Politica - 03 maggio 2016, 14:11

Immigrazione, Piana (Lega Nord): “Confermato il caso di Tbc a Vasia: troppo superficiali i controlli sanitari all’arrivo”

Alessandro Piana, capogruppo in Regione Liguria della Lega Nord, ha presentato un’interrogazione in merito un caso sospetto di tbc riscontrato in un immigrato ospite in un centro d’accoglienza di Vasia, nell’entroterra imperiese

Alessandro Piana

Alessandro Piana

«È assurdo e inaccettabile che, a causa dell’immigrazione senza regole e senza controllo, ci ritroviamo con il pericolo di contagio di Tbc nell’estremo Ponente ligure, evidentemente ormai considerato una sorta di ‘confine dell’impero’ dal governo Renzi-Alfano. La conferma che ci è arrivata dall’assessore Viale sulla presenza di un immigrato affetto da Tbc, tra i sedicenti profughi ospitati nel centro di accoglienza di Vasia, è la chiara dimostrazione che il governo non attua protocolli sanitari adeguati all’arrivo degli immigrati: il presunto profugo in questione, infatti, è risultato affetto da Tbc dopo quasi un anno di permanenza nelle nostre strutture». Lo ha dichiarato Alessandro Piana, capogruppo della Lega Nord in Regione Liguria, che questa mattina ha presentato un’interrogazione sul caso di Tbc nel centro di accoglienza di Vasia, nell’estremo ponente ligure.

«Pensiamo sia opportuno tenere alta l’attenzione sull’aspetto della salute pubblica e sui rischi che la cosiddetta ‘ospitalità diffusa’ di sedicenti profughi, adottata come modello di accoglienza indiscriminata sul territorio dal ministro Alfano, possa comportare in termini di contagio di malattie che sembravano essere ormai rarissime se non eccezionali. Secondo recenti statistiche, negli ultimi 15 anni i casi di tubercolosi riscontrati in Liguria sono stati 1.771 di cui 661 pazienti stranieri e secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2014, in Italia sono stati riscontrati 3.600 casi di tbc e 290 decessi con un tasso di incidenza di 6 casi ogni 100 mila abitanti e con una prevalenza (60%) di persone di origine straniera. Pertanto pensiamo sia necessario tenere sotto controllo ogni singolo episodio che si presenti sul territorio ma soprattutto prevenirlo a monte, all’arrivo stesso degli immigrati, nei porti, per evitare che forze dell’ordine, operatori sociosanitari e cittadini incorrano nel rischio di essere contagiate da persone, di cui non si conosce nulla, anche dal punto di vista della ‘storia clinica’, e provenienti da zone dell’Africa, in pessime condizioni igieniche, rende il nostro territorio particolarmente esposto al diffondersi di epidemie come nel caso della tbc».

C.S.

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