Nell’ambito della Summer School organizzata da Motore Sanità, si è parlato di prevenzione tra obbligo ed educazione del cittadino e tra regionalismo e centralismo. In un sistema sanitario che deve fare sempre di più i conti con la razionalizzazione della spesa, la prevenzione assume un aspetto fondamentale: riuscire ad evitare patologie invalidanti e costose, pensiamo solo a quelle cardiovascolari estremamente diffuse, al diabete o ancora ai tumori, non solo consente un risparmio in termine di spesa ospedaliera e farmacologica, ma ha un impatto molto forte anche sull'economia in termine di giornate di lavoro perse.
A introdurre i lavori:
Antonio De Poli, Capo Questore del Senato della Repubblica – “Tutti i dati riguardanti la prevenzione sono in calo, i tumori e le malattie cardiocircolatorie si confermano tra le principali cause di ricovero ospedaliero senza variazioni espressive a livello regionale – ha affermato De Poli - tali malattie, tumori e malattie cardiocircolatorie rappresentano la principale causa di morte in quasi tutti i paesi europei. In Italia, il tasso standardizzato di mortalità per queste cause è pari al 31,2 decessi ogni diecimila abitanti, quello relativo ai tumori è pari a 26 decessi su diecimila abitanti. I tumori sono la seconda causa di morte dopo le malattie del sistema cardiocircolatorio sia in Italia sia nel gruppo dei 27 paesi UE”.
Il Rapporto Osservasalute 2016 ci dice che gli italiani sono un popolo di malati cronici: “Complice l'invecchiamento della popolazione questo tipo di malattie è in aumento e riguarda quasi 4 italiani su 10, pari a circa 23,6 milioni di persone, che 'succhiano' molte risorse al Servizio sanitario nazionale – sottolinea il Capo Questore del Senato - infatti, ai malati cronici sono destinate gran parte delle ricette per farmaci e sono loro che affollano più spesso le sale d'attesa degli studi dei medici di famiglia. Insomma italiani sempre più malati cronici (4 su 10), sempre più vecchi, e con una prevenzione che evidentemente risulta insufficiente. Si investe ancora troppo poco in questo campo”. – ha concluso Antonio De Poli.
Stefano Scaramelli, Presidente III Commissione Tutela della salute, Politiche sociali e del terzo settore Regione Toscana – ha spiegato che: “Sul fronte della prevenzione dobbiamo vincere la sfida culturale, prima ancora che sanitaria, della consapevolezza. Le opportunità e gli strumenti della prevenzione sono un diritto da esigere e non un dovere da subire. È in questa prospettiva che dobbiamo lavorare nel medio termine – sottolinea Scaramelli - nel momento in cui si rende indispensabile ricorrere all’obbligatorietà, per fare prevenzione e tutelare la salute di tutti, emerge il limite di un obiettivo di crescita culturale e sociale che non è stato colto. Un sistema sanitario pubblico e universale, la garanzia di sicurezza della salute pubblica e la crescita culturale dei cittadini sui temi della prevenzione sono i tre assi su cui si muove la Regione Toscana”.
Rodolfo Lena, Presidente VII Commissione Politiche Sociali e Salute Regione Lazio – ha spiegato che la Giunta regionale del Lazio ha recentemente approvato un atto con cui si delibera il più grande investimento di sempre per il rinnovo di tecnologie e della rete di strutture e consultori finalizzato al potenziamento delle campagne di prevenzione della salute della donna e del bambino. “Il fondo, pari a 13 milioni e 516mila euro, - afferma Lena - è destinato a implementare le attività legate all’attuazione dei programmi di screening, di prevenzione e diagnosi precoce delle patologie oncologiche, mettendo a disposizione risorse per l’acquisizione di tecnologie di ultima generazione ad alta definizione. Nel campo oncologico, poi, effettuare diagnosi precoci è fondamentale per aumentare molto l'efficacia delle cure e le possibilità di guarigione. Il Sistema Sanitario Regionale del Lazio offre strumenti efficaci per identificare precocemente e contrastare e limitare le conseguenze di alcuni tipi di tumore attraverso tre programmi incentrati su: mammella, collo dell'utero, colon retto. Nei primi sei mesi di quest’anno abbiamo mandato inviti, per gli screening, a quasi un milione di persone, tante quante quelle invitate in tutto il 2016".
Anche secondo il Componente XXII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati, Giovanni Monchiero – sostiene l’importanza della prevenzione primaria nella tutela della salute che considera universalmente riconosciuta e popolare. “I problemi sorgono quando dalla enunciazione teorica si passa alla applicazione pratica, sia per la difficoltà di mantenere l’adesione del singolo alle pratiche che pure condivide, sia per le evidenti implicazioni etiche di qualsiasi misura coercitiva – sottolinea Monchiero - esemplare, sotto questo profilo, la questione dei vaccini. Per arginare fanatismi antiscientifici, sostenuti dal ribellismo diffuso che impera sul Web, il Governo ha scelto la via della decretazione d’urgenza. La vaccinazione non è solo un problema di salute pubblica : investe anche la sfera delle relazioni profonde fra l’individuo e la società. Avrebbe quindi richiesto, in Parlamento e nel Paese, una discussione più ampia incentrata sul tema del “dovere”, concetto che la nostra società “avanzata” ha praticamente rimosso”.