"La situazione a Ventimiglia peggiora di giorno in giorno. Il Sindaco e l’Amministrazione comunale sono stati abbandonati dal Governo Renzi e dalla Regione Liguria. La protesta delle mamme di Roverino è il desolante risultato della visita di Alfano". Ad intervenire sull'argomento è il partito della Sinistra Italiana di Ventimiglia in replica al consigliere Silvia Malivindi (M5S).
"Ventimiglia, come molte altre città - continua il comunicato -, sta venendo a contatto con una guerra sociale, in cui, da una parte, c’è il grido di allarme di tanti cittadini che quotidianamente affrontano sempre più difficoltà economiche e lavorative e dall’altra ci sono uomini, donne e minori che fuggono dai loro paesi, in cui la guerra e le uccisioni di civili sono all’ordine del giorno.
Come Sel – Sinistra Italiana però non possiamo rimanere silenti davanti alle gravi ed offensive dichiarazioni rilasciate dalla consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Silvia Malivindi. Parole inaccettabili, ai limiti del razzismo e prive di ogni ragionevolezza e rispetto della dignità umana che rivelano il vero volto di una parte del Movimento 5 Stelle. Come Sel – SI riteniamo che i respingimenti verso i CARA nazionali vadano nella direzione completamente opposta ad una ragionevole soluzione della questione migranti a Ventimiglia. L’art. 2 della Costituzione italiana, per ribadirlo ancora una volta, declina la solidarietà, prima di tutto, come un dovere inderogabile, a cui le Istituzioni devono attenersi nelle scelte politiche d’amministrazione. Comprendiamo che Malivindi siede tra i banchi della Minoranza, ma adesso a Ventimiglia serve fattiva collaborazione nell’interesse di tutti. Sarebbe stato forse più opportuno l’esponente del M5S spiegasse alle persone presenti in strada che se Ventimiglia oggi si trova in questa - situazione di non ritorno - è perché c’è un regolamento europeo, c.d. Dublino III, che obbliga tali soggetti a restare in Italia o ancora la disciplina EURODAC sul modo di assunzione delle impronte digitali di queste persone o ancora una irragionevole legge penale nazionale che introduce come reato l’immigrazione. Tutt’altro, siamo rimasti esterrefatti nel leggere che secondo Malivindi l’unica soluzione sia che 'qui i migranti vanno messi su un pullman e riportati a Lampedusa' (come riportato sulle colonne de 'Il Secolo XIX' di ieri). La Carta dei Diritti Fondamentali dell’U.E., all’art. 19, sancisce che 'le espulsioni collettive sono vietate e che nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti'.
Nel respingere fortemente ogni forma di razzismo e la tentazione di guardare soltanto al proprio piccolo orto, l'auspicio rimane sempre lo stesso: che si apra un centro, anche transitorio, per l'assistenza e la gestione del flusso dei migranti. La proposta di allestire, in questo senso, il Parcoroja, anche attraverso il sussidio della Protezione Civile regionale, resta la soluzione più auspicabile. Invitiamo la Regione Liguria e l’Ufficio Territoriale del Governo a rivedere la proprie posizioni, assumendo un atteggiamento più collaborativo con il Comune di Ventimiglia".