Attualità - 03 maggio 2016, 11:12

"Mi presento: sono Donna" spunti di riflessione emersi durante l'intervista a due illustri rappresentanti del mondo della Psichiatria e dell’Avvocatura

Dagli studi di “Mi presento: sono Donna”, programma tv di successo che racconta il mondo delle Donne e le sfaccettature della violenza familiare, il monito dell’Associazione Palo Libera Tutti: Donne abbandonate a se stesse!

"Mi presento: sono Donna" spunti di riflessione emersi durante l'intervista a due illustri rappresentanti del mondo della Psichiatria e dell’Avvocatura

"Come conduttrice Tv e Presidente di Palo Libera Tutti" afferma Jackie Assunta De Luca B. "ho intervistato due illustri rappresentanti del mondo della Psichiatria e dell’Avvocatura: Il Dott. Giovanni Sciolè , Primario Psichiatra Asl1 Imperiese, medico Psicologo e Psichiatra ed il Presidente della Camera Penale Dott. Marco Bosio. Ne emergono grandi spunti di riflessione!"

Si conclude la tranche invernale del programma tv di successo Mi presento: sono Donna” in cui Jackie Assunta de Luca ha portato in onda, per un palinsesto invernale, la storia di donne violate, maltrattate, stuprate nell’anima e nel corpo, martoriate, mortificate nel loro habitat domestico a scapito della loro stessa vita messa piu’ volte a rischio e della violenza assistita da parte dei bimbi e dei traumi ad essa correlati!

Se è vero che una seconda parte del programma ha trattato la rinascita, il coraggio,la bellezza e l’autostima, il fulcro di” Mi Presento: sono Donna” è stata la spontanea testimonianza di Donne che, a volto coperto, hanno deciso di mettere la propria vita a conoscenza dei telespettatori con uno scopo nobile: aiutare chi è ancora nella tana ad uscire fuori da questi percorsi prima che sia troppo tardi!

Tra i dati allarmanti la mancanza di provvedimenti a favore del Reinserimento Sociale, economico, ma anche un dato significativo tra gli altri : la superficialità con cui molti avvocati hanno trattato i casi e quindi gli assistiti, per mancanza di conoscenze quantomeno basiche in materia di psicologia e psico – patologia, utile nel riconoscimento di sfaccettature patologiche attraverso le quali identificare i fattori di rischio sia per l’assistito “ vittima” sia per l’assistito “ persecutore”;

Se per fortuna ci sono ancora molti avvocati coscienziosi e che riescono ad ascoltare e fare proprie le storie dei loro assistiti ,cercando la soluzione migliore ed il male minore ( nei casi di separazioni con maltrattamenti o accenni di violenza psicologica o fisica e con minori) è anche vero che vi è una folta schiera di “ para avvocati” grazie ai quali vi è l’intasamento dei Tribunali laddove vi sono casi di separazione tra coniugi con minori che dovrebbero essere tutelati dalle procedure giudiziali estenuanti e raccapriccianti (durante le quali le famiglie dilaniate restano in fase di Stand – by ed i bimbi sballottati da un provvedimento all’altro).Un triage valutativo sarebbe efficacissimo da parte degli avvocati che, molto spesso, non si appassionano ai casi sufficientemente per risolvere le situazioni familiari in modo incisivo ed in procedure “ consensuali”!

E’ piu’ facile portare il caso in “Giudiziale” laddove possono esserci “atteggiamenti non identificati” invogliando il cliente a fare “ guerre perse” che dureranno anni e con gravi appesantimenti economici per poi’ arrivare a risultati che una consensuale coscienziosa avrebbe potuto risolvere! Donne che oltre agli stati di autorevolezza malsana subita per anni, oltre a cambiamenti radicali delle proprie abitudini di vita per sopravvivere ad uomini violenti ed offensivi nel linguaggio, nei modi, nella gestualità affettiva o presunta tale, hanno anche da provare la loro “ CAPACITA’ GENITORIALE”! Uomini difesi nel nome dei “ diritti del padre” mentre per anni hanno dimenticato i doveri.

Insomma non è maschilismo o femminismo qui non si parla di categorie ma di approccio ai casi che non dovrebbero diventare guerre di frontiera, poiche’ la posta in gioco non sono terre o pacchi..ma creature messe al mondo che hanno loro dignità e necessitano di tranquillità non di “ spicciola giurisprudenza”!

Il bene del minore non dovrebbe forse essere messo al primo posto? E gli avvocati non dovrebbero fare in modo che le parti possano in modo maturo e responsabile agire per tale bene supremo? Si fa presto nel nome dei diritti di un cliente a dimenticare il dovere civico e morale verso un minore: prendere coscienza del proprio agire e “ reagire” attraverso verifiche mediche laddove è necessario o un semplice esame di coscienza.

In riferimento alla mancanza di conoscenza in materia di psicologia e supporto in ambito legale , Jackie ha chiesto un parere ad uno dei massimi esponenti del Diritto Penale in Liguria nonché Presidente della camera penale: Marco Bosio.

Dotto. Bosio lei è un grande avvocato, appassionato di ogni singola storia, combattivo ma anche conoscitore della Psicologia Forense per passione, cosa pensa in merito a tali argomentazioni? “In ordine alla Tue considerazioni, ritengo non solo opportuno, ma, a volte, indispensabile che, in materia di reati che riguardano la violenza di genere, il difensore sia in grado di padroneggiare gli aspetti psicologici, psichiatrici ed anche più genericamente comportamentali, che problematizzano la fattispecie. A tal fine sarebbe necessario potenziare le conoscenze e gli studi in materia di psichiatria e psicologia forense, ma anche di neuropsicologia forense (attesa la ormai diffusa applicazione del comparto delle neuroscienze). D'altra parte ciò vale in generale, in quanto è avvocato attento, chi sa coniugare competenze giuridiche e sapere scientifico“. Verrebbe da dire Piu’ Psicologia nelle Aule Universitarie, all’interno dei piani di studio tra le materie.

