in considerazione altri provvedimenti, perché la possibilità di organizzare cimiteri esiste già. Si tratta di argomenti, però, che devono coincidere con le istanze delle associazioni agricole di categoria. Per l'imprese agricole il futuro è l'agricoltura stessa. Non vedo che altri espedienti possano fare da stampella".
"Noi stiamo lavorando molto sulle filiere e sui sistemi. Non contesto il provvedimento del collega piemontese, ma in Liguria non prendiamo in considerazione niente di analogo. Anche perché, proprio per diversa conformazione territoriale, l'agricoltura ligure è alle prese con il recupero dei terreni, quelli incolti e per esempio quelli scoscesi", conclude Ma