140mila euro subito e 50mila euro al mese. Queste le cifre del piano di rientro che Rivieracqua ha proposto ad Amat nel corso dell’udienza del 20 dicembre scorso, sul fallimento richiesto dalla società presieduta da Barbara Pirero nei confronti del gestore unico del servizio idrico per un debito da 1,5 milioni di euro relativo alla fornitura idrica nel golfo dianese.
Domani in tribunale ad Imperia si dovrà decidere se confermare l’accordo, le cui basi sono state gettate il 19 dicembre nel corso di un incontro tra le parti. L’obiettivo è quello convincere Pirero a ritirare l’istanza di fallimento. L’udienza di domani si svolgerà davanti al giudice Silvana Oronzo.
A dicembre, in una lettera di fuoco, il presidente Gian Alberto Mangiante ha definito ‘illegittima’ l’ordinanza contingibile e urgente firmata dal vice Sindaco Guido Abbo, contestando il modus operandi del Comune, lo stesso adottato in un’altra ordinanza, decretata poi illegittima dalle sentenze di Tar e Consiglio di Stato, che obbligava il vecchio gestore, Veolia, a prendere in carico il depuratore.
Rivieracqua, forse anche per cercare di risolvere l’intricata vicenda con Amat, aveva accettato di gestire l’impianto in via provvisoria, ma che la volontà della società fosse quella di smarcarsi è emersa alla mancata firma dell’accordo con il Comune prevista lo scorso venerdì a Imperia. Un altro segnale importante è stata la lettera inviata il giorno prima al Comune di Diano Marina, attraverso la quale il presidente rendeva noto di non aver intenzione di prendere in gestione il depuratore perché si sarebbe trattato di un’operazione in perdita.
Domani dovrebbe essere presa una decisione definitiva.