Domani sarà la prima giornata di protesta contro il ‘riordino’: volantinaggi e presìdi a Roma, davanti al Viminale, alla Questura ed agli Uffici del Dipartimento con la presenza di alcuni esponenti della nostra provincia. L’azione di contrasto e di proposta dell’Ugl Polizia si sposta dal tavolo sindacale alle piazze ed ai palazzi istituzionali e durerà per mesi fino all’approvazione finale del decreto e, se non cambieranno le cose, anche dopo con l’organizzazione di ricorsi.
“Non lasceremo nulla di intentato per cambiare questo fallimentare progetto: ‘Un altro riordino è possibile!’ Non ce lo saremmo mai aspettato, eppure, nonostante le risorse stanziate, il 10 marzo ci obbligano a scendere in piazza a Roma con volantinaggi e presìdi davanti al Viminale, alle diverse sedi del Dipartimento della P.S., alla Questura e ad altri Uffici di Polizia per fare entrare dentro i palazzi del potere dipartimentale la rabbia dei poliziotti che da anni aspettavano una vera riqualificazione e che, invece, si sono visti rapinare delle legittime aspettative restando ‘vittime di fuoco amico’. Faremo sentire il nostro malcontento, evidenziando anche le opportune proposte di modifica di un riordino che solo in parte ha accolto le richieste che abbiamo formulato con insistenza all’Amministrazione, in lunghi mesi di trattative in cui, come noto, per ben due volte, da soli, abbiamo abbandonato il tavolo in segno di protesta rispetto ad un progetto che, fin dall'inizio, ha preso una brutta piega, nonostante le persistenti ed ammalianti rassicurazioni”.
“Ora che lo schema di riordino viene inviato alle competenti commissioni parlamentari ed al Consiglio di Stato per i previsti pareri, la nostra azione di protesta e di proposta si sposta dal tavolo di confronto sindacale alle sedi istituzionali, politiche ed alle piazze, con l’avvio di nuove forme di lotta e di pressione finalizzate a modificare la bozza di riordino che consideriamo solo il punto di partenza. In questa ottica stiamo programmando una serie di iniziative che ci consentano di agire su più fronti per fare in modo che da qui a maggio/giugno, quando verosimilmente verrà emanato il decreto, gli aspetti del riordino che ancora non ci piacciono siano modificati. L’obiettivo di queste giornate di dissenso è lanciare un forte segnale all’Amministrazione ed alla classe politica per far loro comprendere quanto sia vasto il malcontento dei colleghi e, soprattutto, rilanciare il nostro messaggio: Un altro riordino è possibile!”