Politica - 17 agosto 2018, 12:51

Ponte Morandi, Michelini: “Rapide misure speciali, incentivi, messa a sistema delle risorse intellettuali del paese per evitare che le costruzioni possano ‘crollare a norma’.”

il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Genova: "L'Ordine c'è!"

Ponte Morandi, Michelini: “Rapide misure speciali, incentivi, messa a sistema delle risorse intellettuali del paese per evitare che le costruzioni possano ‘crollare a norma’.”

“Il crollo di ‘ponte Morandi’ è stata una sciagura con decine di morti, di feriti, di sfollati, con famiglie nella disperazione. A loro deve andare il primo pensiero. Poi alle ripercussioni sulla città di Genova e sull'intera Liguria, tagliata a metà proprio in corrispondenza dei principali collegamenti con il porto e l’aeroporto del capoluogo”. Ad intervenire sul crollo del Ponte sul Polcevera è il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Genova Maurizio Michelini

Occorre agire velocemente, per garantire comunicazioni alternative provvisorie che non siano un semplice bypass della città di Genova, che consentano di mantenere attivo l’interesse turistico e il tessuto economico, anche con incentivi fiscali tali da scongiurare la delocalizzazione delle aziende e alleviare le sofferenze che ci attendono.

E allora, subito un decreto legge per la ricostruzione e per la prevenzione, che indichi come norma speciale il percorso progettuale, autorizzativo e realizzativo più rapido e virtuoso, con la nomina di un Commissario straordinario con poteri speciali in grado di prendere decisioni rapide e l'istituzione di una commissione indipendente, che studi gli aspetti tecnici e procedurali che hanno portato al collasso del ponte Morandi e che proponga soluzioni immediate atte a prevenire il ripetersi di simili eventi.

Occorre un Piano nazionale dei trasporti che favorisca la manutenzione meno interferente ma che preveda anche soluzioni di viabilità alternativa nei nodi più nevralgici, nell'ipotesi di chiusura di un tratto di autostrada per compiere opere di demolizione e sostituzione. Si chiamino all'opera i migliori professionisti e si proceda senza indugio. Necessitas non habet legem, dicevano i Romani, e i loro ponti ancora resistono.

L'Ordine degli Ingegneri di Genova, ente pubblico territorialmente deputato a rilasciare pareri e a concorrere alle attività di protezione civile, era ed è a disposizione per garantire l'apporto dei propri iscritti maggiormente competenti in materia di trasporti, costruzioni e legislazione tecnica, per far parte della commissione di studio e per qualsiasi altra finalità utile alla collettività, anche a supporto dell'esercizio del potere di ordinanza attribuito al Sindaco.

Poi, più in generale, occorre informare i cittadini su un concetto che in pochi vogliono sentirsi dire: tutte le costruzioni hanno una data di nascita e una di morte, la prima certa e la seconda meno. Nulla è eterno, e non c’è manutenzione che tenga, salvo quella profonda, che preveda la progressiva sostituzione degli elementi costruttivi, calendarizzata in base al loro grado di deteriorabilità.

Non dobbiamo certo creare allarmismi, ma eseguire un check up alle strutture e agli impianti, da ripersi ad intervalli prestabiliti, è ragionevole per qualsiasi costruzione, come normalmente accade per i mezzi di trasporto.

Occorre però evitare di scegliere gli operatori economici con gare al massimo ribasso, che tendono a disincentivare la qualità e rischiano di mettere fuori mercato l'onestà e la competenza.

Come Ordine, abbiamo detto e scritto molto su questi temi, basta visitare il sito www.ordineingegneri.genova.it  e consultare la rivista A&B (News > Atti e Bollettino). Nei numeri dal 2009 al 2010, in pieno dibattito pubblico sulle sorti di Ponte Morandi, è stato pubblicato integralmente il pensiero di chi ne ha esaltato la valenza storica, per motivarne la manutenzione e il mantenimento, e di chi, in misura più marcata, era invece favorevole alla demolizione. Le stesse Norme Tecniche (NTC) indicano in 100 e 50 anni la vita utile delle costruzioni a seconda che siano o meno strategiche, fissano gli standard di sicurezza e disciplinano la verifica di quelle esistenti.

Ma quando ponte Morandi e molte altre costruzioni sono stati progettati, queste norme non c'erano, così come molte altre intervenute negli anni successivi. Quindi, quando si dice che dobbiamo metterci ‘a norma’, che cosa si intende? Adeguare? Demolire e ricostruire? Controllare e manutenere?

Per questo occorre una riflessione profonda e urgente su cosa si possa fare per prevenire simili tragedie, senza diffondere il panico ma sottolineando il concetto di vita residua delle costruzioni. Giusto per sapere fino a che punto la corretta manutenzione può prevenire il collasso e quando, invece, occorre demolire e ricostruire.

Questa si chiama ‘sicurezza reale’, tesa alla garanzia delle prestazioni della costruzione e alla prevenzione delle tragedie, basata sul buon senso. Al contrario della ‘sicurezza burocratica’, che porta alla cieca osservanza delle prescrizioni per non essere sanzionati e poter dire di essere ‘a posto’, di essere, appunto, ‘a norma’.

Vedo che, anche in questa tragedia, molti dichiarano che le verifiche sono state fatte nel rispetto della legge. Che le manutenzioni erano in corso. Che tutti hanno operato secondo normativa.

Su questo non ho elementi per dibattere, per ora, e la Giustizia farà il suo corso, ma, per cortesia, cambiamo radicalmente il sistema e il modo di pensare e agire, perché non posso accettare che i ponti possano ‘crollare a norma’.".

Maurizio Michelini

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