Oggi gli studi Legali devono avere all’attivo avvocati “ specialisti” con specifiche competenze per esaminare il profilo della vittima e avere chiari i fattori di rischio cosi’ da intervenire su piu’ fronti e non solo per procedure “ standard”. Parallelamente se gli avvocati difensori ( civilisti, penalisti, matrimonialisti) avessero una piu’ larga conoscenza dei fenomeni di violenza e delle ramificazioni socio – psico – patologiche , potrebbero individuarli in via sommaria anche negli assistiti. Ma in ambito Sanitario la situazione non è piu’ incoraggiante in riferimento all’accoglienza in pronto soccorso alle donne vittima di violenza ed alle procedure da attuare.

"Il grido dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della sanità): sono in aumento patologie psichiche nuove, diverse e difformi dal passato. Ma un altro dato che emerge riguarda la formazione degli operatori sanitari spesso superficiale di fronte a tali casi" afferma il Dott. Sciolè medico psichiatra Primario di Psichiatria ASL1 Imperiese.

Intervistato all’interno del programma Tv , egli si sofferma sull’accoglienza di primo soccorso e cioe’ l’ospedale e sul ruolo degli operatori sanitari: “ Il problema è che un operatore sanitario è spesso il primo contatto per la vittima che ha subito violenza fisica o sessuale da un partner e le donne vittime identificano gli operatori sanitari come i professionisti di cui fidarsi maggiormente per rilevarne l’abuso. Il personale Sanitario dovrebbe possedere una buona conoscenza della natura della violenza contro le donne e della dimensione del problema. Il problema principale della donna, continua nella sua intervista il Dott. Sciolè,che non riesce a denunciare in tempo lo “ stalker” all’interno del proprio rapporto di coppia è complesso. Spesso si instaurano meccanismi perversi con donne passive e dipendenti che entrano nel meccanismo “ dominante” dell’uomo che idealizza e viene idealizzato in modo manipolatorio. Spesso questi uomini riescono a tenere in piedi una relazione pericolosa per la donna perche’ hanno la capacità “egocentrica” ed “ attrattiva” a livello mentale, tale da utilizzare con la donna una falsa immagine di se per cui ella rimane ingannata ed intrappolata da soggetti che della manipolazione ne sono maestri. Spesso gli episodi accadono tra coppie dove si intrecciano legami patologici tra due persone che rimangono legate perche’ la donna non sa che esistono pericoli per lei”.

Da qui nasce l’importanza di Associazione come Palo Libera Tutti che hanno come motiv l’informazione!Fondamentale l’ascolto da parte degli specialisti di settore. Questi specialisti, racconta Giovanni Sciolè, devono avere competenze specifiche per esaminare il profilo della vittima presunta e collegarsi con le forze dell’ordine. Avere chiari i fattori di rischio nel passaggio all’atto. Comunicare alla persona in oggetto anche sulla base della personalità stessa in che direzione andare. Non si puo’ ragionare in termini di volontariato, ma devono essere istituzionalizzate delle procedure d’intervento con piu’ specialisti del settore in una sorta di “catena di comando”. Secondo le linee guida dell’OMS occorre Priorità per la sanità Pubblica circa la rilevanza del fenomeno e la formazione oltre che una catena di gestione emergenza che il piu’ delle volte non esiste! La criticità, secondo l’organizzazione mondiale della sanità, consiste in un’assenza di formazione sia su sanità pubblica che universitaria che comporta quindi una mancanza di interventi corretti e tempestivi di comprovata efficacia!”

Qualche tempo fa all’interno di “Mi presento: sono Donna” è stato intervistato il Dott. Alberto Pezzini, avvocato ed autore tra gli altri di un libro “ Mamma e Papa’ non litigate” edito da Historica e scritto assieme alla psicologa Daniela Rossi . All’interno del libro vi è un monito che recita cosi’: “ Vale sempre un’antica regola: se ci sono bambini le separazioni giudiziali non si dovrebbero fare mai. Mai”. L’autore, intervistato da Jackie De Luca risponde: "Ho scritto questo libro perche’ credo che l’avvocatura abbia bisogno degli psicologi. Noi siamo cavalieri dimezzati nei confronti dei bambini. Nelle separazioni sono loro che comandano. Il nostro obiettivo non è vincere una causa, ma riuscire a dare serenità ai figli degli altri. Come si fa? Sensibilità, disponibilità e professionalità!” Purtroppo non è sempre cosi e spesso i padri e le madri vengono lasciate in balia del loro dolore che assieme a gravi disagi anche economici produce una sofferenza inespressa per mancanza di formazione adeguata e volontà chiamata “mancanza di tempo” da parte di una folta schiera di avvocati".

“Mi presento: sono Donna” partirà da Giugno in versione estiva “ summer time” durante la quale ai casi di violenza ed alle testimonianze verranno sostituiti storie di donne “ vincenti” e di successo, che hanno saputo conciliare la carriera e la famiglia con cura certosina rinunciando talvolta a piccole dosi al successo per dare un bacio in piu’ ai loro cari ma senza perdere la loro identità lavorativa. Donne presenti in ambiti socio – lavorativi di rilievo che mi racconteranno la loro vita ..in un salotto dalla location solare ed estiva.

La prima ospite sarà la voce radiofonica Italiana Storica per eccellenza: Luisella Berrino di Radio Montecarlo.


C.S.

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