È stata presentata oggi, al Club Tenco, l’iniziativa che vede la premiazione di una delle giovani proposte del Festival di Sanremo 2018 con il premio Jannacci. La scelta è stata ristretta a tre partecipanti: Mudimbi, Mirkoeilcane e Lorenzo Baglioni. La decisione sarà presa dalla giura composta da Dodi Battaglia, Maldestro e Paolo Jannacci, e si riunirà domani pomeriggio, nella sala stampa del teatro Ariston, per la consegna del premio al vincitore.
Presentato anche il testo Evviva Sanremo, di Francesco Paracchini e Paolo Jachia, che attraversa la storia del Festival della Canzone Italiana “tra storia e pregiudizio”.
“Tutti i più grandi cantautori sono passati dal Festival – ha commentato Paracchini –, se non in gara, anche solo come autori. Negli anni ’60, per esempio, ricordiamo Lauzi, Paoli, Tenco, Iannacci; negli anni ’70, Gaetano, Graziani, Fossati, per poi giungere alla nuova leva. Il mondo che noi tanto amiamo, quindi, è passato da lì, da quella grande vetrina”.
“Quando una canzone è valida – ha continuato –, la vetrina non è fondamentale. Ma in questo caso, il Festival è sicuramente un’ottima opportunità di visibilità. Per esempio, Silvestri e Consoli devono tutto a quest’ultimo, perché nella finestra di pochi minuti hanno detto tutto di se stessi, lasciando da subito il segno. La differenza la fa saper sfruttare il canale: bisogna essere se stessi e portare brani che più rappresentino gli artisti stessi”.
“Sanremo – ha concluso – dà, inoltre, la possibilità alle donne di esprimersi e di far sapere al mondo che anch’esse scrivono. Questo è uno dei meriti del Festival: aver avuto il coraggio di porre sul palco delle cantautrici, e non solo delle mere interpreti”.
La presentazione del libro è stata intermezzata da alcuni brani eseguiti dalla cantante Patrizia Cirulli e presenti nel suo nuovo disco, Sanremo d’autore. “L’album è un insieme di 12 brani che hanno partecipato al Festival, dai primi anni a quelli più recenti”, ha spiegato. “Si tratta di grandi canzoni, bellissime. Tutte note, alcune di più, altre di meno: sono come un quadro, come opere d’arte che rimangono fisse nel tempo”.
Presentato, infine, anche il volume di Nando Mainardi, L’importante è esagerare, dedicato alla figura di Enzo Jannacci: “Jannacci – ha spiegato – è stato uno dei cantautori più esagerati. Era dissonante, e più di ogni altro sapeva dire e cantare la cosa giusta nel momento sbagliato”.
“Quello degli inizi, degli anni ’60, colpisce anche per la propria fisicità: si muoveva a scatti, aveva una dizione poco chiara e i capelli scompigliati. E questo vale anche per i contenuti delle sue canzoni. Jannacci, infatti, a differenza degli altri, punta al surreale. Tante sono, poi, le canzoni che hanno un connotato tragicomico. Sicuramente aveva fiuto nel cogliere le situazioni e ciò che aleggiava nell’aria”.
“Jannacci – ha concluso – ha un tratto di inafferrabilità che rende difficile categorizzarlo e concettualizzarlo”.