Il Sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, ha emesso un'ordinanza urgente per motivi di igiene, sanità, incolumità pubblica e sicurezza urbana con cui impone lo sgombero entro 48 ore degli ‘accampamenti non autorizzati’ in cui vivono i migranti.
L’ordinanza si riferisce naturalmente al rifugio improvvisato dove centinaia di migranti dormono all’addiaccio in tende di fortuna sul greto del fiume Roja, alcuni addirittura su materassi posizionati tra i guardrail degli angusti parcheggi sotto la statale 20 in zone sporche e maleodoranti.
"Gli insediamenti - è scritto nell'ordinanza – risultano causa di evidente grave pericolo per la salute della popolazione migrante con rischio di trasmissione di malattie. Gli accampamenti costituiscono grave pericolo per la salute e l'incolumità pubblica, nonchè per gli occupanti stessi. Nonostante lo stato di bisogno dei medesimi, la situazione di degrado e pericolo non può permanere ulteriormente"
“E’ ancora da definire come si svolgerà lo sgombero ma è certo che ci sarà – ha spiegato il Sindaco – aver emesso l’ordinanza è stato un atto ‘dovuto’ dopo l'esposto presentato dagli abitanti di un quartiere vicino agli accampamenti e dopo un sopralluogo dell'Asl che aveva constatato l'assenza di servizi igienico sanitari, di approvvigionamento di acqua potabile e la mancanza di sufficienti condizioni abitative”.
Un atto ‘voluto’ invece la decisione di autosospendersi dal partito PD che ha visto totale appoggio da tutti i componenti del gruppo ventimigliese in particolare degli 11 consiglieri di maggioranza: “C’è da distinguere due questioni, la prima di carattere istituzionale relativamente al Ministero degli Interni al quale spetta la gestione della situazione meglio di come è stato fatto fino ad ora. Dall’altra parte invece c’è un discorso politico, abbiamo chiesto un intervento e un interessamento forte al Partito Democratico per mettere mano alla situazione contingente e in particolar modo a quella futura”.
Un centro di accoglienza, improntato a quello recentemente chiuso dalla Prefettura sito nei pressi della stazione ferroviaria e gestito dalla Croce Rossa, non avrebbe senso ha aggiunto Ioculano: “Il centro non aveva più alcuna valenza per questo tipo di fenomeni perché trovavano accoglienza i richiedenti asilo, di conseguenza un accesso estremamente limitato e non è quello che può trovare soluzione al flusso odierno. La chiusura del Centro con quello che sta succedendo infatti non c’entra nulla”.
Questa mattina in Comune nella sala consiliare si è svolta una riunione, in relazione all’emergenza migranti, tra Amministrazione, in particolare Sindaco e Vicesindaco, e diverse associazioni tra cui Albintimilium, Arci, Caritas, Spes e Alpini: “Abbiamo spiegato come si è arrivato a questo punto e come nasce l’ordinanza, è stato importante un confronto con loro perché non è detto che un loro aiuto non possa tornare utile come lo è stato fino a oggi ma a maggior ragione in questo futuro incerto” ha affermato il primo cittadino.
Un futuro che non promette nulla di buono, i dati dei flussi migratori a livello nazionale parlano di un record: i numeri più alti mai avuti dal secondo dopoguerra. “Bisogna capire effettivamente se c’è la previsione di una gestione con un filtro che consenta di limitare gli arrivi nella città di confine, se questa capacità qui non c’è bisogna fare altre valutazioni che devono essere intraprese intorno ad un tavolo per deciderle di concerto” ha chiosato Ioculano.
“C’è grande preoccupazione sotto il profilo degli aspetti umanitari – ha espresso solidarietà Matteo Lupi, Presidente Spes – condividiamo la presa di posizione del Sindaco e dell’Amministrazione. Bisogna capire quale è l’entità del problema per poter dare il maggior supporto possibile anche se auspichiamo che avvenga l’intervento del Governo”. In accordo sul ruolo attivo delle associazioni anche Gianni Cappelletti dell’Arci e Christian Papini responsabile Caritas: “Queste persone rimangono allo sbando ma in un’ipotetica unione potremmo fare qualcosa di concreto più di quanto si sta già facendo, purtroppo non ci sono le forze per far fronte a grandi numeri”.