Come nella migliore tradizione del Teatro dell'Opera del Casinò la stagione teatrale si chiude con una 'Prima Nazionale'. Dopo cinque successi firmati da Veronica Pivetti, Alessandro Preziosi, Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia, Barbara De Rossi e Francesco Branchetti, Gabriella Pession e Lino Guanciale tocca a Lunetta Savino, Luca Barbareschi, Massimo Reale con Duccio Camerini portare in scena un testo di grande efficacia, una pieces forte e urticante, come è già stato definito dalla stampa, 'Il Penitente' di David Mamet (traduzione e regia di Luca Barbareschi). L'appuntamento è al Teatro dell'Opera del Casinò, venerdì alle 21.
"Abbiamo creduto molto nei testi scelti per la nostra stagione teatrale - sottolinea Casinò Spa - e siamo riusciti ad intercettare l'apprezzamento del pubblico, che numeroso ha seguito le pieces in cartellone. Questa Prima Nazionale è il coronamento dell'impegno profuso nel richiamare la nostra grande traditone teatrale, quando tante compagnie amavano presentarsi a Sanremo prima di iniziare le loro tournée. Ci auguriamo di saper rinnovare sempre l'affezione del pubblico, che partecipe sostiene la nostra proposta culturale e di intrattenimento. Diamo il benvenuto a Lunetta Savino, Luca Barbareschi, Massimo Reale con Duccio Camerini nel nostro Teatro, che sa trasmettere ancora, anche agli artisti più affermati, l'autorevole di un illustre passato che ritorna”.
L'ultimo testo composto nel 2016 per il teatro dal drammaturgo statunitense David Mamet (Premio Pulitzer per Glengarry Glen Ross) descrive l'inquietante panorama di una società così alterata nei propri equilibri che l'integrità del singolo, anziché guidare le sue fulgide azioni costituendo motivo di orgoglio, diviene l'aberrazione che devasta la sua vita e quella di chi gli vive accanto.
Coinvolto da un sospetto di omofobia, 'il penitente' subisce una vera gogna mediatica e giudiziaria e viene sbattuto ‘in prima pagina’ spostando sulla sua persona la momentanea riprovazione di un pubblico volubile, alla ricerca costante di un nuovo colpevole sul quale fare ricadere la giustizia sommaria della collettività. L'influenza della stampa, la strumentalizzazione della legge, l'inutilità della psichiatria, sono questi i temi di una pièce che si svolge tra l'ambiente di lavoro e il privato del protagonista. La demolizione sociale di un individuo influisce inevitabilmente sul suo rapporto matrimoniale. Un dramma descritto in otto scene, otto atti di confronto tra marito e moglie, con la pubblica accusa e con il proprio avvocato. Fino al colpo di scena finale.
“Ho scelto questo lavoro di Mamet - spiega il regista Luca Barbareschi - perché è una lucida analisi del rapporto alterato tra comunicatone, spiritualità e giustizia nella società contemporanea. Il penitente ' è la vittima dell'inquisitone operata dai media. È ciò che accade all'individuo quando viene attaccato dalla società nella quale vive ed opera, quando la giustizia crea discriminatone per avvalorare una tesi utilizzando a questo fine l'appartenenza religiosa. A cosa può servire - conclude il regista - rivendicare la ragione se, come dice Mamet, ciò significa isolarsi, uscire dal coro ed essere puniti per questo? In una storia, chi sfida la menzogna e difende la verità è in genere l'eroe della vicenda, è l'uomo buono. Ma qui uomo buono è definitone ironica, sarcastica, ha società reclama il sacrificio di ogni integrità. Tutto è sottosopra sembra dire Mamet, e l'assenza di etica governa un mondo capovolto”.