Dopo che il consiglio dei ministri ha impugnato le leggi regionali della Liguria che prorogavano le concessioni balneari di trent'anni tra i balneari italiani e liguri è scattata la voglia di reagire. Questa volta la lotta non scende in piazza, ma corre sul web, per denunciare la violazione dei propri diritti, attraverso una petizione online aperta a questo LINK.
I balneari, già nel 2016 con Stefano Giovannini, primo balneare ad aver inviato la propria petizione in UE, avevano iniziato a prendere dimestichezza con questo strumento, Marco De Luca balneare romagnolo fondò in seguito il “Comitato petizioni balneari italiani”, al quale seguì il Convegno co-organizzato insieme a Donnedamare al SUN Rimini per far inviare più petizioni possibili in UE. Questa volta la petizione ha l’appoggio di molti balneari, anche Liguri, dopo la delusione dell’impugnativa delle due leggi a loro tutela.
“Non solo quella dove si parlava di Bolkestein e dei 30 anni - afferma Bettina Bolla, presidente di Donnedamare -, ma anche quella che ci definiva tipicità del sistema turistico ligure e giocoforza italiano, negando in 12 minuti quella che è una realtà di fatto, dando dimostrazione che il sistema balneare per l’attuale Governo e per il PD non è considerato una tipicità, ma qualcosa da demolire a favore dei grandi gruppi, che porteranno, una volta arrivati nel nostro paese la standardizzazione dell’offerta”.
“Per questo le ragioni della petizione sono sacrosante – sottolinea la Bolla – la raccolta firme vuole chiedere la corretta applicazione della direttiva 123/2006 in Italia al fine di tutelare di diritto alla proprietà privata. La petizione – ci spiega - in pochi giorni, viaggiando tra le chat whatsapp dei balneari, che negli anni hanno creato una vera e propria rete di contatti in tutta Italia e in quelle degli ambulanti, con i quali abbiamo intrapreso percorsi comuni, è già stata sottoscritta da oltre 1400 persone”
“Con essa – continua Bolla - si vuole trovare una soluzione al vuoto normativo, ricordando che la scadenza delle concessioni è sempre più vicina e che il 31 dicembre 2020 non deve arrivare senza che nessun Governo vada in Europa per chiedere la nostra salvaguardia”.
“L'Europa è favorevole alle petizioni, in quanto sono un diritto fondamentale dei cittadini – spiega l’imprenditore riminese Marco Deluca, coordinatore del Comitato petizioni balneari – e la stessa Unione europea ha ribadito che la riforma delle concessioni balneari italiane deve seguire le linee comunitarie, tutelando i nostri diritti di proprietà. D’altronde – continua Deluca – uno studio commissariato dal Parlamento Europeo sottolinea che la riforma delle concessioni balneari italiane deve tenere conto del legittimo affidamento agli attuali imprenditori e dell’ampia disponibilità di spiagge ancora libere, pertanto occorre agire su un “doppio binario” che tuteli gli interessi economici e i diritti di chi finora ha investito in queste attività".
Donnedamare, oltre a far da veicolo e cassa di risonanza a questa importante petizione, chiederà a tutti i politici di sottoscriverla e che nei programmi politici in vista delle elezioni del 4 marzo prossimo sia inserita la totale esclusione del comparto balneare ed ambulante dalla Bolkestein e dà appuntamento a tutti i balneari italiani ad un importante convegno proprio sul tema delle petizioni a Balnearia, l’importante fiera di settore che si terrà a Marina di Carrara dal 25 al 28 febbraio 2018. "L’obiettivo è di raccogliere sempre più firme. - spiegano da Donnedamare - Ma non ci si fermerà a questo: molti balneari vogliono chiedere alle forze politiche amiche di volare in Europa e di chiedere sostegno, spiegando le nostre ragioni, cosa che mai è stata fatta in questi lunghissimi anni di battaglia. I balneari ne sanno qualcosa!"