Politica - 10 agosto 2017, 10:15

Imperia: sequestro magazzini all'interno del porto turistico, la risposta di Gian Franco Grosso ad Antonello Ranise

L'esponente di 'Imperia Bene Comune' scrive per rispondere al dirigente di Forza Italia.

Imperia: sequestro magazzini all'interno del porto turistico, la risposta di Gian Franco Grosso ad Antonello Ranise

“A leggere le dichiarazioni rilasciate dal coordinatore cittadino di Forza Italia, Antonello Ranise, in merito alla notizia del sequestro di un magazzino sito sul molo Pastorelli del porto turistico si prova una sensazione di incredulità”.

Interviene in questo modo Gian Franco Grosso di ‘Imperia Bene Comune’, rispondendo al dirigente degli ‘azzurri’ sul sequestro di martedì scorso. “Le roboanti critiche mosse dal coordinatore di Forza Italia all’operato della gestione pubblica del porto – prosegue Grosso - non vengono infatti da un semplice cittadino o vacanziere che, non avendo conoscenza della complessità della gestione, si lascia andare ad uno sfogo magari qualunquista ma legittimo sull’andamento delle cose nella nostra città. Vengono rilasciate, invece, da chi la complicata e precaria situazione del porto turistico di Imperia la conosce molto bene, avendo contribuito a crearla con il proprio ruolo di dirigente politico locale, di consigliere comunale e componente di giunta negli anni in cui in questa città svendeva il proprio patrimonio pubblico a vantaggio di un imprenditore spregiudicato e della gloria di un politico tanto ambizioso quanto inadeguato agli altissimi incarichi ricoperti. Chi oggi critica, infatti, è proprio lo stesso Ranise, che ieri raccontava alla città che il porto di Imperia dato in mano a Caltagirone avrebbe portato centinaia di posti di lavoro ed un mirabolante sviluppo economico grazie al turismo”.

“Il risultato di tanta lungimiranza politica è ora davanti agli occhi dei cittadini imperiesi, che non devono mai commettere l’errore di dimenticare chi li ha portati sino a qui e di chi è la colpa di tutto questo disastro, e non potrà certo una vicenda come quella da cui ha preso polemicamente spunto Ranise essere sufficiente a coprire  le cause che l’hanno generata: chi non ha realizzato i collegamenti fognari? Chi non ha completato le opere viarie? Chi non ha provveduto a dotare il porto dei servizi minimi essenziali prima di predisporre i lucrosi ormeggi da vendere sul mercato? Proprio quella gestione imprenditoriale e manageriale del porto che il partito guidato da Ranise & C. aveva individuato e a cui aveva affidato le sorti portuali e della nostra città, in barba a qualsiasi valutazione concreta e ponderata sull’interesse pubblico generale da perseguire”.

“Ma ora che la gestione privata del progetto è miseramente fallita – termina Grosso - e, tra le mille difficoltà ed incertezze che gravano sul porto, si sta cercando di recuperarlo ad una gestione pubblica che consenta alla città di poterne avere un qualche beneficio, è partita la campagna di chi cerca di far rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta, ovvero una gestione privata del porto. Qualcuno può aver dubbi su chi si sia già lanciato in questa mirabile operazione, dato il suo invidiabile curriculum vitae?”

Redazione

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