Per il ciclo ‘Weekend d’Autore’, alla Libreria Mondadori di Imperia domani pomeriggio la presentazione del nuovo libro di Cinzia Ghigliano ‘Lei. Vivian Maier’ (edizione orecchio acerbo).
Il libro: Vivian era misteriosa. Portava camicie da uomo, imprecava in francese, conosceva a memoria tutti i racconti di O. Henry,camminava come un uccello. E così, come un trampoliere dalle lunghe gambe, ha attraversato il suo tempo fotografandolo.” Un diario. Il diario di Vivian Maier. Scritto non con la penna ma con la macchina fotografica, la sua inseparabile Rolleiflex. Sempre al collo, sempre sul cuore. Occhio speciale per ritrarre i bambini dei quali come tata si prendeva cura; le persone comuni incontrate per strada; i quartieri delle città a lei più care, New York e Chicago; i luoghi lontani meta dei suoi numerosi viaggi. E dietro ogni scatto -centocinquantamila negativi, e migliaia di pellicole non sviluppate- l’interesse per l’altro, gli altri.
Cinzia Ghigliano: è stata ed è tuttora una delle poche disegnatrici italiane di fumetti ed inizia la sua carriera nel 1976 sul mensile “Linus”. Nel 1978 ottiene al Salone Internazionale dei Comics di Lucca il prestigioso “Yellow Kid”, quale miglior autore italiano. Negli anni immediatamente successivi dà vita, con Marco Tomatis, a numerosi personaggi, come Isolina o Lea Martelli, primo esempio di fumetto seriale pubblicato su un settimanale femminile ad ampia tiratura. Nel 1984 nasce Solange, le cui avventure vengono pubblicate in numerosi paesi europei. Ulteriori esperienze la portano ad interessarsi di fumetto per ragazzi con la collaborazione a riviste come il “Corriere dei Piccoli” e “Snoopy”. Contemporaneamente si occupa di divulgazione a fumetti e collabora con varie industrie ed organizzazioni come la Montedison, il Touring Club Italiano, l’Ufficio Italiano del Parlamento Europeo, Slow Food. In questo campo ottiene nel 1986, con Luca Novelli, il premio “Andersen” per la divulgazione scientifica. Sue opere sono presenti nei musei del fumetto di Bruxelles, Angouleme e Lisbona. La crisi del fumetto d’autore la porta ad esplorare nuovi settori in cui agire e lavorare. Intensifica così l’attività di illustratrice, soprattutto nel campo dell’editoria per bambini e ragazzi, collaborando con le maggiori case editrici italiane ed ottenendo, tra l’altro, il premio “Gigante delle Langhe” nel 2004. Contemporaneamente continua a partecipare con successo a mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Negli ultimi anni si è dedicata con successo alla pittura, allestendo mostre itineranti, esposte in varia città italiane dedicate all’interpretazione pittorica della Poesia . Una a Cesare Pavese (patrocinata dal Centro Studi Cesare Pavese di Santo Stefano Belbo) un’altra a quelle di Ignazio Buttitta, che, promossa dalla Regione Sicilia e dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo, le è valsa il prestigioso premio “Caran D’Ache“ per l’Illustrazione nel 2003. La terza infine, è stata dedicata alle canzoni di Fabrizio De André. L’ultimo progetto portato a termine è stato la mostra “Tradurre con il colore “dedicata all’ “Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters, interpretazione pittorica delle voci di quattro grandi traduttori: Cesare Pavese. Fernanda Pivano, Beppe Fenoglio e Fabrizio De Andrè. Nel catalogo di orecchio acerbo "Lei. Vivian Maier" (2016).
Martedì pomeriggio alle 17, invece, Marino Magliani presenta ‘Canale Bracco’ (edizione Fusta). In occasione del progetto "Adotta l'Autore" Marino Magliani incontra i ragazzi dell' Istituto Tecnico Turistico di Imperia.
Il libro: in Olanda, all'imboccatura del Noordzeekanaal, il canale che collega il Mare del Nord con Amsterdam, vive un esule. Conduce un'esistenza solitaria, scrive libri sul suo quartiere, reportage sulle dune e manuali per conoscere Amsterdam in bicicletta. Un giorno torna al Nord dopo aver trascorso l'estate in Liguria e progettato di scrivere la biografia del Noordzeekanaal. Inizia così la frequentazione delle rive, e man mano scopre cose che ignorava. Come, ad esempio, l'acqua del canale, che non è né dolce né salata, ma è brak, come la chiama la gente del luogo, acqua salmastra, e che in certi tratti del canale vivono specie di pesci di cui non si sapeva nulla.