Al Direttore - 18 settembre 2017, 15:19

Bajardo: cinghiale adottato da una famiglia ed ucciso dai cacciatori, Monica racconta la storia di 'Grun-Grun'

La lettrice Monica racconta la storia di 'Grun-Grun' un cinghiale adottato da una famiglia di Bajardo.

Bajardo: cinghiale adottato da una famiglia ed ucciso dai cacciatori, Monica racconta la storia di 'Grun-Grun'

La lettrice Monica racconta la storia di 'Grun-Grun' un cinghiale adottato da una famiglia di Bajardo. 

"Gentile direttore, se mi permette di scrivere ancora sull'argomento caccia, vorrei raccontare una storia vera, accaduta pochi anni fa. Questa è la storia di 'grun-grun' un cucciolo di cinghiale che, a causa di un'infezione agli occhi, non è più riuscito a seguire la mamma ed i suoi fratelli e sorelle. Mio padre è riuscito a prenderlo, non senza fatica, era un combattente nato! Quando l'ho visto, per la prima volta, era più piccolo dei miei gatti... gli occhietti malati semichiusi, un nasino 'gommoso' sempre alla ricerca di 'informazioni'... degli zoccoletti morbidi, pronti allo scatto, una codina sempre dritta... sempre allerta. Si faceva sentire 'grun-grun'... quando aveva fame o semplicemente quando richiamava le attenzioni di mia madre. Allora, lei lo prendeva, lo coccolava... lui cominciava a succhiarle le braccia e a darle dei colpetti con la sua testolina poi, finalmente soddisfatto del suo biberon, con la pancia morbida, rosa e bella rotonda, si addormentava in braccio. 'Grun-grun' è stato curato e nutrito. È stato dichiarato alle autorità competenti, con la promessa di rimetterlo in libertà, non appena se la fosse cavata da solo... ma ìgrun-grun' è sempre stato libero. Libero di gironzolare per la campagna, di grufolare nel bosco, di rotolarsi nel fango. Libero anche di entrare in casa come un membro di famiglia e così ha vissuto, per qualche tempo.. circa 3 anni. Era diventato un bestione di più di 100 kg, grigio, un bel muso, una criniera abbastanza folta, una forte corazza per le battaglie con gli altri maschi e cominciavano a vedersi i tipici canini dei cinghiali. Era diventato l'ombra di mio padre, il suo custode, il suo amico fedele. Quando entrava in casa, con una 'musata' poi, richiudeva la porta. Penso che avesse la passione per l'interior design 'grun-grun'... visto che ha più volte cambiato  la disposizione  dei mobili. Era grosso, puzzone, maldestro, a volte non proprio amichevole... era proprio un cinghiale. Quando mio padre lo chiamava e lui arrivava di corsa, facendo tremare il terreno, era una gioia vederlo. Incuteva timore 'grun-grun', ma quando era il momento di rincasare e lo vedevi trotterellare felice vicino a mio padre ,era poetico... gentile e magico. Dopo mangiato, cominciava a 'rifarsi il letto'... con il suo musone, sbuffando e raschiando con gli zoccoli... poi si addormentava come un angioletto. Tutti i cacciatori, cinghialisti ed i cosiddetti 'cacciatori da piuma' che cacciano nelle zone dove 'pascolava' grun-grun, erano stati avvertiti e pregati di avvisarci, se fosse successo qualcosa di brutto. Non potevamo fare altro. Tutti lo conoscevano e per qualche tempo ha prevalso... il rispetto? Una sorta di etica? tanta fortuna... oppure era solo ancora troppo magro. Un giorno grun-grun non rientra a casa... passano i giorni... speriamo senza farci inutili illusioni, che si sia innamorato... che abbia trovato una compagna. 'E vivranno per sempre felici e contenti'... ma questo è il finale delle favole. Grun-grun è stato ammazzato... la sua testa imponente,  gli zoccoli, la pelliccia e le viscere lasciati non lontano da casa, insieme ad una bottiglia di plastica con delle impronte insanguinate ed un paio di guanti in lattice blu sporchi di sangue. Abbiamo sempre saputo e temuto che sarebbe potuto accadere... un cinghiale che vive i in una zona di caccia...prima o poi.... fa una brutta fine. Ciò che trovo particolarmente abietto, disonorevole, di una codardia senza pari, oltre all'omicidio è che, nessuno abbia avuto il coraggio e l'onestà di farsi avanti. Forse perché non è stato un 'incidente'... grun-grun si fidava degli uomini... era incuriosito, si faceva vedere, girava più o meno sempre nelle stesse zone. Pensava che si vivesse tutti in pace... che ci fosse posto per tutti... era un inguaribile credulone. Quel giorno ha capito... ha capito troppo tardi che non bisogna fidarsi di tutte le persone... soprattutto di quelle che imbracciano un fucile e a cui piace... vincere ancora più facile".

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