Sanremo Ospedaletti - 09 luglio 2017, 07:53

Da Santo Stefano al Mare in Giappone per una tournée. La storia di Paolo D'Aloisio e la sua passione per il sax

Il sassofonista porterà il suo talento sui palchi dei teatri in Giappone. Nei prossimi giorni suonerà anche in Riviera, la sua terra d'origine, con un pizzico di nostalgia e rammarico.

Paolo D'Aloisio e il Midnight Saxophone Quartet

Paolo D'Aloisio e il Midnight Saxophone Quartet

La musica non ha confini. E Paolo D'Aloisio, 28 anni di Santo Stefano al Mare, pavese d'azione, è pronto a volare in Giappone. Lo farà tra poche settimane, in compagnia di Jacopo Morini, Gaetano Pappalardo e Stefano Boverio, sassofonisti di professione come lui e componenti del 'Midnight Saxophone Quartet'.

Il gruppo inizierà a breve un tournée di musica classica che li vedrà protagonisti in Italia ma anche nel Paese del Sol Levante con tre date in alcune località a sud di Tokio: il 7 agosto a Nagoya, il 10 Toyohashi e il 12 agosto a Higashiura. Un debutto internazionale anche per Paolo, il talento made in provincia di Imperia del gruppo.

“Con il passare dei giorni l'emozione aumenta – confida Paolo D'Aloisio – è un'agitazione positiva che si prova in tutti i concerti ma in questo caso è amplificata anche perché questo viaggio in Giappone sarà un'esperienza di vita”.

Come è nata questa avventura?: “Stefano Boverio (cofondatore del quartetto insieme a Jacopo Morini ndr) ha studiato diversi anni in Giappone dove c'è una tradizione sassofonistica molto importante – spiega l'intervistato – riuscendo a mantenere dei contatti. L'idea di andare a suonare in Giappone c'è sempre stata ma era difficile dal punto di vista burocratico, perché serve un visto lavorativo. Poi a febbraio, quando abbiamo avuto la conferma che uno di questi teatri avrebbe fatto da referente per le pratiche, è arrivata l'ufficialità”.

Paolo fa parte del quartetto di saxofoni dal 2010. Si è diplomato al conservatorio di Pavia laureandosi con lode nel biennio accademico di secondo livello ad indirizzo interpretativo all'Istituto Vittadini. Ma la musica classica non è la sua unica passione. L'altra metà della sua anima è legata al jazz. Due mondi diversi uniti da un unico strumento: il sax.

“Ho iniziato a suonare il sax a livello bandistico a Pompeiana. Anche se il primo strumento è stato il piano, avevo 5 anni. – aggiunge il musicista - Dopo essermi trasferito a Pavia per l'Università in Scienze Politiche, ho scoperto casualmente che c'era il Conservatorio e per non sprecare gli anni di studio con il piano, mi sono iscritto. Dopo essermi laureato però ho deciso di concentrarmi al 100% sulla musica”.

Oggi Paolo condivide la sua passione attraverso l'insegnamento in alcune scuole private della Lombardia e, da quest'anno, anche per i corsi non accademici del Conservatorio di Pavia. Ma è sul palco che il musicista trova la sua massima espressione. “Gran parte della mia attività è nel comparto jazzistico – conferma Paolo - l'anno scorso ho suonato a Umbria Jazz con un progetto che si chiama “Punti Critici” e collaboro con altre formazioni con cui faccio blues jazz. Il discorso jazzistico mi permette di esprimermi più liberamente, dal punto di vista del suono ma è sempre bello suonare anche il repertorio classico, è una disciplina diversa a livello di studio”.

Sulle note della musica classica e jazz, Paolo D'Aloisio nelle prossime settimane farà tappa anche in provincia di Imperia. Un ritorno nella sua terra d'origine con cui ha solidi legami e collaborazioni. “Farò sette concerti in Riviera sia con il quartetto che con altre formazioni jazz – aggiunge il musicista – inizierò l'11 giugno a Taggia con il Midnight Sax Quartet per la Rassegna 'Appunti Sonori' e mercoledì 12 suoneremo a Sanremo in piazza Capitolo per 'Affabulando in Musica'”.

E non manca un pizzico di nostalgia. “Se avessi la prospettiva di poter vivere giù, tornerei, vogliamo mettere la Riviera con il clima di Pavia? – conclude il sassofonista – ma penso che in provincia di Imperia manchi una continuità di proposte di culturali di livello. Credo ci sia bisogno di più coraggio da parte delle amministrazioni. Altrimenti si fa un evento importante all'anno e per gli altri 364 giorni non c'è niente con il rischio di mantenere una quiete vuota di contenuti”.

Silvia Iuliano

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